18 Settembre 2025 - 15:51:03

di Martina Colabianchi

«La situazione attuale – e cioè sei gestori non è un’opzione percorribile per il futuro. Non lo dico io, lo dice la legge nazionale e lo dicono i numeri. Il Consiglio regionale deve avere la forza di decidere e orientare Ersi sulla strada da intraprendere. La mia posizione e quella dell’intera maggioranza è chiara: puntiamo sul modello in house per garantire efficacia, efficienza e controllo pubblico».

Sono le parole del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che così ha concluso il suo intervento durante la seduta straordinaria e congiunta della II Commissione “Territorio, ambiente e infrastrutture” e della I Commissione “Bilancio, affari generali e istituzionali”. In esame il progetto di legge n. 72/2025, a prima firma Sospiri, che intende riformare la normativa regionale esistente in materia di “Servizio Idrico Integrato della Regione Abruzzo“.

Il provvedimento mira a superare la frammentazione gestionale con due soli gestori regionali, reti interconnesse, tariffe uniformi e investimenti in innovazione, puntando all’avvio della nuova gestione nel 2027 e alla piena operatività entro il 2031.

A oggi, la proposta di legge di riforma a firma Sospiri e Marianna Scoccia, vicepresidente del Consiglio, e condivisa con Ersi, riorganizza l’ambito abruzzese in due sub-ambiti, la cui conformazione geografica sarà decisa sulla base di criteri di efficienza ed efficacia; di capacità di approvvigionamento e con la giusta rappresentanza dei territori che andrà a comporre il Consiglio regionale con la proposta di riforma. 

«Non c’è fretta, ma non abbiamo un tempo infinito: cinque delle sei concessioni oggi in essere scadono nel 2027 e l’ultima nel 2031 – ha sottolineato il presidente Sospiri -. Ersi avvierà le procedure di riassegnazione sei mesi prima, dunque da giugno 2026. Il Consiglio regionale dovrebbe consegnare la riforma entro aprile 2026. Se non approveremo nessuna legge, la gestione andrà tutta a gara ed è impossibile che le società attuali, con le dimensioni che hanno oggi, possano competere con società molto più grandi, strutturate e con una maggiore capacità di investimento».

«Ci muoviamo dentro una cornice nazionale che va verso il riordino: il Governo sta intervenendo per ridurre il numero degli enti gestori, oggi superiore alle duemila unità. È il momento di riorganizzare le governance dell’acqua in modo tale da ridurre i gestori, unire le forze, le risorse per poter competere con società più grandi e mantenere in house, a prevalenza pubblica, la gestione dell’acqua dell’Abruzzo».

Dalle opposizioni non sono mancate le polemiche sui ritardi nel mettere mano alla spinosa questione, con la promessa di vigilare affinché la gestione resti pubblica e che vengano ascoltati tutti gli attori coinvolti.

«Marsilio e la sua Giunta governano da oltre sette anni, e giungono adesso, a scadenza di concessioni, a discutere di una riforma complessiva sul servizio idrico – dichiara il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci -. Noi vogliamo mantenere un principio, ovvero la gestione pubblica, per quanto possibile, dell’acqua a partire ovviamente dalla sua titolarità. A nostro avviso, il fallimento del mercato nella gestione di alcuni pubblici servizi è evidente, anche per quanto riguarda la narrazione in altri luoghi, e pertanto noi riteniamo che questo principio vada salvaguardato. Entreremo nel merito quando, finalmente, avremo la possibilità di audire tutti gli attori, a partire dai sindaci. Questo disegno di legge è stato presentato dalla maggioranza e non abbiamo trovato alcuna interlocuzione con i sindaci, che sono i veri “proprietari” delle reti. Ecco perché noi vogliamo che ci sia un percorso chiaro e un confronto serio».

Il percorso legislativo avviato in Commissione proseguirà con altre sedute condivise con tutte le forze politiche, audizioni, confronti con i portatori di interesse, aprendo una nuova fase per la gestione del bene più prezioso della nostra comunità. Il presidente Emiliano Di Matteo ha fissato per martedì 30 settembre, il termine massimo per poter chiedere le audizioni.