21 Agosto 2025 - 17:51:40

di Martina Colabianchi

A pochi mesi da L’Aquila Capitale italiana della Cultura, il Sentiero del Centenario è ancora chiuso.

A tornare ad accendere i riflettori sull’iconico itinerario che, da Vado di Sole fino oltre Monte Camicia, segue poi le creste rocciose del massiccio del Gran Sasso tra Campo Imperatore e il versante teramano, è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

Tracciato nel 1974 dal Cai dell’Aquila nel centesimo anno dalla sua fondazione, negli anni il sentiero, come molti sul Gran Sasso, ha subìto l’usura del tempo spingendo, lo scorso anno, diversi Comuni nel cui territorio passa il Sentiero ad emettere provvedimenti di chiusura per evitare responsabilità in caso di incidenti.

«La voce prestigiosa di Stefano Ardito, qualche giorno fa, ha lanciato l’ennesimo triste grido di dolore per la totale assenza delle istituzioni nel valorizzare la nostra montagna», scrive Pietrucci dando seguito alla denuncia del noto scrittore e alpinista.

Il consigliere ripercorre, poi, le tappe che portarono la questione, nel 2017, sui banchi della Regione «quando, con un provvedimento del vicepresidente Lolli, la Regione Abruzzo stanzia 2,5 milioni di euro per “sistemare e valorizzare la rete sentieristica del Parco Gran Sasso-Laga”. Il progetto viene gestito dal Parco e dai Comuni: parte dei fondi servono per migliorare i rifugi Franchetti e Duca degli Abruzzi e altri vengono spesi per rifare i sentieri e le ferrate Ventricini, Danesi, Ricci, bivacco Bafile e Brizio. I lavori, collaudati un anno dopo, hanno successo: cresce enormemente il numero di escursionisti che percorrono le ferrate e cresce anche il lavoro per le guide alpine».

«Manca però l’ultimo passo, che non viene mai compiuto perché le risorse per ristrutturare il Centenario sono insufficienti, il percorso resta incompleto e inadeguato. Ufficialmente, oggi, il Sentiero del Centenario è chiuso».

«Nel 2024 – prosegue Pietrucci – sollecitai il Comune dell’Aquila e con Carla Mannetti organizzai diversi incontri con il CAI, la Regione Abruzzo, il Parco e gli altri Comuni per risolvere il problema. Secondo il CAI dell’Aquila, basterebbero poche migliaia di euro per eliminare i vecchi cavi, e poco di più per riattrezzate gli stessi tratti. Un progetto per sistemare il Centenario è stato presentato ma la Regione continua a non rispondere».

«Basterebbe poco per ripristinare uno dei più bei percorsi dell’Appennino, ma nessuno lo fa. Tra cinque mesi – ricorda Ardito – L’Aquila diventerà Capitale Italiana della Cultura 2026. Un titolo prestigioso e meritato, e che sottolinea il rapporto della città e della sua storia con le vette, gli altopiani e i percorsi del Gran Sasso. Tra i tanti soldi che si spendono – o si sprecano in Regione – credo sia giusto e doveroso trovare subito le poche risorse necessarie a questo progetto: perché la prossima primavera possano partire i lavori per restituire il Centenario a tutti gli amanti della montagna», conclude.