03 Settembre 2025 - 16:10:50

di Martina Colabianchi

Solo 13 regioni italiane raggiungono gli standard per l’erogazione delle cure essenziale garantite dal Sistema Sanitario Nazionale. Tra queste, ancora una volta, non c’è l’Abruzzo che risulta inadempiente nell’area della prevenzione e in quella distrettuale.

A rilevarlo è la Fondazione Gimbe che ha analizzato i dati della Relazione 2023 ‘Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia’ pubblicata lo scorso 6 agosto dal Ministero della Salute.

Nel 2023, rileva Gimbe, 8 Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile: a perdere almeno 10 punti sono Lazio, Sicilia, Lombardia e Basilicata.

In generale, il Veneto in testa, mentre al Sud sono promosse solo Puglia, Campania e Sardegna, quest’ultima, insieme alla Calabria, ha registrato un netto miglioramento nel 2023.

Anche in Abruzzo non si devono ignorare i passi in avanti, con l’area della prevenzione che ha comunque incrementato il proprio punteggio arrivando a 54 mentre nel 2022 era pari a 49; nell’area distrettuale, invece, diminuisce ulteriormente passando da 62 a 45. Nell’area ospedaliera continua ad aumentare raggiungendo il punteggio di 83.

L’insufficienza dell’area prevenzione è determinata innanzitutto dai punteggi pari a 0 degli indicatori relativi alla copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per il ciclo base e per il vaccino combinato per Morbillo, Parotite e Rosolia.

Sono superiori alla sufficienza e in miglioramento i punteggi relativi all’indicatore composito sugli stili di vita e all’indicatore sulla proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon-retto.

Per quanto riguarda, invece, l’area distrettuale, il Monitoraggio sottolinea i punteggi pari a zero degli indicatori relativi al Tasso di ospedalizzazione standardizzato in età pediatrica per asma e gastroenterite e dell’indicatore Allarme-Target dei mezzi di soccorso, che misura la capacità tempestiva di risposta del sistema di emergenza e le performance del sistema 118, e che in Abruzzo si attesta a una media di 25 minuti.

 «Il monitoraggio Lea 2023 – afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellottacertifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla Regione di residenza e che la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi».

«I dati del monitoraggio Gimbe per il 2023 confermano ciò che avevamo già denunciato nei mesi scorsi: la sanità abruzzese peggiora ancora, restando al di sotto degli standard minimi previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). L’Abruzzo è tra le Regioni che non raggiungono la soglia in almeno due aree fondamentali (prevenzione collettiva, assistenza distrettuale e ospedaliera), confermando lo stallo già da noi denunciato mesi fa. Siamo di fronte a una situazione inaccettabile: l’Abruzzo non solo non migliora, ma rimane lontano dalle altre Regioni del Centro-Nord, dimostrando che l’inerzia, la sottovalutazione delle criticità e i tagli negli anni stanno producendo effetti gravi sui diritti dei cittadini», affermano Daniele Marinelli, segretario regionale, e Silvio Paolucci, capogruppo Pd in Consiglio regionale.

«Al contrario della maggior parte delle altre regioni, l’Abruzzo è tra le poche che restano inadempienti in due ambiti essenziali – rimarcano i due esponenti Pd – . Questo quadro rappresenta non solo un dato statistico, ma una fotografia delle difficoltà vissute dalla popolazione, soprattutto nei territori interni e montani. Dopo sette anni di governo Marsilio, fino ad oggi, si sono moltiplicati spot e proclami, ma la sanità reale resta ignorata – concludono Marinelli e Paolucci –. Occorrono subito interventi concreti: risorse aggiuntive, piano di rafforzamento territoriale, investimenti nella prevenzione e nelle Cure primarie. Il deterioramento certificato da GIMBE non può essere usato come alibi: è il frutto prevedibile di scelte politiche e di bilanci regionali che stanno sacrificando e demolendo il comparto più importante di competenza regionale. Ora serve una svolta: un piano Marshall per ridare dignità e sicurezza alla sanità abruzzese».