27 Luglio 2025 - 10:02:49
di Tommaso Cotellessa
L’estate 2025 in Abruzzo si muove lungo una linea di equilibrio tra stabilità, moderato ottimismo e – seppur in minoranza – casi di grande positività, secondo quanto emerge da un’indagine condotta da CNA Turismo Abruzzo nel cuore della stagione. Il sondaggio, che ha coinvolto un centinaio di operatori dell’intero comparto turistico regionale – dagli hotel ai B&B, dagli stabilimenti balneari agli accompagnatori turistici – restituisce un quadro sfaccettato, dove i segnali di crescita si intrecciano a dinamiche ancora fragili.
«Sul punto decisivo delle presenze in questo momento della stagione – dice la presidente Francesca Mastromauro sintetizzando l’esito dell’indagine – i numeri dicono che la somma di valori stabili, positivi ed estremamente positivi è complessivamente dominante (quasi 72%), con una forte prevalenza del primo valore (40,9%); percentuale complessiva che però si assottiglia quando la domanda pone problemi di valutazione sulle prospettive (53,5%). Quanto al periodo di permanenza, a prevalere è la formula week-end (47%), davanti alla sosta settimanale (21,2%) e altre soluzioni (31,8%)».
Il turista tipo dell’estate abruzzese è italiano (83,5%), spesso della stessa regione, mentre i visitatori stranieri rappresentano una quota minoritaria (16,5%). A prevalere è il turismo individuale (55,7%), favorito nella scelta da web e social media (71,2%), con canali tradizionali come il passaparola e la conoscenza diretta ormai residuali. Anche il metodo di prenotazione è equamente diviso tra online (50%) e telefono (48,5%), segno di una doppia modalità di accesso che coinvolge sia giovani digitali sia turisti più tradizionali.
In fatto di mobilità, a dominare è il mezzo proprio (95,5%), confermando le difficoltà del sistema del trasporto pubblico: bus, treni e persino l’aeroporto di Pescara risultano ancora poco incisivi nel generare arrivi, nonostante i segnali positivi registrati sul fronte voli e rotte.
L’indagine mette in luce forti differenze tra aree costiere e zone interne. Lucia Simioni, presidente di Abruzzobnb, evidenzia una stagione più incerta per l’ospitalità extra-alberghiera: «Dopo una buona partenza, luglio ha mostrato un calo nelle richieste e, soprattutto, una riduzione della durata dei soggiorni. Sulla Costa dei Trabocchi, ad esempio, aumentano le richieste per una sola notte, tipiche di un turismo di passaggio. La costa teramana e le aree interne dell’Aquilano registrano un calo delle presenze, in particolare per quanto riguarda il turismo outdoor e dei cammini».
In controtendenza, l’area aquilana legata al turismo alberghiero mostra segnali incoraggianti. «Prevediamo una buona tenuta fino a ottobre – afferma Roberto Laglia, responsabile CNA Turismo L’Aquila – grazie a un’onda lunga post-pandemia. Le presenze si dividono equamente tra lavoro e tempo libero. La designazione dell’Aquila come Capitale italiana della cultura 2026 potrà rappresentare un’occasione decisiva, se accompagnata da un calendario eventi chiaro e tempestivo».
Non mancano riflessioni sui fattori che condizionano l’andamento turistico. Secondo Gabriele Marchese, responsabile CNA Turismo Abruzzo, il principale elemento che incide è la condizione economica generale (57,6%). Seguono l’attività di promozione (42,4%) e, a distanza, l’organizzazione di eventi (18,2%).
«Serve una maggiore sinergia tra operatori e istituzioni – conclude Marchese – per consolidare il turismo esperienziale, valorizzare le aree interne e sostenere in modo più efficace la vacanza attiva, un segmento in crescita ma ancora poco strutturato».
L’indagine di CNA Turismo si configura dunque come uno strumento prezioso per orientare scelte strategiche future e affrontare le sfide strutturali del turismo abruzzese: destagionalizzazione, qualità dell’offerta, e promozione mirata i temi chiave per il 2026.