02 Settembre 2025 - 11:52:50
di Vanni Biordi
In un Abruzzo che guarda al futuro senza dimenticare le radici, lo Zafferano dell’Aquila DOP festeggia i suoi primi vent’anni di riconoscimento europeo.
Un traguardo che non è solo un anniversario, ma un’occasione per riflettere sul ruolo di questo “oro rosso” come pilastro dell’economia, della cultura e dell’identità regionale. Oggi, nella sala commissioni di Palazzo Margherita, sede del Comune dell’Aquila, è stato presentato il programma di celebrazioni durante una conferenza stampa.
Un evento che simboleggia l’unità di intenti tra istituzioni locali e regionali, in un territorio segnato da sfide storiche come il terremoto del 2009, ma resiliente grazie a prodotti come lo zafferano che fungono da volano per la rinascita.
Il programma, promosso dal Gruppo di Azione Locale (GAL) Gran Sasso Velino in collaborazione con la Regione Abruzzo, in particolare l’Assessorato all’Agricoltura, la Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e la Fondazione della Cassa di Risparmio dell’Aquila, prevede quattro appuntamenti tra il 5 e il 19 settembre. Si tratterà di eventi, convegni, rievocazioni storiche e show cooking nei luoghi simbolo della produzione, come l’Altopiano di Navelli e L’Aquila stessa. Queste iniziative rientrano nella Strategia di sviluppo locale finanziata dal Piano di Sviluppo Rurale Abruzzo 2014-2022, Sottomisura che mira a valorizzare le eccellenze agroalimentari come leva per lo sviluppo rurale sostenibile.
Alla conferenza stampa sono intervenute figure chiave del territorio: Paolo Federico, sindaco di Navelli e presidente del GAL Gran Sasso-Velino; Emanuele Imprudente, vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura; Raffaele Daniele, vicesindaco dell’Aquila; e Massimiliano D’Innocenzo, presidente del Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP, della Cooperativa di Comunità Oro Rosso e socio della Cooperativa di Produttori ‘Altopiano di Navelli’.
La loro presenza ha sottolineato la convergenza di interessi tra amministrazione locale, governance regionale e mondo produttivo, in un ecosistema che vede lo zafferano non solo come prodotto, ma come narrazione condivisa.
Lo zafferano abruzzese affonda le radici nel XII secolo, quando fu introdotto in Italia per la prima volta a Navelli da un monaco domenicano della famiglia Santucci, trovando nell’Altopiano di Navelli un habitat ideale grazie al clima montano e ai suoli calcarei. Tra il XIV e il XVII secolo, divenne simbolo di prosperità economica per L’Aquila e le terre limitrofe, grazie a legami commerciali con Firenze, Venezia e persino la Germania, dove era noto come “zima” per la sua qualità superiore. Nel XV secolo, L’Aquila visse un periodo di grande ricchezza, assumendo importanza nel Regno di Napoli proprio grazie al commercio di questo spezia preziosa.
Dopo un declino nel XIX e XX secolo, lo zafferano è stato riscoperto negli ultimi decenni, culminando nel riconoscimento DOP nel 2005, esattamente vent’anni fa, che ha tutelato la produzione limitata alla provincia di L’Aquila, con regole stringenti su coltivazione manuale e essiccazione. Oggi, rappresenta un’eccellenza culturale e identitaria, emblema di “amore e costanza, cura e passione” per gli abitanti dei borghi appenninici, come sottolineato dalle stesse istituzioni promotrici.
Economicamente, è un volano per la competitività: la certificazione DOP ha favorito la crescita, con produzioni che raggiungono mercati internazionali, sostenendo piccole cooperative e contrastando lo spopolamento rurale in un Abruzzo interno ancora segnato dalle ferite del sisma. In un contesto nazionale dove le DOP sono strumento di valorizzazione territoriale, lo zafferano dell’Aquila si distingue per il suo legame con la biodiversità appenninica e la tradizione contadina, contribuendo al PIL regionale attraverso turismo enogastronomico e export. Le celebrazioni arrivano in un momento propizio, con l’Abruzzo che investe in agricoltura sostenibile post-pandemia e in vista della nuova programmazione europea dei fondi rurali.
