05 Agosto 2025 - 19:43:52

di Tommaso Cotellessa

Fresco di nomina e ancora in attesa di prendere servizio nel nuovo incarico il nuovo direttore generale della Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila, Paolo Costanzi è al centro del dibattito di questi giorni.

La conferma dei rumors è giunta stamattina con la nomina ufficiale da parte del presidente della Regione Marco Marsilio, ma l’ondata di entusiasmo per il nome di Costanzi è partita sin dalle prime voci circolate su di lui.

Congratulazioni bipartisan e attestazioni di stima proveniente da ogni settore e colore politico per il nuovo manager, tuttavia quella che gli si presenta è tutt’altro che una situazione semplice.

A ricordarlo direttamente a Costanzi è la Cgil che ha deciso di indirizzare al direttore una lettera aperta in cui interviene sulla situazione della sanità in provincia dell’Aquila.

Di seguito il testo integrale della lettera firmata dal segretario generale della Cgil dell’Aquila, Francesco Marrelli e dal segretario della FP CGIL Anthony Pasqualone.

Egregio dott. Paolo Costanzi,
Le facciamo le nostre congratulazioni per la nomina a Direttore Generale della ASL1 AvezzanoSulmona-L’Aquila.
Nell’augurarLe un buon lavoro, Le rivolgiamo le nostre riflessioni sulla grave situazione della
sanità pubblica.
Premettiamo che la nostra Provincia, non Le sfugga, rappresenta, per estensione, il 50%
della Regione Abruzzo, con 73 punti di erogazione, 3 Ospedali di I livello, un Ospedale di area
disagiata, 2 Punti di Primo Intervento, con l’avvio, in prospettiva, delle attività delle Case e degli
Ospedali di Comunità
. Contestualmente la stessa è caratterizzata dall’invecchiamento della popolazione
(oltre il 26% della popolazione è over 65) e da un inarrestabile spopolamento del territorio, con
l’abbandono delle aree montane dovuto alla scarsità dei servizi pubblici e del lavoro, elementi, questi,
fondamentali per la dignità delle donne e degli uomini che vivono in un Paese che dovrebbe coltivare i
valori sanciti dalla nostra Costituzione. In questo contesto, la ASL1, in questi ultimi anni, ha avuto un
finanziamento inadeguato e sottostimato rispetto alle reali necessità della collettività, rapportate, quindi,
alla morfologia del territorio ed ai bisogni sanitari effettivi delle persone, in molti casi, anziane.
Ciò ha
fatto emergere, stanti i bilanci consuntivi della ASL1, un deficit strutturale, e non comprimibile, di
diverse decine di milioni di euro. Questa condizione ha determinato gravi ripercussioni sui cittadini e
sulle cittadine che vivono in questa Provincia, costretti a rinunciare, a volte, anche alle cure, senza
ricevere risposte concrete da parte del Sistema Sanitario Pubblico, anche a causa di una
programmazione inadeguata che ha, negli anni, determinato una cronica carenza di personale, di posti
letto ospedalieri e di assistenza residenziale, un impoverimento dei servizi territoriali e di prossimità,
con la conseguente desertificazione di vaste aree della nostra Provincia.
Inoltre, il mancato avvio di un modello di integrazione tra ospedale e territorio, ha determinato,
per esempio, gravissimi ritardi nell’attivazione delle Case e degli Ospedali di Comunità ed una
incomprensibile individuazione di due Case di Comunità all’interno degli Ospedali dell’Aquila e di
Sulmona, tradendo l’intento di realizzare una efficace medicina di prossimità ed una rete di servizi
sanitari funzionale alla persona.
Le scelte assunte a seguito di tali imposizioni sono andate a discapito delle fasce più deboli della
società, arrivando anche alla privazione del diritto universale alla salute ed alla cura; infatti, chi può, va
a curarsi fuori dalla nostra Provincia, rivolgendosi anche al privato, chi, invece, vive in condizione di
povertà o non ha la disponibilità economica sufficiente, è costretto a rinunciare alle cure per sé o per i
propri cari.
Lei sarà chiamato a dirigere l’Azienda Sanitaria che, non le sfuggirà, è la più importante e
complessa del nostro territorio, con il compito di riorganizzare il sistema sanitario pubblico provinciale
e, riorganizzare, vuol dire “trovare il modo in cui un sistema è strutturato al fine del corretto
