18 Settembre 2025 - 10:51:17
di Redazione
Venerdì 19 settembre è il giorno della mobilitazione Cgil per Gaza.
Saranno quattro ore di sciopero, fatta eccezione per i lavoratori e le lavoratrici che garantiscono servizi essenziali cui seguirà la manifestazione alle ore 18.00, in piazza Duomo, all’Aquila, per chiedere al Governo «di prendere una posizione netta a favore del popolo palestinese, adottando dei provvedimenti seri e concreti nei confronti di Israele».
La Cgil invita a partecipare le associazioni, i movimenti, i partiti politici, le istituzioni, i cittadini e le cittadine, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, studenti e studentesse, «per tenere viva l’attenzione, anche nel nostro territorio, sul genocidio in corso a Gaza, per chiedere che si fermi questa barbarie e che il governo italiano si schieri finalmente dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale, per un mondo migliore effettivamente possibile. Quello che accade è disumano, inaccettabile. E inaccettabili sono le escalation militari in atto. Non esiste ragione che tenga quando si sta sterminando un popolo innocente».
«Eppure, dopo quanto già accaduto a Gaza, adesso i carri armati israeliani stanno devastando anche quel poco che vi rimane – aggiunge la Cgil – Le immagini mostrano incendi, scuole, ospedali e abitazioni che crollano, fumo: la città è sotto assedio e i civili, donne, bambini, anziani, sono in trappola, se non sono rimasti uccisi. Un intero popolo sta letteralmente sparendo sotto i nostri occhi e il nostro governo, non assumendo una posizione netta in favore dei palestinesi, si rende complice, ogni giorno di più, delle azioni criminali del governo israeliano. Cos’altro deve accadere? Siamo di fronte ad un genocidio che esige di nominare i responsabili, di imporre un embargo sulle armi, di aprire corridoi umanitari».
«Gaza è l’oscurità della coscienza occidentale – prosegue – annienta ogni illusione di progresso, di uguaglianza e di solidarietà, negando ogni forma di umanità e svelando l’illusione di quell’idea di pace che ha consentito finora all’Europa di nascere e prosperare. Quanto sta accadendo a Gaza ci riguarda, quindi, tutti e tutte. Infatti, non dimentichiamoci che l’economia di guerra in cui ci hanno trascinato comporta tagli al welfare, spese ingenti per gli armamenti, impoverendo, di conseguenza, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, e compromettendo il futuro dei ragazzi e delle ragazze, anche studenti e studentesse».