02 Settembre 2025 - 11:20:47
di Vanni Biordi
Il supporto alle persone con autismo e l’ottimizzazione dei servizi di emergenza sanitaria, in un contesto regionale segnato da sfide croniche come liste d’attesa e carenze strutturali sono stati al centro della Quinta Commissione Consiliare “Salute, Sicurezza Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro” del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, presieduta da Paolo Gatti (Fratelli d’Italia).
La seduta si è aperta con le audizioni dell’assessore regionale alla Salute, Famiglia e Pari Opportunità, Nicoletta Verì, confermata nel ruolo dal presidente Marco Marsilio lo scorso aprile.
Accanto a lei, sono intervenuti rappresentanti delle associazioni Autismo Abruzzo APS e Angsa Abruzzo APS, due realtà consolidate nel territorio che da anni supportano famiglie e istituzioni nella gestione dei disturbi dello spettro autistico. Queste organizzazioni, nate dall’iniziativa di genitori e familiari, operano su scala regionale per promuovere interventi mirati, dalla creazione di servizi alla sensibilizzazione, e hanno recentemente lanciato appelli per affrontare l’inadeguatezza delle strutture sanitarie dedicate.
Successivamente, l’attenzione si è spostata sull’esame della mozione intitolata “Introduzione della figura dell’Infermiere di processo nei pronto soccorso della Regione Abruzzo”, proposta dal Movimento 5 Stelle e depositata dal consigliere Francesco Taglieri.
Questa figura professionale, già sperimentata in altre regioni italiane, è pensata per rivoluzionare la gestione dei flussi nei dipartimenti di emergenza, riducendo i tempi di attesa e migliorando la qualità dell’assistenza, specialmente per codici minori. La mozione mira a introdurla in tutti i pronto soccorsi abruzzesi, affrontando un problema endemico come l’affollamento e le inefficienze.
Infine, la commissione ha ascoltato Vero Michitelli, direttore generale della Asl di Pescara dal settembre 2023, nominato dalla giunta Marsilio. La sua audizione si è focalizzata su questioni locali, come la gestione delle risorse umane e le strategie per mitigare le criticità nei servizi di urgenza, in una Asl che copre un bacino di oltre 300.000 utenti e che ha affrontato recenti inchieste su liste d’attesa.
La seduta non è stata solo un adempimento burocratico, ma un’analisi delle esigenze sanitarie abruzzesi. Le audizioni iniziali con Verì e le associazioni sull’autismo suggeriscono un impegno a integrare voci dal basso nelle politiche regionali, potenzialmente per aggiornare protocolli diagnostici e riabilitativi.
«Oggi portiamo delle criticità importanti che sono state segnalate da decine di famiglie a livello regionale. Le portiamo anche in collaborazione con Angsa Abruzzo, l’altra associazione di riferimento regionale – spiega Dario Verzulli, presidente dell’associazione Autismo Abruzzo APS -. Nello specifico, si parla della necessità dell’attivazione di un servizio di emergenza e urgenza per le famiglie monogenitoriali. Esistono decine di famiglie in Abruzzo con figli autistici, ragazzi o adulti. Il secondo punto è la salute orale, abbiamo dei ragazzini con delle carie che devono essere curate, ma essendo non collaboranti c’è bisogno della seduta chirurgica e ci sono liste d’attesa che arrivano a sei mesi o anche un anno, e non si può attendere un anno per un mal di denti. Abbiamo anche delle criticità per quanto riguarda le liste d’attesa, Queste sono le segnalazioni che abbiamo portato alla Commissione e che, speriamo, da questo giorno possano essere affrontate in maniera costruttiva».
Negli ultimi mesi, le associazioni hanno spinto per un tavolo permanente, come richiesto lo scorso maggio.
