Operazione “Dominica”: colpo al traffico di cocaina dal Brasile all’Abruzzo, 13 perquisizioni e un arresto

05 Settembre 2025 - 18:31:22

di Vanni Biordi

Un’organizzazione criminale internazionale, con ramificazioni dal Brasile alle piazze di spaccio abruzzesi, è stata smantellata dai Carabinieri in un’operazione che evidenzia la crescente infiltrazione di reti sudamericane nel tessuto criminale abruzzese. L’inchiesta, denominata “Dominica”, ha portato a 13 perquisizioni e all’arresto di un giovane pusher teatino, rivelando un flusso di cocaina ingerita da corrieri della droga e destinata a soddisfare la domanda nelle province di Chieti e Pescara.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Lanciano, hanno dato esecuzione a un’ampia serie di perquisizioni personali e locali, che hanno riguardato abitazioni, luoghi di lavoro e pertinenze di sospettati in diverse località. L’operazione ha interessato principalmente l’Abruzzo: quattro interventi a Lanciano, due ad Altino, uno ciascuno a Lama dei Peligni, Castel Frentano, Civitella Messer Raimondo e Casoli, più due a Chieti. Significativa l’estensione oltre i confini regionali, con una perquisizione nel quartiere Trastevere di Roma, a dimostrazione di come la rete si espanda verso le grandi città.
Tra i target dell’operazione, spiccano otto cittadini sudamericani, parte di un gruppo di 19 indagati complessivi, sette italiani e dodici stranieri, accusati a vario titolo di traffico, detenzione e spaccio di cocaina. Le indagini, basate su gravi indizi di reità, hanno permesso di delineare un traffico internazionale proveniente dal Brasile, dove la droga veniva preparata e trasportata attraverso tre corrieri che ingerivano ovuli di plastica contenenti la sostanza stupefacente. Un metodo rischioso e brutale, spesso associato a organizzazioni criminali sudamericane, che sfrutta la disperazione di individui disposti a rischiare la vita per un compenso modesto.
Fino ad oggi, l’attività investigativa ha già portato al sequestro di circa un chilo di cocaina, ma l’operazione odierna ha aggiunto un ulteriore colpo: circa 250 grammi di sostanza sono stati rinvenuti e confiscati. Culmine dell’intervento è stato l’arresto ai domiciliari di un 30enne di Lanciano, colto in flagranza per spaccio. L’organizzazione, secondo gli inquirenti, riforniva sistematicamente le piazze di spaccio di Lanciano, Chieti e Pescara, trattenendo una parte della merce per il consumo personale dei membri, un dettaglio che suggerisce un mix di professionalità criminale e dipendenza interna al gruppo.
L’operazione “Dominica” non è solo un successo repressivo, ma un segnale di allarme su come il traffico di stupefacenti stia evolvendo in tutta l’Italia. La presenza di sette italiani tra gli indagati indica una collaborazione stretta tra elementi locali e stranieri, probabilmente nata da legami familiari, amicizie o opportunismi economici. I sudamericani, otto dei quali destinatari delle perquisizioni, fungono da anello di congiunzione con il Brasile, uno dei principali produttori mondiali di cocaina. Questo flusso non è isolato: i corrieri ovulatori rappresentano una tattica consolidata per eludere i controlli aeroportuali, ma il loro impiego qui suggerisce un’organizzazione ben strutturata, capace di reclutare e coordinare persone da continenti diversi.
I rapporti tra gli indagati appaiono gerarchici e transnazionali: i corrieri come pedine sacrificabili, gli italiani come distributori locali che gestiscono le piazze abruzzesi, e forse figure di mezzo a Roma per lo smistamento. L’arresto del 30enne di Lanciano, un profilo giovane e radicato nel territorio, evidenzia come lo spaccio stia coinvolgendo generazioni più giovani, attratte da guadagni facili in un contesto economico fragile come quello dell’entroterra abruzzese.
Nel panorama italiano, l’Abruzzo non è tradizionalmente una roccaforte del narcotraffico, ma operazioni come questa fanno suonare il campanello d’allarme e rivelano una penetrazione crescente. La regione, con i suoi collegamenti autostradali e portuali, Pescara in primis, diventa un hub logistico per la cocaina sudamericana, che entra in Europa via rotte atlantiche e si diffonde verso il Centro Italia. Il Brasile, con le sue favelas e cartelli potenti, è una fonte primaria: secondo stime internazionali, il Paese esporta tonnellate di cocaina, sfruttando la povertà per reclutare corrieri umani.
In tutto questo, l’operazione “Dominica” rappresenta un passo avanti nella lotta al crimine organizzato, ma ci pone dubbi sulle vulnerabilità sociali. Le piazze di spaccio rifornite, Lanciano, Chieti e Pescara, sono aree urbane con tassi di disoccupazione giovanile elevati, dove la droga non è solo un business ma un circolo vizioso di dipendenza. Il fatto che parte della cocaina fosse trattenuta per uso personale dagli indagati sottolinea come il traffico alimenti un consumo locale in crescita, con ripercussioni sulla salute pubblica e sulla sicurezza.
Le forze dell’ordine, con il sequestro di oltre 1,25 kg totali, hanno inferto un danno economico significativo all’organizzazione, stimabile in centinaia di migliaia di euro al dettaglio, ma la sfida resta aperta: prevenire l’ingresso di nuovi flussi richiede cooperazione internazionale, come accordi con il Brasile per contrastare l’esportazione alla fonte. Per l’Abruzzo, questa operazione potrebbe segnare un punto di svolta, incentivando controlli più stringenti e programmi di prevenzione nelle comunità colpite.
L’inchiesta, in futuro, potrebbe portare a ulteriori arresti e svelare collegamenti più ampi e articolati. Nel frattempo, l’operazione “Dominica” conferma che la guerra alla droga è lontana dall’essere vinta, ma battaglie vinte come questa sono essenziali per arginare un fenomeno che minaccia il tessuto sociale abruzzese.