03 Settembre 2025 - 17:17:10

di Martina Colabianchi

«Ci sarebbe da ridere, se la vicenda non fosse tremendamente seria».

Inizia così una nota del Partito Democratico aquilano in merito a quanto accaduto lunedì scorso in Consiglio comunale quando, al momento della votazione per eleggere il nuovo presidente dei revisori dei conti del Comune, non si è potuto procedere per mancanza del numero legale.

Come vi avevamo raccontato, quel pomeriggio è accaduta una cosa decisamente atipica: maggioranza da una parte, e opposizioni dall’altra, hanno attribuito le responsabilità di quanto accaduto alle forze politiche avversarie.

Ma, come spiega anche il Partito Democratico, spetta alla maggioranza garantire il numero legale dell’assise. Soprattutto in una giornata così importante anche per il proseguo dei lavori politici.

L’assenza di alcuni consiglieri di Forza Italia, Lega e L’Aquila Protagonista, come già fatto intendere in precedenti dichiarazioni delle opposizioni unite, sarebbe secondo il Pd da ricondurre a liti interne tra e nei partiti.

«L’assenza di cinque consiglieri comunali di maggioranza non era affatto casuale, ma ha reso evidente lo scontro, tutto interno alla maggioranza, che si sta consumando sulle attese nomine dei Cda di alcune aziende partecipate dal Comune; a far rumore, in particolare, è la defezione di due consiglieri del neonato gruppo “L’Aquila protagonista”, diretta emanazione del sindaco dell’Aquila Biondi che, con la costituzione del gruppo, ha voluto riequilibrare i rapporti di forza con Fratelli d’Italia, all’Aquila a forte trazione Liris», scrivono i Dem.

«Evidente come le assenze raccontino di un clima tesissimo, e di ‘messaggi’ che i gruppi politici continuano ad inviarsi in modo sfrontato, in un momento di forte fibrillazione. E questo accade sulla pelle degli aquilani che, da anni, sono costretti ad assistere ad uno squallido teatrino, tra cambi di casacca, nascita e scomparsa di gruppi consiliari, scompaginazione di vecchi equilibri e lotte intestine per le nomine e per i ruoli di potere».

«Il risultato è che, oggi, il Comune dell’Aquila è paralizzato, se è vero che senza la nomina del Presidente del collegio dei revisori non si possono approvare atti di rilevanza economica – proseguono -. Una vergogna che i capigruppo di destra hanno provato a nascondere attaccando le forze di opposizione, colpevoli, stando ai perversi meccanismi delle loro menti, di non aver supportato la maggioranza, se di maggioranza si può ancora parlare, assicurando il numero legale».

«E d’altra parte, va ricordato che il Consiglio comunale non è un organo di vigilanza, come ritengono gli sprovveduti capigruppo di maggioranza, ma l’organo più importante che dà gli indirizzi politici anche al sindaco, e che decide. O almeno dovrebbe. L’averlo ridotto ad un entità priva di rilevanza politica è una responsabilità gravissima del primo cittadino, di nuovo impegnato in un viaggio all’estero a spese delle aquilane e degli aquilani, e dei consiglieri di maggioranza, ridotti a servitù degli appetiti dei capibastone locali di una destra arrogante e incapace».

«Chiedere che l’opposizione mantenga il numero legale in aula rappresenta una ammissione di fallimento e una richiesta d’aiuto: forse il centrodestra chiede a noi di aiutarli a governare perché si son resi conto di non esserne in grado? Ebbene c’è un modo rapido per risolvere il problema: dimettersi in massa e tornare al voto», conclude il Pd aquilano.