01 Agosto 2025 - 09:54:20
di Vanni Biordi
Mentre il centro storico dell’Aquila risplende di una nuova vita, simbolo di una rinascita tanto agognata, a pochi chilometri di distanza si consuma un’altra storia, più silenziosa e amara.
Un racconto di degrado e abbandono che arriva dalle periferie, dalle “piastre” del Progetto C.A.S.E., quei prefabbricati post-sisma che avrebbero dovuto essere una soluzione temporanea e che, invece, rischiano di diventare un monumento all’incompiutezza.
È questa la narrazione potente e dolorosa che emerge dal video-documentario “L’Aquila, periferia del silenzio”, realizzato da Gabriele Ferrara, assistente sociale, Enrico Perilli, professore e psicologo, e Gamal Bouchaib, mediatore culturale.
Partendo da una segnalazione, i tre autori hanno trasformato un semplice grido di aiuto in un’opera di denuncia sociale, focalizzando l’attenzione su luoghi come le piastre di Pagliare di Sassa. Il video non si limita a mostrare il degrado, finestre rotte, ascensori distrutti, materassi abbandonati, ma lo trasforma in un’esperienza sensoriale, in un silenzio “assordante” che racchiude anni di promesse mancate e di disinteresse. Il contesto è chiaro: il successo della ricostruzione del centro storico ha oscurato il fallimento di quella delle periferie.
La città si è divisa in due, un centro pulsante e delle periferie che si svuotano, diventando “luoghi fantasma” dove si annida il disagio sociale. Il documentario, quindi, non è solo una cronaca di degrado ma un’analisi acuta di un processo di stratificazione sociale. L’interpretazione degli autori è che la rinascita dell’Aquila non può dirsi completa se non include ogni suo quartiere, se non si estende oltre i confini del centro storico. Le periferie non sono solo un problema edilizio, ma un problema sociale e umano. Il messaggio finale è un appello a un nuovo patto sociale, un invito a superare l’indifferenza e a guardare oltre la facciata lucida del centro.
È un richiamo a restituire dignità a quelle zone e a quelle persone che, dopo aver affrontato il trauma del sisma, si trovano ora ad affrontare il trauma del silenzio e dell’abbandono. Il video di Ferrara, Perilli e Bouchaib è una bussola che indica una direzione necessaria: non c’è vera ricostruzione senza inclusione.
Il link al servizio dell’Aqtv: