31 Luglio 2025 - 12:35:30

di Tommaso Cotellessa

Quello dello spopolamento è un tema ampio e diffuso che accomuna le aree interne ed in particolare i piccoli comuni montani. Una problematica che concerne tanto il presente quanto il futuro di importanti aree del territorio che si vedono chiamate ad affrontare una questione che vale il loro destino.

Proprio su questo tema il Comitato per la Legislazione del Consiglio regionale abruzzese, presieduto dalla consigliera Carla Mannetti, ha portato avanti un intenso lavoro volto a consentire l’attuazione della legge regionale n.32 del 21 dicembre 2021 che interviene proprio nel merito delle misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni di montagna.

Con questo documento la Regione Abruzzo è stata tra le prime regioni italiane a dotarsi di una normativa specifica volta a contrastare il declino demografico delle zone montane più marginali, intervenendo con uno strumento legislativo concreto attraverso il quale si intende favorire il ripopolamento e la rivitalizzazione dei territori montani attraverso incentivi economici e misure di sostegno.

La stessa consigliera Mannetti ha sottolineato gli effetti positivi degli interventi messi in campo con la legge 32/2021, con il tradursi delle misure in un aumento della popolazione residente, l’erogazione di incentivi per le nuove attività imprenditoriali, la corresponsione di assegni di natalità, il rimborso delle rette scolastiche. Al contempo però Mannetti evidenzia che emergono anche proposte avanzate dagli amministratori sindaci che vivono questi territori e che verranno raccolte per allargare il piano di interventi.

«Dall’analisi del saldo tra i morti e i nuovi nati, emerge un saldo negativo – sottolinea Mannetti – su questo bisogna incidere. Quindi va bene l’assegno di natalità, ma sicuramente dovranno essere adottate altre misure a sostegno delle famiglie e delle persone che si trasferiscono e rimangono in questi territori».

Anche il vice presidente del Comitato, Pierpaolo Pietrucci, ha sottolineato che numerosi sono ancora gli interventi da mettere in campo. In particolare Pietrucci ha invocato un vero e proprio cambio di passo da parte della politica regionale e nazionale riguardo questa tematica.

«C’è tanto ancora da fare per le aree interne – sottolinea Pietrucci – serve una vera e propria rivoluzione in termini di risorse, in termini di politiche per evitare lo spopolamento. Ce la metteremo tutta nei prossimi mesi per cercare di cambiare lo stato di cose».

Dal report, curato dal Servizio Analisi Economica, Statistica e Monitoraggio del Consiglio regionale, emerge un quadro completo del fenomeno dello spopolamento nel territorio regionale. Dai dati forniti, infatti, si delinea una situazione a rischio desertificazione demografica, con un calo demografico del -8,4% nei piccoli comuni montani nel periodo 2016-2021 e un rapporto 2 a 1 tra anziani e giovani.

I comuni interessanti da questo fenomeno costituiscono il 57,7% dei totali 305 comuni regionali e appartengono per il maggior numero alla provincia dell’Aquila (77 comuni), seguita da Chieti (57 comuni), Pescara (23) e Teramo (19), per un totale di 176 comuni.

Ad essere interessati dagli interventi messi in campo dalla legge regionale 32/2021 sono i comuni montani con popolazione inferiore a 3000 abitanti nei quali il calo demografico è superiore alla media regionale negli ultimi cinque anni, ma anche i comuni montani con una popolazione che raggiunge i 200 abitanti, anche in assenza di calo demografico.

Entrando ora nel dettaglio degli interventi, la legge regionale prevede l’elargizione di assegni di natalità, con contributi fino a 2500 euro annui per tre ani destinati ad ogni nuovo nato, adottato o in affido; incentivi per i nuovi residenti con contributi annui per tre anni per chi trasferisce la residenza in un piccolo comune montano; incentivi per attività imprenditoriali, consistenti nel raddoppio del contributo di 5000 euro annui per chi avvia un’attività nel comune di nuova residenza; il rimborso delle tasse scolastiche, fino a 2000 euro annui, per alunni residenti che frequentano scuole paritarie o private nei comuni senza istituti statali, la legge prevede anche la promozione di intese tra asl e comuni montani per l’apertura di ambulatori pediatrici per garantire servizi sanitari essenziali.

Degni di nota sono i risultati che emergono dai numeri relativi alla reazione provocata dalla messa in campo degli interventi. Emerge infatti che, per quanto riguarda il trasferimento di residenza ,nel 2022, le 496 richieste valide hanno coinvolto 714 persone (1,44 persone per domanda), mentre nel 2023, le 602 richieste valide hanno coinvolto 829 persone (1,38 persone per domanda) con il 1160% dei trasferimenti che proviene da altri comuni abruzzesi, con la provincia dell’Aquila come principale destinazione.

In merito all’assegno di natalità, invece, nel 2022, su 152 comuni con nascite, 110 hanno registrato la liquidazione di almeno un assegno (72,8%), mentre Nel 2023, il numero e aumentato a 127 comuni, segno di una maggiore diffusione delle informazioni sull’incentivo.

Prendendo, in ultimo, in considerazione il risultato degli interventi riservati alle attività commerciali si evince che nel 2022 sono state 11 le nuove attività (2,2% dei nuovi residenti), mentre nel 2023 sono state 19. I principali settori interessati sono quelli dell’agricoltura e del commercio e servizi.
Settori principali:

Dalle indagini svolte dal comitato emerge, dunque, una situazione strutturale di abbandono di queste aree alla quale è necessario rispondere con un intervento altrettanto strutturale che ambisca non solo a rendere attrattive le aree montane, ma anche vivibili e con un alta qualità della vita. Tutto ciò si traduce nella disponibilità dei servizi primari, come scuole, presidi sanitari e un serio impianto di welfare. La strada sembra dunque quella giusta ma è necessario percorrerla a fondo.

La legge regionale 32/2021 è certamente un primo importante passo, ma per far fronte ad una problematica di tale portata è necessaria una sinergia istituzionale che coinvolga tutti la politica in tutti i suoi livelli.

D’altronde, la principale partita che ci riserva il futuro si gioca tutta sulla questione demografica, tra città e montagna, tra Nord e Sud, fra nascite e migrazioni.