10 Settembre 2025 - 13:17:35
di Martina Colabianchi
A poche ore ormai dall’inizio del nuovo anno scolastico, alcune riapriranno domani, altre il 15 settembre, la ricostruzione delle scuole all’Aquila è tutt’altro che a buon punto.
Parla di «ritardi inaccettabili» il Partito democratico aquilano che, in conferenza stampa, si unisce ai comitati cittadini nel denunciare che 3500 studenti, a 17 anni dal sisma del 2009 e a più di otto anni dall’insediamento dell’amministrazione Biondi, torneranno nei Musp. Lo fa snocciolando i dati contenuti nell’ultimo dossier sulla ricostruzione delle scuole pubblicato dal Comune dell’Aquila e aggiornato al 1° settembre, da cui risultano evidenti gli ennesimi slittamenti nella fine dei lavori di molte scuole aquilane rispetto alle previsioni.
Tra queste spiccano, ad esempio, la scuola primaria Celestino V per cui la fine dei lavori era prevista inizialmente per il 29 settembre del 2024, slittata invece, dopo una precedente proroga, al 30 giugno del 2026 e la scuola dell’infanzia San Giovanni Bosco la cui fine lavori era inizialmente prevista il 28 novembre 2024 e che slitterà al 30 settembre del prossimo anno. Il polo scolastico Gignano -Torretta – S.Elia, addirittura, registra un ritardo accumulato di oltre due anni con la riconsegna prevista a fine maggio del 2026.
«Noi chiediamo un cambio di passo, perché non è più accettabile che la città che si presenta come Capitale Italiana della cultura, oggi abbia ancora delle scuole nei Musp», dichiara il segretario del Pd cittadino Nello Avellani.
A questo si aggiunge anche la questione, sollevata proprio dal Pd qualche mese fa, degli indici di vulnerabilità sismica che, per 11 scuole in muratura su 17, erano sotto lo standard previsto dalla norma.
«Ci hanno accusato di fare allarmismo, – continua Avellani – ma dopo qualche settimana l’amministrazione ha annunciato delle verifiche di cui noi, ad oggi, non abbiamo ancora i risultati. Vorremmo capire come è la situazione, come l’amministrazione intenda intervenire laddove gli studenti frequentano scuole che hanno indici di vulnerabilità preoccupanti».
«C’è una scelta politica chiara: gli uffici che dovrebbero essere dedicati alla ricostruzione pubblica ed in particolare alle scuole, sono stati di fatto depauperati delle loro ricchezze perché si preferisce fare altro, investire sulla Perdonanza, sui Cantieri dell’Immaginario, sulla pavimentazione del centro, su altre questioni spendibili elettoralmente più facilmente, ma non sui veri nodi come la ricostruzione delle scuole che, secondo noi, dovrebbe essere la vera priorità e ci dovrebbe essere un ufficio dedicato per poter accelerare le procedure», ha proseguito il segretario.
Quello dipinto è un quadro estremamente diverso rispetto a quello sicuramente più edificante che emerge dai racconti che provengono da Oriente, nello specifico dal Giappone dove il sindaco Pierluigi Biondi, insieme ai titolari di Usra e Usrc, ha presentato il modello aquilano di ricostruzione post-sisma in occasione dell’Expo 2025 di Osaka.
«È la seconda volta che vanno in Giappone nel giro di sei mesi – dice, polemicamente, il segretario del Pd aquilano -. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, è evidente che siamo davanti ad un fallimento, e non ad un modello da esportare altrove».
Poi, l’attacco politico: «Noi abbiamo un sindaco che ormai vive in vacanza, dal Giappone a Torino, è sempre in giro. Tre-quattro giorni a settimana è a Roma alla ricerca di un posto da sottosegretario o addirittura da ministro, ma Biondi ha preso dei voti per governare la città. Se, fino al 2027, vuole fare il sindaco noi ci auguriamo lo faccia bene, ma se le ambizioni sono altre sarebbe più onesto dire agli aquilani che gli interessi sono altrove».
