29 Luglio 2025 - 18:51:32
di Redazione
Non si arrestano le polemiche sui numeri dei Cantieri dell’Immaginario e il Partito Democratico cittadino commenta quanto dichiarato nei giorni scorsi dal direttore artistico Leonardo De Amicis che ha parlato di «edizione record» della kermesse.
«Sarebbe stato strano il contrario, in effetti – affermano i Dem – Sarà nostra premura, al termine del cartellone di eventi, chiedere conto dei biglietti effettivamente venduti, degli incassi ricavati, e dei costi sostenuti, voce per voce, per le produzioni artistiche e per gli allestimenti, dai palchi ai service. Certo è che se davvero sono stati venduti 19 mila biglietti, e ci si augura di arrivare a 20 mila come indicato dal sindaco, vuol dire che ne sono rimasti invenduti più del 50% di quelli effettivamente disponibili, considerato il numero di posti previsti nelle diverse location per i vari spettacoli. E cosi si spiegano le sedie malinconicamente vuote viste in parecchi eventi, a fronte di alcuni ‘sold out’. Se si tratta di record, che cosa è successo negli anni passati?».
«Restano più che legittime, dunque, le domande che abbiamo posto e su cui sarebbe interessante confrontarsi pubblicamente – prosegue il Partito Democratico che torna a chiedere chiarezza – è davvero necessario allestire un cartellone con così tanti spettacoli, senza che vi sia un filo rosso riconoscibile a dare sostanza alla proposta, privatizzando tra l’altro, per un periodo tanto lungo, uno spazio pubblico che appartiene a tutte e tutti, precludendo persino la vista con i teli oscuranti? In Commissione, assente come sempre il sindaco, avevamo suggerito di destinare l’utilizzo della scalinata di San Bernardino per gli spettacoli con platee prevedibilmente più ampie (riducendo l’impatto di una chiusura così prolungata), di togliere il catafalco che impedisce persino lo sguardo, e per gli altri spettacoli di utilizzare location diverse, secondo lo spirito originario dei Cantieri che miravano alla riconquista di spazi per la cittadinanza. Non ci hanno voluto ascoltare».
Sottolineando l’investimento ingente di risorse pubbliche, i Dem definisco come «doveroso aprire ora un confronto senza che ciò venga considerato lesa maestà, e crediamo sia doveroso anche approfondire altri aspetti, che hanno a che fare con l’etica più che con la cultura, attinenti a palchi e service, alle modalità di affidamento e ai costi sostenuti. Ma ce ne sarà occasione. Ciò che torniamo a sottolineare è che eventi finanziati con fondi pubblici dovrebbero rappresentare l’occasione per una crescita culturale e sociale di tutta la comunità, attraverso un sostegno forte alle produzioni di giovani artisti locali e attraverso una spinta alla fruizione della cultura soprattutto di chi non può permetterselo. A fronte di spettacoli a pagamento bisognerebbe garantire anche spettacoli gratuiti, come accade nelle piazze di tutta Italia dove si organizzano eventi gratuiti partecipati da migliaia di persone. Parlare di sicurezza pare davvero strumentale».
Circa l’annuncio della serata inaugurale della Perdonanza a pagamento, il Pd aggiunge: «E’ davvero inaccettabile ascoltare il sindaco dell’Aquila rivendicare la decisione. Chiediamo a Biondi di fare un passo indietro: così, sta tradendo lo spirito di Celestino V che ci ha donato la Perdonanza come forma di ribellione alla vendita delle indulgenze, al perdono garantito solo a chi poteva permetterselo economicamente. La Perdonanza è una festa popolare, è di tutte e tutti, è il momento identitario del nostro vivere insieme come comunità: non si può riservare il momento dell’apertura delle celebrazioni soltanto a chi può permetterselo e ha la fortuna di trovare i biglietti. E non si utilizzi come scusante ciò che è accaduto l’anno passato: le immagini di cittadine e cittadini che si spintonavano non sono altro che il risultato della scelta di precludere l’accesso verso la Basilica e di riservare, tra l’altro, oltre 800 posti ad autorità (590 posti a sedere) e giornalisti (155 posti a sedere). Numeri ingiustificabili, e che raccontano di come vengano gestiti i biglietti in alcuni casi e di quale sia l’idea di chiusura elitaria a pochi fortunati che questa amministrazione continua ad alimentare».
«Se davvero ci sono problemi organizzativi e di sicurezza, allora si rinunci alla spettacolarizzazione e si organizzi una inaugurazione sobria, accessibile a tutte e tutti – conclude il PD – La Perdonanza deve restare un evento popolare e comunitario che appartiene alla città: non può essere gestita dall’amministrazione come ‘cosa propria’».