18 Settembre 2025 - 16:30:36

di Martina Colabianchi

Si attesta tendenzialmente a 92 milioni di euro, al momento, il deficit sanitario abruzzese per il 2025. Il dato è emerso dalla conferenza dei capigruppo dove è stata audito sul tema l’assessore alla Salute Nicoletta Verì ma non, come era previsto, l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri.

Un deficit che si va ad aggiungere agli oltre 100 milioni di debito del 2024, cui è seguito un assestamento di bilancio, approvato prima della pausa estiva, con tagli a tanti settori cardine della regione, tra cui i trasporti, la cultura e l’ambiente.

Tuonano le opposizioni, a partire dal capogruppo del Pd Silvio Paolucci. «Come avevamo ampiamente dettagliatamente annunciato mesi fa, anche per gli anni a venire il bilancio della Regione sarà pesantemente condizionato da ripianamento del deficit della sanità – dichiara -. Questo è emerso dalla commissione congiunta di oggi, dove è stata udita la sola assessora Verì che con i dati al 30 giugno ha indicato una cifra imponente per il deficit del 2025, pari a oltre 92 milioni di euro al momento».

«Assente l’assessore Quaglieri al quale avremmo voluto chiedere che tipo di strategia applicherà l’esecutivo per recepire le somme necessarie a coprire gli enormi tagli che hanno riguardato non solo la sanità. Resta una situazione drammatica causata da una mancanza di governance e di soluzioni efficaci da parte del governo Regionale che ha già prodotto non solo il taglio di prestazioni e servizi e l’aumento delle tasse per la comunità, ma anche la perdita di fondi per la cultura, il sociale, la sanità stessa, i trasporti, lo sport, l’agricoltura, i parchi e le riserve, settori su cui si è abbattuta la scure dei tagli lineari e su cui non è ancora stato ripristinato nulla».

«Aspettiamo che venga audito anche l’assessore Quaglieri per ottenere un quadro più chiaro della situazione, che al momento però non ci sembra particolarmente positiva – incalza l’esponente Pd -. Il percorso del bilancio di previsione 2026 parte già in salita. L’altra questione che è emersa infatti è che dovranno essere accantonati ben 104 milioni di euro ogni anno per il prossimo triennio 2026/2028, lo scorso anno la cifra ammontava a appena 20 milioni. Questo dopo un anno di lacrime e sangue caratterizzato da peggioramento certificato di tutti i livelli assistenziali, in particolare quelli della prevenzione e della sanità territoriale e che senza certezze potrebbe davvero, come temiamo da tempo, portare l’Abruzzo a un nuovo commissariamento. Non è pensabile far passare questa situazione come normale e comune ad altre regioni. Al momento, invece, abbiamo deficit e un’edilizia sanitaria che non decolla, persino per le risorse del Pnrr».

«Una voragine enorme che conferma quanto abbiamo sempre detto: il sistema sanitario, sotto la gestione di Marsilio e dell’Assessore Verì, è stato portato al collasso – dichiarano anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Francesco Taglieri, e la consigliera regionale Erika Alessandrini -. La scelta di rifinanziare il disavanzo con le tasse dei cittadini si sta rivelando un cappio al collo per l’intera comunità. Dei 175 milioni di euro derivanti dalle maggiori entrate fiscali, ben 104 milioni dovranno essere accantonati nei prossimi tre anni per coprire i disavanzi, lasciando quindi pochissimo margine per servizi, investimenti e politiche di sviluppo. In pratica, gli abruzzesi stanno pagando di tasca propria l’incapacità della Giunta Marsilio di governare la sanità».

Ma l’assessore Nicoletta Verì è stata chiamata a riferire anche sulla quota del Fondo Sanitario Nazionale spettante all’Abruzzo.

Dopo la riunione di mercoledì, in sede di Conferenza delle Regioni, che si è risolta, secondo l’esecutivo, «in un nulla di fatto», l’assessore ha dichiarato di «perseguire nella richiesta di maggiori fondi, utili a coprire i costi aggiuntivi che la regione sostiene a causa della particolare redistribuzione della popolazione nel territorio».

Anche il presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri, si è detto «ottimista» sul fatto che si riuscirà ad ottenere una prima tranche di somme entro quest’anno. Verì ha riferito che insieme all’Abruzzo, in sede nazionale, si è costituita una cordata di regioni, con caratteristiche simili, «che stanno facendo pressione sul governo centrale per addivenire a una più equa ripartizione del Fondo».