Tornando alle scuole, e proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico, il Partito democratico ha voluto scrivere una lettera aperta alle studentesse e agli studenti per augurargli un buon anno, ma soprattutto per ringraziarli, unitamente agli insegnati, per svolgere la loro quotidianità convivendo con mancanze dettate da un «fallimento della ricostruzione pubblica».
Care ragazze, cari ragazzi,
la scuola riparte anche all’Aquila: alcuni di voi torneranno in aula domani, altri tra qualche giorno per affrontare un nuovo anno scolastico che, come sempre, detterà il ritmo alla società scandendo le vostre giornate, quelle delle vostre famiglie, della comunità, della nostra città. Ad accompagnarvi la passione e la dedizione incrollabile di insegnanti, dirigenti, personale addetto.
Vi auguriamo un percorso ricco di soddisfazioni che sappia aprirvi straordinarie prospettive di vita, a partire dall’acquisizione di una coscienza civile e democratica che dovrà ispirare il vostro agire: a voi è affidato il destino della nostra città, del nostro territorio, del nostro Paese.
“La scuola è per tutti e di tutti”, il monito del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, qui all’Aquila, ha portato testimonianza di attenzione e sensibilità al mondo della scuola ferito dal sisma del 2009. La scuola è il luogo dove si apprendono i fondamenti della conoscenza, “dove si sperimenta la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme”.
Non c’è futuro individuale senza il sapere. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola: fate tesoro di questo insegnamento.
È vero: non mancano i problemi, le difficoltà.
In migliaia, tra di voi, inizieranno di nuovo l’anno scolastico nei Musp, moduli che dovevano essere ad uso provvisorio e che, al contrario, saranno ancora la vostra scuola, a 17 anni dal terremoto; strutture prive di mense, palestre, aule studio, aule di informatica, biblioteche. Alcuni tra di voi non hanno mai frequentato una scuola in muratura, didatticamente adeguata alle sfide poste dalla contemporaneità.
Non avete avuto le stesse possibilità dei vostri coetanei che si stanno formando altrove: le promesse che erano state fatte a voi, e alle vostre famiglie, sono state tradite. Eppure, avete dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, una mirabile resilienza di cui vi ringraziamo: è grazie a voi, ai vostri genitori, ai professori, ai dirigenti scolastici, al personale scolastico tutto se qui all’Aquila ha ancora senso – e ce l’ha, credeteci – battersi per ricostruire una città all’altezza dei vostri sogni.
Il nostro impegno è, e continuerà ad essere, teso a pretendere che finalmente si agisca, che si superi l’impasse, che ci sia la dovuta attenzione, da parte di chi amministra la città, verso la scuola.
Non possiamo accettare che oltre 3500 ragazze e ragazzi siano ancora nei Musp, non possiamo accettare che, a 17 anni dal terremoto, in alcuni Istituti i dirigenti scolastici siano costretti, per ricavare spazi per mense o palestre, a trasferire studentesse e studenti dai moduli provvisori a scuole in muratura con indici di inadeguati ad un territorio sismico come il nostro. Accade anche questo, purtroppo: non si esce dai Musp per entrare, finalmente, in una scuola sicura, ricostruita secondo gli standard imposti dalle leggi, ma per tornare in scuole non adeguate sismicamente.
È il fallimento della ricostruzione pubblica della nostra città che, evidentemente, non è stata una priorità nell’agenda politica della Giunta comunale.
Lo abbiamo denunciato a voce alta, portando la vicenda fino in Senato: all’Aquila, 11 edifici scolastici su 17, di quelli in muratura, presentano indici di vulnerabilità preoccupanti; ci è stato risposto che facevamo ‘inutile allarmismo’, per poi affidare tardive verifiche, a più di 8 anni dall’insediamento dell’attuale amministrazione: non conosciamo i risultati di queste verifiche, che dovevano essere già pubblici.
Vi promettiamo che faremo chiarezza, per il bene vostro e per la tranquillità delle vostre famiglie.
