24 Agosto 2025 - 12:58:42

di Tommaso Cotellessa

La pioggia battente scesa nel tardo pomeriggio aveva fatto temere il peggio, ma non è riuscita a impedire lo svolgimento della serata inaugurale della 731ª Perdonanza Celestiniana.

Mentre il rito dell’accensione del Tripode della Pace, celebrato in Piazza Palazzo, si è svolto sotto fitte precipitazioni, la pioggia ha poi risparmiato il dopocena, consentendo l’avvio dei festeggiamenti.

In tanti, oltre 7mila secondo i dati diffusi dagli organizzatori, hanno deciso di uscire di casa per assistere al concerto, nonostante il tempo incerto e l’aria rinfrescata dal maltempo. Qualche disagio, tuttavia, non è mancato: il concerto è partito con un’ora di ritardo, alle 22:30 invece delle 21:30, con l’ingresso sul palco del maestro Leonardo De Amicis, direttore artistico e “deus ex machina” della serata.

La musica dell’orchestra composta dagli studenti del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila ha rotto il silenzio, mentre le luci di scena illuminavano la facciata della Basilica di Collemaggio, impreziosita dalla fiamma del Tripode della Pace, collocato sulla torre dell’edificio sacro, dove resterà a vegliare sulla città per tutta la durata della Perdonanza.

Il racconto del viaggio di Papa Celestino verso L’Aquila ha introdotto il pubblico nello spirito celestiniano, subito incarnato dalla toccante interpretazione del brano La Cura di Franco Battiato, offerta da Amara.

A seguire, è salita sul palco la “zia d’Italia”, Mara Venier, che ha dato lettura di un testo in cui il perdono è stato descritto non come tregua, ma come “nuovo alfabeto”. Poi il testimone è passato a Lorena Bianchetti, che ha assunto il ruolo di conduttrice della serata.

La prima parola chiave del “viaggio-concerto” all’interno del perdono è stata “appartenenza”, introdotta da un monologo dell’attrice Viola Graziosi, già Dama della Bolla nel corteo celestiniano. Le sue parole hanno aperto la strada all’ingresso del sorriso e dell’energia di Francesco Gabbani, che ha cantato la bellezza della vita, ricordando come essa sia un lungo attimo da vivere intensamente.

La seconda parola è stata “libertà”, intesa come scelta del meglio per noi e per chi ci sta attorno, una libertà che conduce alla felicità. A interpretarla, con profondità e intensità, sono state le voci di Vittoriana De Amicis, Viola Graziosi e Luca Violini.

Il pubblico si è poi acceso con l’ingresso di Renato Zero sul palco. I sorcini si sono accalcati dinanzi al loro idolo creando qualche trambusto, subito sedato dal servizio d’ordine della serata.

Le canzoni di Renatone hanno acceso l’animo degli astanti così come le sue parole e la sua testimonianza di solidarietà nei confronti di chi soffre, in particolare dei bambini vittime delle guerre. Non è mancato l’accenno, sebbene non del tutto esplicito all’operato del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

La serata è proseguita all’insegna della speranza, ancora i testi toccanti di Paolo Logli hanno spinto il pubblico a riflettere e ad alzare gli occhi verso l’alto e verso l’altro.

E proprio sull’onda di queste suggestioni è salito sul palco Gaetano Curreri, frontman degli Stadio e uno degli autori delle più belle canzoni della musica leggera italiana.

Poi ancora Alex Britti che con la sua chitarra e la sua voce ha incantato il pubblico.

Una serata dunque che ha dato il via ai festeggiamenti invitando alla riflessione e alla ricerca interiore. Il tutto sulle note della buona musica.