26 Luglio 2025 - 15:54:56

di Martina Colabianchi

Sembrano essere tutti confermati i tagli alla cultura, al sociale, all’ambiente e alla formazione previsti dall’assestamento di bilancio predisposto dalla Giunta Marsilio, e che dovrebbe essere approvato entro ferragosto dopo il passaggio nelle Commissioni e poi in Consiglio regionale.

Tuonano le opposizioni, con i consiglieri pentastellati Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini che parlano di una scure che si sta per abbattere su settori strategici dell’economia abruzzese.

«La verità è una soltanto – scrivono – : grazie all’aumento dell’addizionale Irpef approvato dalla maggioranza nella scorsa legislatura (130 milioni annui, già dal 2014), e all’ulteriore aumento voluto da Marsilio nel 2024, nelle casse della Regione Abruzzo entreranno altri 43 milioni di euro da parte dei cittadini, lavoratori e pensionati. Sono 173 milioni di euro in più all’anno che per legge devono essere destinati esclusivamente alla copertura della spesa sanitaria corrente, ai sensi dell’art. 2, comma 86, della legge 191/2009 (Legge Finanziaria). Una norma che vincola espressamente il gettito derivante dalle maggiorazioni fiscali regionali – IRPEF in testa – al finanziamento integrale del servizio sanitario regionale».

Molto critico anche il capogruppo del Partito Democratico Silvio Paolucci, che sottolinea come «la manovra sul 2025 è di appena 4 milioni, tanto gravida di spese fisse e utenze, che resta davvero poco per agire sui tanti fronti scoperti, eccezion fatta per le risorse rimesse per la fauna selvatica e sul Consorzio di bonifica ovest, mentre sul 2026 e 2027 ci sono ulteriori 17 milioni di euro di tagli per il Patto di Stabilita imposto alla Regione Abruzzo dal Governo Meloni. A questi andranno poi aggiunte in sede di bilancio di previsione 2026 le risorse per coprire il deficit del Servizio sanitario regionale relativi al 2025: un’ecatombe finanziaria».

A farne le spese sarà anche il comparto agricolo, per cui ai sei milioni di euro tagliati lo scorso maggio si aggiungono ora ulteriori riduzioni per oltre un milione di euro.

Particolarmente grave, aggiungono Taglieri e Alessandrini, è la situazione del servizio UMA, che garantisce gasolio agricolo a oltre 20.000 imprese abruzzesi: «Lo strumento è fondamentale per la competitività delle imprese agricole, ma oggi è vittima di una gestione disastrosa. La piattaforma informatica è inefficiente e inadatta, gli operatori del settore si trovano nell’impossibilità di caricare dati e molti sono stati persino sanzionati dalla Guardia di Finanza. È un danno gravissimo, che ricade su imprese già in difficoltà.” Ma non è solo l’agricoltura a pagare il prezzo del fallimento Marsilio. Nella bozza di assestamento i tagli si abbattono in maniera trasversale su sport (-89%), Film Commission (-71%), cultura (-58%), comunità montane (-100%), fauna selvatica (-67%), riserve naturali, eventi storici e religiosi, politiche sociali e giovanili. Nessun settore è risparmiato».

Un grido d’allarme, nel merito, è lanciato da Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino di cui fanno parte oltre 500 comuni.

«Ci uniamo al giusto grido di dolore della Cia sui tagli di oltre un milione di euro all’agricoltura regionale, che si aggiungono ai sei milioni del maggio scorso – dichiara -. Anche gli ultimi sono tagli insostenibili e penalizzanti. Come si fa a dimezzare le risorse per il servizio Uma che già così non funziona? Come si fa ad azzerare le risorse per gli interventi nel settore?».

«La nostra regione è cresciuta negli ultimi dieci, vent’anni, in particolare nel settore del vino, grazie ad aziende che realizzano prodotti di grande qualità e valore. Lo sforzo profuso da queste cantine, in molti casi giovani – prosegue Radica – spesso supportate dai comuni che organizzano eventi di sensibilizzazione e promozione, avrebbe bisogno di sostegno e vicinanza. Invece si azzerano di fatto, a due riprese, i fondi per l’intero comparto, tagliando complessivamente oltre sette milioni di euro per l’intero settore agricolo. Invitiamo i consiglieri regionali che tanto parlano del nostro Abruzzo agricolo e vinicolo a ripensare questi tagli mortali: non sono sufficienti i fondi del CSR (ex PSR) e dell’OCM, molti dei quali inaccessibili alle piccole e piccolissime aziende».

Radica aggiunge poi: «Avremmo bisogno di fondi a supporto dei comuni per la manutenzione straordinaria e ordinaria delle strade rurali, di risorse per la realizzazione di invasi contro la crisi idrica, per il miglioramento dei servizi a rete, per la promozione della meccanizzazione in agricoltura e per lo sviluppo del biologico. Ci troviamo di fronte, al contrario, a continui tagli, per sostenere spese per eventi che poco portano all’Abruzzo, e per pagare i pesanti debiti della sanità».