«La nostra Regione ha posto un’attenzione particolare per tutta la problematica dell’autismo e l’abbiamo evidenziato attraverso questa attenzione, attraverso delle delibere ben definite – ha spiegato l’assessore alla Sanità -. Siamo passati da un budget di 2 milioni nel 2022, ad uno di 15 milioni nel 2025-26. Questo vuol dire che abbiamo accreditato tutte le strutture, che hanno la possibilità di operare sia per quanto riguarda ambulatori dedicati, centro diurni, ma anche per quanto riguarda le residenze. Stiamo portando in atto una politica di far rientrare tutti quei ragazzi che sono presso strutture esterne alla nostra regione. Adesso portiamo avanti, attraverso un comitato tecnico-scientifico, che abbiamo istituito dal 2019 nel nostro dipartimento, le ulteriori richieste».
L’esame della mozione sull’infermiere di processo, invece, riflette una risposta alle emergenze quotidiane: con pronto soccorsi spesso sovraccarichi, questa innovazione potrebbe decongestionare i reparti, liberando risorse per casi complessi come quelli legati all’autismo.
«La prima è quella di un’integrazione socio-sanitaria, quindi il nostro programma è finalizzato a questa integrazione. Le associazioni hanno chiesto anche un percorso di cura per quanto riguarda la disabilità in genere, e anche questo fa parte del nostro programma. Per quanto riguarda le cure odontoiatriche, abbiamo individuato dei presidi ospedalieri che hanno le potenzialità e la vocazione per quanto riguarda la cura odontoiatrica delle persone con disabilità», ha concluso Verì.
Nel complesso, l’evento interpreta un Abruzzo che cerca di bilanciare urgenze immediate con visioni a lungo termine, in un momento in cui la sanità regionale registra un disavanzo di -81 milioni di euro, come chiarito dall’assessore Verì ad aprile. Si tratta di un passo verso una governance più inclusiva, dove la politica regionale risponde a pressioni sociali e associative.
La “geografia” delle relazioni in gioco è complessa e multilivello. Al centro c’è la Regione Abruzzo, con Verì come ponte tra giunta e commissione, che coordina politiche sanitarie su scala regionale. Le associazioni Autismo Abruzzo e Angsa rappresentano il tessuto civile: la prima, fondata per essere punto di riferimento familiare, opera in rete con oltre 500 nuclei; la seconda, affiliata all’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, è attiva da 23 anni con focus su advocacy e servizi locali. Queste entità dialogano direttamente con istituzioni come la Asl di Pescara, guidata da Michitelli, che gestisce strutture chiave come l’ospedale civile, spesso al centro di controversie su attese e risorse.
I rapporti sono gerarchici ma collaborativi: la commissione funge da forum di mediazione, dove partiti (dal centrodestra al M5S) convergono su temi trasversali. Geograficamente, l’attenzione si concentra su aree urbane come Pescara e L’Aquila, ma tocca l’intero territorio abruzzese, con centri come quello di Sant’Atto per l’autismo che vedono aumenti di posti letto. Questa rete evidenzia tensioni, come appelli per servizi inadeguati, ma anche sinergie, con associazioni che fungono da “sentinelle”
Nel contesto abruzzese, la sanità affronta un mix di criticità strutturali e sociali. Per l’autismo, la regione conta centri di riferimento come quello dell’Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, ma persistono denunce su liste d’attesa e percorsi inadeguati: casi recenti, come un bambino autistico costretto a 5 ore di attesa al pronto soccorso di Chieti, illustrano l’urgenza di protocolli prioritari per vulnerabili. L’autismo, con prevalenza stimata in 1 su 54 bambini, richiede interventi precoci, ma l’Abruzzo sconta ritardi, amplificati da carenze di personale e fondi.
Nei pronto soccorso, il sovraffollamento è cronico: normative regionali fissano tempi massimi, ma la realtà vede attese estenuanti, specialmente per codici bianchi o verdi. La mozione M5S si inserisce qui, proponendo l’infermiere di processo come soluzione per traumi minori, ispirata a modelli nazionali che hanno ridotto attese del 30-40%. Complessivamente, con un disavanzo sanitario e inchieste in corso, questa seduta potrebbe segnare un turning point, spingendo verso riforme che integrino inclusione e efficienza.
In un Abruzzo post-pandemia, dove la sanità è al centro del dibattito politico, eventi come questo sottolineano la necessità di un approccio olistico, che unisca istituzioni, associazioni e comunità per una regione più equa e resiliente.