04 Settembre 2025 - 12:16:38
di Vanni Biordi
Presentazione ufficiale, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa nella sala “Isolina Scarsella” di Palazzo Silone, il nuovo direttore generale della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Paolo Costanzi.
L’evento, alla presenza di rappresentanti regionali e locali, segna l’inizio formale dell’incarico per Costanzi, nominato lo scorso 5 agosto dal presidente della Regione Marco Marsilio e operativo dal 1° settembre. Questa nomina arriva in un momento cruciale per la sanità abruzzese, segnata da anni di ricostruzione post-sisma e dalle eredità della pandemia, e rappresenta un tentativo di rafforzare la gestione amministrativa di un’azienda sanitaria tra le più estese e complesse d’Italia.
La presentazione di oggi ha visto interventi del presidente Marco Marsilio e dell’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, che hanno sottolineato la «comprovata esperienza» di Costanzi come chiave per affrontare le sfide future.
Il nuovo direttore, 62enne originario dell’Aquila, ha espresso un «impegno senza riserve» per il rilancio della ASL 1, enfatizzando la necessità di una collaborazione stretta con le istituzioni locali e il personale sanitario.
Costanzi succede a Ferdinando Romano, il cui mandato è terminato tra polemiche su ritardi nella ricostruzione ospedaliera e carenze di personale. La nomina, firmata da Marsilio (Fratelli d’Italia), riflette una continuità politica: Costanzi ha un curriculum profondamente radicato nelle strutture regionali abruzzesi, avendo diretto per oltre vent’anni la Direzione Attività Amministrativa del Consiglio regionale. Negli ultimi mesi, ha ricoperto ruoli come Direttore del Dipartimento Sociale, Enti Locali e Cultura della Regione e Commissario dell’Adsu L’Aquila, dimostrando una versatilità amministrativa che spazia dal bilancio pubblico alla gestione di enti territoriali.
Questa nomina può essere interpretata come un segnale di stabilizzazione amministrativa in un contesto di instabilità sanitaria. La Asl 1, che copre un vasto territorio montano e post-sismico, dal cratere del 2009 a quello del 2016-2017, affronta problemi cronici: liste d’attesa lunghissime, carenza di medici specialisti e infrastrutture obsolete. Scegliendo Costanzi, un economista e dirigente pubblico con background in finanza e management, piuttosto che un medico, la Regione sembra privilegiare l’efficienza burocratica e finanziaria rispetto a una expertise clinica diretta. Questo approccio potrebbe accelerare l’assorbimento di fondi PNRR per la digitalizzazione e la ricostruzione, ma rischia di alienare il personale sanitario, che spesso lamenta una “burocratizzazione” eccessiva del settore.
Emerge, così, un intreccio tra politica e amministrazione: Marsilio, al secondo mandato, consolida il controllo sulla sanità abruzzese nominando figure fedeli al centrodestra. Congratulazioni immediate sono arrivate dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi (FdI), che ha lodato la «profonda conoscenza della macchina amministrativa» di Costanzi, e da Alessandro Grimaldi, direttore di dipartimento medico, che ha auspicato un «rilancio con investimenti sui giovani».
Questi endorsement rivelano una rete di alleanze locali, ma anche potenziali conflitti: la Asl 1 è spesso al centro di tensioni con i sindacati e le opposizioni, che criticano la Regione per tagli al personale e ritardi nelle assunzioni. Costanzi, con la sua esperienza in Organismi Interni di Valutazione e come revisore contabile, potrebbe fungere da “ponte” tra esigenze economiche e operative, ma il suo passato prevalentemente regionale solleva interrogativi sulla sua indipendenza da Palazzo Silone.
Costanzi si trova a gestire eredità pesanti: ospedali come quello di Sulmona e Avezzano necessitano di ammodernamenti urgenti, mentre L’Aquila lotta per mantenere il ruolo di hub regionale. La pandemia ha amplificato le disuguaglianze territoriali, con un’emigrazione sanitaria verso Roma e Pescara che costa milioni alla Regione. Secondo dati Istat recenti, l’Abruzzo registra un tasso di mortalità evitabile superiore alla media nazionale, legato a carenze preventive e specialistiche.
Costanzi porta un curriculum solido: laureato in Economia e Commercio, con perfezionamenti in diritto tributario e abilitazioni come commercialista e revisore, ha insegnato organizzazione aziendale nelle università di L’Aquila e Teramo. Le sue pubblicazioni su management pubblico e la sua esperienza in enti come l’Ater Pescara e l’Inpdap lo rendono esperto in ottimizzazione risorse, cruciale per una ASL con bilancio in bilico tra fondi Ue e tagli statali. Però, la mancanza di background medico potrebbe complicare la gestione di emergenze cliniche, come l’invecchiamento demografico o la telemedicina nelle aree interne.
In buona sostanza, la sua nomina appare come una mossa pragmatica per stabilizzare una Asl in affanno, ma solleva dubbi sulla priorità data all’amministrazione rispetto alla cura. Se da un lato l’esperienza di Costanzi potrebbe efficientare processi e attrarre investimenti, dall’altro rischia di perpetuare un modello “top-down” che ignora le voci dal basso del personale sanitario. In un’era di sanità pubblica sotto stress, servirebbe un direttore con visione ibrida, amministrativa e clinica, per evitare che la burocrazia diventi un ostacolo anziché un alleato. Solo il tempo dirà se questa “nuova era”, come definita da Marsilio, porterà frutti concreti o si limiterà a un cambio di guardia formale.