05 Settembre 2025 - 18:24:53
di Tommaso Cotellessa
Tra pochi giorni prenderà il via il 17° anno scolastico post-sisma a L’Aquila. Una data che, per quasi 4.000 studenti del capoluogo, ancora una volta, non segnerà il ritorno in una scuola vera e propria: le lezioni si svolgeranno ancora all’interno dei MUSP, i prefabbricati nati come soluzione temporanea dopo il terremoto del 2009 e che, a quasi vent’anni di distanza, continuano a rappresentare la quotidianità scolastica per migliaia di famiglie.
Il paradosso, portato a più riprese alla ribalta delle cronache da studenti e comitati locali, è stato evidenziato anche in un articolo uscito qualche settimana fa sul The Economist. Il pezzo, che ha acceso il dibattito cittadino, ha raccontato a tutto il mondo la contraddizione di una città che si prepara a diventare Capitale Italiana della Cultura 2026, mentre i suoi studenti frequentano ancora strutture provvisorie, concepite per durare pochi anni.
Proprio a fronte di ciò, con l’avvicinarsi del suonare della campanella, la Commissione Oltre Il Musp assieme al Comitato Scuole Sicure denunciano come la ricostruzione scolastica a L’Aquila proceda a rilento, tra rinvii continui, scadenze mancate e comunicazioni poco trasparenti. I dossier ufficiali pubblicati dal Comune riportano costanti aggiornamenti sulle date di “fine lavori”, che però puntualmente slittano di mesi, lasciando famiglie e insegnanti senza certezze. Ciò che manca, denunciano i comitati dei genitori, è una reale spiegazione dei motivi dei ritardi e, soprattutto, un cronoprogramma credibile per la dismissione definitiva dei MUSP.
Oltre al tema della ricostruzione, resta aperta anche la questione della sicurezza sismica. All’inizio del 2025 erano stati affidati incarichi per valutare la vulnerabilità sismica di molte scuole comunali. A distanza di mesi, e con l’anno scolastico alle porte, dei risultati non c’è ancora traccia.
«I genitori hanno il diritto di sapere lo stato delle verifiche e i relativi esiti», sottolineano i cittadini attivi , chiedendo trasparenza e chiarezza su un tema cruciale in un territorio che conosce bene il peso del rischio sismico.
La denuncia diventa ancora più forte se paragonata alle risorse impiegate per eventi e manifestazioni. Per la Perdonanza Celestiniana scorrono milioni di euro, si organizzano spettacoli e vengono diffusi comunicati trionfali sulla prossima Capitale Italiana della Cultura. Nel frattempo, però, migliaia di ragazzi e ragazze continuano a studiare nei prefabbricati, in attesa di aule vere, moderne e sicure.
«L’Aquila non ha bisogno di slogan, ma di aule sicure, di trasparenza verso i cittadini e di un futuro che non contempli più i MUSP», afferma la Commissione Oltre il MUSP insieme al Comitato Scuole Sicure L’Aquila. Una richiesta chiara, che unisce famiglie e studenti: perché la cultura, senza istruzione e senza scuole adeguate, rischia di rimanere solo una parola vuota.