24 Agosto 2025 - 01:43:21

di Redazione

Sotto una pioggia battente, ieri sera piazza Palazzo è tornata a fare da scenario, a 16 anni dal sisma, all’accensione del tripode della Pace che ha dato il via alla 731ª Perdonanza celestiniana.

La fiaccola con il fuoco del Morrone, simbolo di pace e fraternità, partita il 16 agosto scorso dall’eremo di Sant’Onofrio, ha illuminato piazza Palazzo, dopo aver attraversato borghi e comunità lungo il Cammino del Perdono, ripercorrendo così il viaggio di Pietro da Morrone verso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio dove, nel 1294, è diventato Papa Celestino V.

Dopo aver illuminato i luoghi simbolo della fede celestiniana, con ultima tappa a Collemaggio, la fiaccola ha raggiunto, molto velocemente a causa della pioggia, il palco accompagnata e accolta dai vessilli dei Bandierai dei quattro quarti.

A consegnare nelle mani del sindaco Pierluigi Biondi la fiaccola per l’accensione del tripode della Pace, Mario Centi che 46 anni fa, insieme al presidente dell’associazione Comitato festa Perdonanza celestiniana Floro Panti e ad altri cittadini, diede vita al viaggio della fiaccola tra i luoghi celestiniani.

Dal palco di piazza Palazzo la fiamma è stata quindi portata all’interno di palazzo Margherita e successivamente issata sul torrino della basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove brillerà per tutta la durata della manifestazione.

La cerimonia di apertura ha visto sul palco, oltre al sindaco e all’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo, anche il presidente della Regione, Marco Marsilio, e il presidente della Provincia, Angelo Caruso che, dato il forte maltempo, hanno parlato brevemente dal palco. Presenti anche gli ex primi cittadini aquilani Biagio Tempesta e Massimo Cialente.

Nel corso della cerimonia, Panti ha dato voce alla storia, leggendo la “Pergamena delle Perdonanze locali”, documento che raccoglie le memorie e le promesse di riconciliazione germogliate durante il cammino del Fuoco del Morrone.

«Un ritorno alle origini, a piazza Palazzo, secondo la tradizione che nell’83 reintrodusse l’allora sindaco Tullio De Rubeis – ha detto il sindaco Biondi – E’ un modo per testimoniare la capacità di questa città di sapersi reinventare quando è necessario e di saper recuperare l’originalità quando le condizioni lo consentono. E’ bello tornare nella piazza che ospita il palazzo di città, il luogo della sovranità popolare, il luogo della democrazia di tutti i cittadini e quindi il luogo della comunità. E’ un grande avvicinamento a L’Aquila Capitale italiana della Cultura. La città ha vissuto momenti significativi, questo è l’anno giubilare e, fino ad oggi tra il Giubileo dei giovani e i semplici visitatori che si sono prenotati, ci sono stati oltre 25mila visitatori nella basilica di Collemaggio. La Perdonanza e la festa più importante della città e la festa più importante del territorio e, naturalmente, è un grande preludio a quello che sarà L’Aquila capitale italiana della cultura 2026».