29 Luglio 2025 - 10:42:02

di Tommaso Cotellessa

«L’America è lontana, dall’altra parte della Luna» cantava Lucio Dalla, tuttavia quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e, soprattutto, quanto deciso dal presidente Donald Trump, avendo serie e immediate ricadute, consegna la percezione di una vicinanza estrema fra il vecchio continente e il nuovo mondo.

Dopo l’accordo siglato da Ursula Von der Leyen e Donald Trump, con la decisione di imporre dazi al 15% sull’export europeo negli Stati Uniti, si è fatto un gran parlare, tanto delle modalità con cui è stato raggiunto l’accordo, quanto del suo contenuto. Il mondo del commercio denuncia infatti che i dazi rappresenteranno un duro colpo per far fronte al quale sarà necessario che l’Europa preveda indennizzi e sostegni.

La ricaduta sulla produzione europea ed in particolare italiana sarà notevole in quanto l’esportazione verso l’America rappresenta un’importante fonte di approvvigionamento.

Ma per restringere sempre più il campo, vediamo quali saranno gli effetti dei dazi targati Donald sulla produzione e l’export abruzzese.

Secondo quanto elaborato dal centro studi di Confartigianato emerge che l’Italia ha un grado di esposizione sul mercato statunitense pari al 3,6% nel 2024, il dato viene misurato come rapporto tra le esportazioni manifatturiere sul valore aggiunto. Tuttavia scendendo nel dettaglio del territorio abruzzese emerge che questo dato sale al 15,1% nella provincia dell’Aquila, che si colloca al terzo posto della classifica nazionale.

Quello della provincia dell’Aquila rappresenta infatti un picco che però non viene suffragato dalle altre province abruzzesi, la media regionale si attesta infatti al 5%, posizionando così la regione subito dopo Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. 

In particolare, l’Abruzzo è una delle regioni con un valore di export verso gli Usa superiore al miliardo: il dato, nel 2024, è pari a 1.619 milioni di euro, con un aumento del 9,9% rispetto all’anno precedente. A Chieti il valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti è pari a 291 milioni di euro (+46,1% rispetto all’anno precedente), mentre all’Aquila il valore è di 1.132 milioni di euro (+9%).

Per quanto riguarda l’export nei settori tipici delle Micro e piccole imprese (Mpi), il valore per l’Abruzzo è di 220 milioni di euro, pari allo 0,6% del Pil, un’esposizione inferiore rispetto alla media italiana dello 0,9%. In provincia di Chieti il dato è pari a 101 milioni di euro (0,9%), mentre nell’Aquilano è di 8 milioni (0,1%). 

A fronte di questi dati è possibile dedurre il duro colpo che verrà inferto al commercio abruzzese dal brusco intervento del tycoon. Proprio in merito ai timori per il futuro e alla necessità di garantire un paracadute alle imprese è intervenuto il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo, il quale ha spiegato che:

«Le misure protezionistiche oltre a colpire chi esporta direttamente, si trasmettono anche lungo le filiere produttive, con effetti a catena su fornitori, subfornitori e su tutto il sistema delle micro e piccole imprese italiane. L’Ue deve ora concentrarsi su politiche industriali finalizzate ad aumentare la competitività delle aziende e dell’economia. A partire dalle indispensabili misure per il contenimento dei costi energetici: basti pensare – conclude – che le imprese italiane pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea, anche a causa di una eccessiva tassazione in bollette».

L’auspicio è dunque quello di vedere un’Europa pronta a far fronte ad una piaga ormai aperta ma per la quale è necessario evitare un’emorragia.