Geograficamente, il cuore della produzione è l’Altopiano di Navelli, un’area montana a circa 700 metri di altitudine nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che si estende verso L’Aquila e i comuni limitrofi. Qui, il microclima secco e ventoso favorisce la coltivazione del Crocus sativus, rendendo questa zona unica in Italia per qualità e resa. Le relazioni tra attori si dispiegano su scala locale e regionale: il GAL Gran Sasso Velino, con sede a Navelli, funge da hub per lo sviluppo bottom-up, collegando produttori come la Cooperativa ‘Altopiano di Navelli’ e il Consorzio di Tutela.
A livello istituzionale, la partnership con la Regione Abruzzo e l’Assessorato all’Agricoltura riflette una geografia politica che vede L’Aquila come capoluogo di un territorio interno, spesso marginalizzato rispetto alle coste adriatiche. La Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e la Fondazione Cassa di Risparmio rafforzano il network economico-finanziario, mentre le cooperative di comunità come Oro Rosso incarnano un modello di governance partecipativa, dove contadini e imprenditori locali condividono rischi e benefici. Questa rete non è casuale: nasce dalla necessità di unire forze in un Abruzzo diviso tra montagne e pianure, dove prodotti come lo zafferano fungono da ponte tra tradizione e innovazione, favorendo sinergie con enti nazionali per la promozione DOP.
Questi eventi non sono mera festa, ma un’interpretazione strategica del ruolo dello zafferano nel tessuto sociale abruzzese. Le rievocazioni storiche e i convegni evocano il passato prospero, mentre gli show cooking proiettano il prodotto verso mercati globali, attirando turisti e investitori. In un’era di cambiamenti climatici e globalizzazione, celebrare il ventennale significa riaffermare l’identità appenninica contro lo spopolamento, promuovendo un’agricoltura di qualità che integra sostenibilità ambientale e inclusione sociale.
Le celebrazioni, finanziate dal PSR, interpretano lo zafferano come strumento di coesione: un “oro rosso” che, come ha detto D’Innocenzo, ha reso la DOP un “volano di crescita e competitività”. Per l’Abruzzo, questo anniversario è un invito a investire nel locale per competere nel globale, rafforzando relazioni che potrebbero estendersi a nuove partnership europee.
In sintesi, lo zafferano non è solo spezia: è il filo rosso che lega storia, geografia e futuro di una regione tenace.
«Un eccellenza assoluta – ha commentato Imprudente – Festeggiamo i 20 anni di un prodotto che ha portato un valore territoriale enorme a livello internazionale. La sua qualità è assoluta: le analisi e gli studi dimostrano le sue qualità eccezionali uniche al mondo. E’ un prodotto che ha fatto la città dell’Aquila, ed è sempre stato un un valore e volano economico. Questo è un momento importante: 4 giorni di eventi che riportano al centro il valore delle dop per l’Abruzzo intero, ed è un momento per lanciare ancora di più il prodotto».
«La certificazione dop ha segnato un passo importantissimo nella storia dello zafferano, oggi quella certificazione va valorizzata per permetterne l’utilizzo in tutti i grandi ristoranti anche negli stellati della città e della regione – ha detto Federico – Quello è il suo mercato naturale, perché forse il costo, tra 26/30euro al grammo, trova un mercato difficile tra le massaie quindi bisogna orientarsi su un mercato più importante. La produzione va aiutata con sostegni a imprenditori giovani che vogliano intraprendere questa attività. Credo che la Regione possa, anche nel disciplinare degli aiuti ai giovani imprenditori, prevedere una quota parte per impiantare lo zafferano».