espletamento delle sue funzioni”, cioè attraverso la salvaguardia della dignità del lavoro provvedendo a
garantire servizi sanitari adeguati alle necessità della collettività.
Pertanto, Le chiediamo di rimettere al centro della Sua azione la persona, cioè le lavoratrici e i
lavoratori che, per troppi anni, hanno vissuto condizioni massacranti di lavoro senza una giusta
retribuzione e senza garanzie, cercando comunque di assicurare la continuità del servizio, e i cittadini e
le cittadine che si rivolgono al sistema sanitario pubblico per curarsi, a tutti gli uomini e le donne che
vivono nella nostra Provincia, che hanno diritto a prestazioni sanitarie efficaci, efficienti, uguali e di
qualità, a prescindere dal luogo di nascita o di residenza e dalle disponibilità economiche che hanno o
che non hanno a disposizione, per il superamento di qualsiasi disuguaglianza.
L’immobilismo di questi ultimi anni, legato principalmente ad una continua e costante
compressione della spesa sanitaria, ha, invece, prodotto nuovi disagi per il personale, anche a causa del
mancato riconoscimento economico del lavoro svolto, della precarietà nelle assunzioni, con il proliferare
di appalti, disuguaglianze tra lavoratrici e lavoratori, con una conseguente ed inevitabile contrazione dei
diritti. Contestualmente sono in costante aumento i tempi per le liste di attesa, mentre, nel periodo
estivo, continuano le chiusure e gli accorpamenti dei reparti. Costante è anche il ricorso all’attività
intramoenia, come la carenza di farmaci e di dispositivi medici che, ormai cronica, è denunciata
quotidianamente dagli utenti, i quali hanno una percezione del Servizio Sanitario Pubblico, in termini di
qualità ed efficienza, che peggiora di giorno in giorno.
Le chiediamo, quindi, il rispetto delle regole e del contratto nazionale di lavoro per garantire i
diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e di avere una maggiore autonomia dalla politica che consenta di
soddisfare gli interessi e i bisogni della collettività, con discontinuità rispetto alle precedenti gestioni.
Lei, che è un profondo conoscitore del nostro territorio, potrà assumere scelte ispirate dalla
competenza e dalla concretezza, con lo scopo di dare le dovute risposte, in termini di erogazione di
servizi essenziali di qualità, ai cittadini e alle cittadine, improntando la Sua azione al rispetto per i
lavoratori e per le lavoratrici, migliorandone le condizioni di lavoro e di vita. Il coinvolgimento delle
parti sociali e degli attori che abitano e amministrano il nostro territorio è, in tal senso, essenziale per
una corretta gestione della cosa pubblica e di un bene comune come la sanità, nel rispetto dei principi
costituzionali dell’uguaglianza, della solidarietà, della partecipazione e della legalità, con il superamento
effettivo delle tante disuguaglianze prodotte in questi anni.
La priorità è rimettere al centro il lavoro e i servizi che rendano attrattivo e funzionale l’intero
Sistema Sanitario Provinciale Pubblico. Ciò può avvenire solo mediante una progettualità seria e
duratura e con un continuo e costante confronto con la parti sociali e con i portatori di interessi diffusi e
generali e non particolari.
La CGIL, in questi anni, si è contraddistinta per serietà e coerenza nella difesa del lavoro e dei
servizi, assumendo decisioni, quando necessarie, anche conflittuali con le precedenti gestioni, in piena
autonomia dalla politica. Dal Suo insediamento, è nostra determinazione aprire immediatamente un
confronto sui tanti, e da troppo tempo irrisolti, problemi della ASL1, perché non siamo più disponibili
ad attendere decisioni calate dall’alto, che rischiano di pregiudicare definitivamente un sistema sanitario
strategico per la tutela delle comunità che vivono i territori delle aree interne dell’Abruzzo.
Ricordando che “l’inizio è la parte più importante del lavoro”, nel rinnovarLe il nostro augurio,
auspichiamo l’avvio di un serio, sincero, corretto e costruttivo confronto nel pieno rispetto dei ruoli e
delle funzioni a garanzia dei diritti delle cittadine, dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Buon lavoro!