08 Agosto 2025 - 11:17:17

di Tommaso Cotellessa

Il Centro studi di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno ha condotto uno studio sullo stato dell’arte dello sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno delle imprese del territorio della provincia dell’Aquila.

Secondo quanto emerso dall’indagine, condotta tra il febbraio e l’aprile del 2025 sul periodo relativo al 2024 e al 2025, l’11,5% delle imprese della provincia dell’Aquila ha adottato o sperimentato soluzioni di Intelligenza artificiale (AI), mentre un ulteriore 37,6% ne sta valutando l’introduzione. Il maggior utilizzo di questa nuova tecnologia è diffuso nei servizi e nelle imprese di maggiore dimensione. Le applicazioni più comuni riguardano l’analisi dei dati, il marketing, la ricerca e sviluppo, l’automazione dei processi e l’assistenza ai clienti.

«L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle aziende – ha dichiara il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Ezio Rainaldi – rappresenta un salto epocale nella gestione e nella crescita delle realtà imprenditoriali della nostra provincia e dell’Abruzzo Interno. Tuttavia c’è un dato da rilevare: attualmente, solo il 43,7% delle imprese che stanno adottando l’IA ha già intrapreso azioni sul fronte delle risorse umane, principalmente in termini di formazione interna, ricorso a consulenti e, in misura minore, assunzione di profili specializzati. Le principali criticità riscontrate sono la carenza di competenze interne, che riguardano il 36,7% delle imprese, la complessità tecnica dell’integrazione e i costi ancora elevati delle tecnologie»

Particolare attenzione, nell’indagine di quest’anno, è stata riservata a tre ambiti: le difficoltà nel reperimento di competenze da parte delle imprese e le azioni messe in campo per affrontarle; le iniziative di welfare aziendale e la diffusione del lavoro agile, rilevata in termini di adozione e intensità di sviluppo.

Tra le imprese della provincia dell’Aquila, con ricerche di personale in corso, al momento dell’indagine, il 67,8% dichiara di riscontrare difficoltà di reperimento:

«Un dato in linea con quello rilevato lo scorso anno – sottolinea Rainaldi – le problematiche emergono soprattutto per le competenze tecniche (indicate dal 57,1% delle imprese) e per le mansioni manuali (46,3%), con un’incidenza più elevata nel comparto industriale rispetto ai servizi. Meno diffuse, ma comunque significative, le difficoltà nel reperire competenze trasversali, rilevate dal 18,5% delle imprese, e digitali avanzate (18,4%), soprattutto nei servizi».

La maggioranza delle imprese con difficoltà di reperimento del personale ha attivato contromisure (84,1%), puntando sulla formazione del personale interno (56%). Molto diffuse anche le collaborazioni esterne (52,9%) e l’ampliamento dei bacini di ricerca (40,2%).

«Quasi un terzo delle nostre imprese – evidenzia ancora il presidente Rainaldi – ha avviato forme di collaborazione con il sistema educativo territoriale – Its Academy, Pcto e tirocini curriculari. Tra le imprese industriali, in particolare, sono più diffuse le iniziative strutturate con scuole secondarie, istituti tecnici superiori e università: in ambito formativo abbiamo svolto un ruolo centrale con l’attivazione di “Excellence”, la Business Academy di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno e Fondazione Osa».

La ricerca del Centro studi confindustriale ha preso in esame anche il lavoro agile: i risultati dell’indagine mostrano che, nel 2024, il 32,3% delle imprese della provincia aquilana ha utilizzato questa modalità di lavoro.

«Una quota – rileva il direttore di Confindustria, Francesco De Bartolomeis – quasi quadruplicata rispetto al periodo pre-pandemico, ma sostanzialmente stabile nel confronto con il 2023. Anche l’intensità di utilizzo rimane significativa: nelle imprese in cui lo smart working è previsto, il 35,8% dei dipendenti non dirigenti lo ha utilizzato, prevalentemente fino a 2 giorni alla settimana».

A inizio 2025, il 28,1% delle imprese associate applicava un contratto aziendale siglato con Rsu e Rsa o rappresentanze territoriali. La diffusione è più elevata nell’industria in senso stretto (36,2%), rispetto ai servizi (21,4%) e cresce con la dimensione aziendale: si passa dal 14,5% tra le imprese fino a 15 addetti al 70,2% tra quelle con almeno 100 dipendenti. Infine, tra le imprese che prevedono premi nei contratti aziendali, il 59,4% li ha effettivamente erogati nel 2024.