07 Agosto 2025 - 17:05:06

di Redazione

Potenziamento dell‘Azienda Regionale delle Aree Produttive (Arap) e istituzione dell’Agenzia Regionale Abruzzo Lavoro (Aral), che ha l’obiettivo di disciplinare le funzioni e i compiti della Regione in materia di servizi per l’impiego

Sono i due progetti di legge, già approvati dal Consiglio regionale, illustrati dall’assessore alle Attività produtitive, Tiziana Magnacca.

Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, l’assessore ha parlato di «due leggi importanti almeno per quanto riguarda il Dipartimento dello sviluppo economico. Questa amministrazione regionale, così come il mio Dipartimento, non resta seduta – ha detto -, ma ha avviato un processo di riforma importantissimo sia per le aree industriali che per il mondo del lavoro, nella consapevolezza che per entrambi i settori era necessario procedere ad un adeguamento normativo che tenesse conto delle nuove esigenze emerse non solo in ambito regionale, ma in tutto il Paese».

Per Magnacca «l’obiettivo è quello di riformare completamente l’intero sistema delle politiche attive del lavoro, ma, per certi versi, anche quello delle politiche passive istituendo un’agenzia che non si rivelerà certo un ‘baraccone’ dal momento che non ci sono organi di natura politica né ci saranno soggetti nominati dalla politica. Per quanto riguarda Aral – ha proseguito – il direttore sarà scelto, prioritariamente, tra i dirigenti regionali e non ci saranno strutture superflue ad appesantirne il funzionamento. Non verranno, quindi, solo messi in rete tutti i servizi legati ai Centri per l’impiego ed a tutte le politiche attive che la Regione Abruzzo istituzionalmente deve perseguire – ha sottolineato – ma, per la prima volta, ci saranno delle articolazioni territoriali, anche ulteriori rispetto a quelle già previste nelle sedi dei Centri per l’impiego, dove potranno essere erogate attività di affiancamento a quelle aziende in cui dovessero iniziare ad avvertirsi segnali di crisi con l’obiettivo di rimanere il più vicini possibile alle stesse aziende ed ai lavoratori. Si punta, pertanto, a mutuare un sistema che si è già rivelato di grande successo in regioni come il Veneto, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia».

Per quanto riguarda l’Arap, l’assessore ha spiegato che «anch’esso fa parte di una volontà riformatrice dell’assessorato e della Giunta Marsilio che prende, però, le mosse dalla legge del 2011 andando a completare un processo di riordino dei consorzi industriali ed a dare seguito anche ad una richiesta, in tal senso, proveniente dalla Corte dei Conti».

TAGLIERI E ALESSANDRINI (M5S) «RIFORMA MONCA»

«In Consiglio regionale – dichiarano i consiglieri del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini – abbiamo espresso un fermo e motivato voto contrario alla proposta di legge regionale con cui la maggioranza ha portato a termine un’operazione tecnicamente lacunosa, economicamente insostenibile e istituzionalmente opaca. Quella che Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega presentano come riforma del sistema produttivo abruzzese è in realtà un atto improvvisato, privo dei necessari presupposti economici, normativi e gestionali, e totalmente sprovvisto di analisi d’impatto. La Regione ha scaricato su ARAP un carico insostenibile di debiti, funzioni e responsabilità, senza garantire equilibrio e continuità per il futuro».

Secondo Taglieri, i numeri parlano chiaro: «ARAP ha oggi un’esposizione debitoria di circa 50 milioni di euro tra debiti verso l’Erario e i fornitori. Con questa legge, la Giunta Marsilio impone a un ente già fragile anche l’accorpamento dei debiti del Consorzio Industriale Chieti-Pescara, stimati in oltre 8 milioni di euro, portando il totale a livelli di rischio sistemico. Il tutto senza analisi preliminare, piano di sostenibilità, o indicazioni su come garantire il pagamento degli stipendi e la continuità dei servizi essenziali: manutenzione stradale, pubblica illuminazione, depurazione, gestione delle aree industriali. Si moltiplicano organi e poltrone, ma si taglia sui servizi reali, quelli che le imprese aspettano da anni. ARAP, finanziata quasi esclusivamente dai canoni di una ristretta minoranza di imprese, già fatica da tempo a garantire i servizi dovuti. E anche la tanto sbandierata salvaguardia occupazionale si riduce a una clausola generica, subordinata al bilancio, senza certezze per i lavoratori a tempo determinato».

Particolarmente grave, secondo Alessandrini, è la gestione del caso Consorzio Chieti-Pescara: «Lo ripetiamo da anni: quel consorzio va chiuso, e va chiuso con chiarezza, trasparenza e responsabilità. Ma questa legge non garantisce affatto la chiusura. Al contrario, costruisce una procedura farraginosa, gestita interamente dalla Giunta. Non ci sono criteri oggettivi per decidere tra fusione e liquidazione. Tutto è rimesso a una relazione del commissario liquidatore e a una valutazione dell’ARAP, che è parte interessata. Un evidente conflitto d’interessi istituzionale, aggravato dall’assenza di un controllo terzo. Così si lascia aperta la porta al mantenimento del Consorzio in stato di sopravvivenza artificiale, solo per evitare scelte nette e impopolari».

«E anche in caso di liquidazione – prosegue Alessandrini – la norma prevede che i debiti del Consorzio siano estinti “nei limiti delle risorse disponibili”, senza alcuna garanzia per creditori, territorio e indotto. È l’ennesimo escamotage per rinviare responsabilità e coprire un fallimento strutturale. La Regione non chiude nulla, non riforma nulla, non risana nulla. Crea solo nuovi problemi e nuovi debiti». Per il capogruppo M5S Taglieri è poi “gravissimo, sul piano politico e istituzionale, il comportamento dell’Assessore alle Attività Produttive Tiziana Magnacca, che, dopo aver subito nei lavori di Commissione la totale riscrittura del suo testo da parte della sua stessa maggioranza, ha evitato ogni confronto di merito in Aula. Solo in una breve replica finale ha ammesso che le falle verranno colmate “successivamente”, con lo statuto redatto dalla Giunta. Una dichiarazione che suona come un’ammissione di colpa: approvare una legge in attesa di scriverne le regole è un atto di leggerezza politica che rischia di aggravare una situazione già compromessa».

Entrambi i consiglieri sottolineano il carattere ideologico della legge: «Questa riforma – dichiarano congiuntamente – accentra potere nella Giunta, politicizza la governance dell’ARAP, estende le competenze dell’ente oltre le sue capacità, senza risorse, personale o una programmazione triennale. È l’ennesima dimostrazione di una gestione arrogante e incapace, interessata solo a costruire nuovi spazi di potere sotto il controllo politico della maggioranza». «Un’azienda sana – concludono Taglieri e Alessandrini – non assorbirebbe mai una struttura indebitata senza prima un piano dettagliato di integrazione, sostenibilità e rientro. Ma la Regione Abruzzo sì, perché per la destra al governo contano solo gli annunci e le operazioni di facciata. Con loro, il danno è doppio: alla trasparenza e all’efficienza».