01 Agosto 2025 - 11:13:41
di Redazione
La procedura di ristrutturazione del debito intrapresa da Marelli, che ha portato la multinazionale a cambiare proprietà, è stata al centro dell’incontro al Mimit con la proprietà.
«Per quanto riguarda il nostro Paese, i rappresentanti di Marelli hanno assicurato che i diritti dei lavoratori sono assolutamente intatti – scrive in una nota la Fiom Cgil della provincia dell’Aquila – Nel corso dell’incontro è stato fatto un focus sugli stabilimenti che più di altri vivono delle criticità, tra questi quello di Sulmona».
«Riguardo allo stabilimento peligno, Marelli ha spiegato di aver proposto a Stellantis di bloccare parzialmente la produzione di bracci oscillanti in lamiera e il relativo trasferimento in India, mantenendo a Sulmona la produzione in ghisa per Ducato Messico; a fronte di questa richiesta Stellantis avrebbe messo in sospeso il trasferimento in India della produzione di tali bracci e a detta di Marelli questa operazione consentirebbe il “recupero” di 18 persone; internalizzare alcune operazioni di lavorazione meccanica, ma su questo non avrebbe ricevuto da Stellantis nessuna risposta; di essere considerato fornitore preferito per il nuovo Ducato la cui produzione dovrebbe partire nel 2031; a fronte di questa richiesta Stellantis ha sondato Marelli per una potenziale quotazione», spiegano da Fiom.
«Ci preme precisare che non siamo d’accordo sulla dichiarazione dell’azienda circa la impossibilità di produrre a Sulmona i nuovi bracci oscillanti – in lamiera e non più in ghisa – per la ex Sevel, visto che la stessa tecnologia, peraltro non particolarmente complessa, è già da tempo ben conosciuta a Sulmona perché utilizzata per alcuni modelli auto. Se consideriamo che in incontri precedenti Marelli aveva spiegato che lo stabilimento di Sulmona “vive in simbiosi” con la ex Sevel, di fronte alla scelta di scartare Sulmona per la produzione dei bracci in lamiera ci chiediamo quanto sia robusta e duratura questa “simbiosi” che rappresenterebbe l’unica fonte di ossigeno per lo stabilimento – precisa il sindacato – Ricordiamo che i lavoratori Marelli di Sulmona sono da anni alle prese con gli ammortizzatori sociali con conseguente pesante impatto sul salario, e, a causa della ennesima flessione del numero di furgoni prodotti dalla ex Sevel e di una conseguente minore necessità di forniture di componenti da parte della Marelli di Sulmona, a partire dal 2 agosto 2025 e per ulteriori 12 mesi gli operai saranno posti in Contratto di Solidarietà (in deroga , essendo stati consumati tutti gli ammortizzatori sociali “normali”) questa volta fino al 55% delle ore lavorabili contro il precedente 45%».
«Alla luce dei timidi segnali positivi che sembrerebbero sottostare alle dichiarazioni rese ieri dall’azienda riguardo a Sulmona, chiederemo un incontro di approfondimento in sede locale, perché riteniamo che per dare concretezza alle parole occorrano dati precisi su volumi produttivi, tempi, investimenti», conclude la nota.