Così come continueremo ad impegnarci affinché, finalmente, si proceda con la ricostruzione delle nuove scuole, per cui sono disponibili milioni e milioni di euro da anni: i ritardi sono oramai cronici, alle promesse continue non hanno fatto seguito cantieri chiusi e scuole nuove e sicure inaugurate. L’ultima promessa mancata, tra le tante: l’amministrazione, per voce del sindaco, aveva assicurato che nel 2025 si sarebbe arrivati, almeno, alla inaugurazione del plesso San Sisto-Santa Barbara e il polo di Sant’Elia-Gignano-Torretta. La verità è che quei poli – definiti “strategici” – hanno oggi una fine lavori prevista tra maggio e giugno del 2026: di lì alla inaugurazione, poi, passeranno altri mesi. Per altri interventi, i tempi sono ancora più lunghi.
La realtà è sotto i nostri occhi, e non è più accettabile.
Care ragazze, cari ragazzi,
vi auguriamo, nonostante tutto, di vivere un anno scolastico meraviglioso, sfidante, arricchente, formativo: siamo certi che, nonostante tutto, con i vostri docenti continuerete a costruire un futuro migliore, per voi, per le vostre famiglie, per l’intera città.
Grazie per quelle che siete, e per quello che sarete.
La replica del consigliere Scimia
«Prosegue senza sosta lo sforzo dell’Amministrazione comunale per assicurare scuole pubbliche sempre più sicure dal punto di vista sismico. Un impegno concreto che, da febbraio, ha visto un’accelerazione significativa in seguito all’approvazione in Consiglio comunale di un documento voluto dalla maggioranza, con cui si è chiesto all’Amministrazione di assumersi formalmente l’onere di garantire il massimo livello di sicurezza per tutti gli edifici scolastici presenti sul territorio comunale».
A dichiararlo è Leonardo Scimia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, che ha seguito direttamente, insieme all’Amministrazione, ogni fase del percorso di verifiche sugli edifici scolastici.
«Da quel momento si è svolto un lavoro enorme, capillare e meticoloso. Ringrazio il sindaco Pierluigi Biondi per avermi consentito di seguire fin dall’inizio, passo dopo passo, tutte le fasi delle verifiche di vulnerabilità. Un monitoraggio fondamentale, non solo per comprendere lo stato reale dell’edilizia scolastica, ma anche per dare risposte fondate, trasparenti e non strumentali ai cittadini. Ad oggi i dati non sono ancora completi, ma già possiamo affermare che non emergono problematiche tali da richiedere, secondo normativa, interventi urgenti. Gli indici di vulnerabilità, approfonditi con livelli di conoscenza più elevati, ci stanno restituendo un quadro sempre più chiaro e oggettivo. Contrariamente a chi gioca sulle ansie dei cittadini e si improvvisa esperto e portavoce regionale della sicurezza scolastica, noi lavoriamo con dati, evidenze tecniche e responsabilità».
«Si tratta di un risultato unico, che pone L’Aquila come prima città in Italia con questo livello di attenzione e sistematicità rivolta alla sicurezza sismica degli edifici scolastici. È un modello, quello aquilano, fatto di pianificazione, conoscenza tecnica, visione e responsabilità amministrativa».
Il capogruppo ricorda anche che «la stessa struttura tecnica che sta ricostruendo ex novo la gran parte degli edifici scolastici cittadini oggi sta includendo anche quelli che, nel 2009, avevano subito solo danni lievi e quindi furono riparati. Anche questi sono ora inseriti, o in via di inserimento, all’interno del Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Inoltre, entro il prossimo anno scolastico 2025 2026 sono in programma le aperture di nuovi plessi scolastici»
«Questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità della Struttura di Missione, che ha permesso a questi edifici di accedere eventualmente al doppio finanziamento, riconoscendo la nostra volontà chiara e determinata: raggiungere ovunque possibile indici di vulnerabilità massimi. Quando termineremo questo enorme lavoro – conclude Scimia – sarà nostra cura e dovere comunicarlo alla popolazione con un confronto pubblico aperto alla stampa, perché crediamo nella trasparenza e nel coinvolgimento della comunità. I cittadini meritano di conoscere nel dettaglio ciò che si è fatto per la sicurezza delle scuole dei loro figli»