20 Settembre 2025 - 15:42:09
di Martina Colabianchi
Quattro Comuni dell’aquilano, Acciano, Calascio, Pizzoli e Barisciano, sono al centro dell’interessante articolo, firmato da un team di professori e ricercatori dell’Università dell’Aquila, L’impatto dei modelli urbani sul supporto sociale. Tra giustizia spaziale e sviluppo sostenibile, pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale di architettura Agathòn.
Focus della ricerca, condotta sul campo, è come la costruzione dello spazio urbano influisca sul benessere individuale e sulla percezione del supporto sociale.
Punto di partenza, la definizione di “luogo” data dall’antropologo Marc Augé, che lo riteneva uno spazio antropologico identitario, relazionale e storico, rapportato alle nostre aree interne che, soprattutto negli ultimi anni, si sono fatte un grosso spazio all’interno del dibattito pubblico e politico.
A condurre la ricerca interdisciplinare, un team di ricercatori afferenti alla cattedra di Psicologia dinamica del MESVA coordinati dal Prof. Enrico Perilli – Matteo Perazzini, Danilo Bontempo, Marco Giancola e Martina Bucci – e da due ingegnere ricercatrici del DICEAA, Lorena Fiorini e Lucia Saganeiti, specializzate in studi urbanistici.
I quattro piccoli comuni dell’aquilano si sono rivelati essere i casi di ricerca perfetti. Pizzoli e Barisciano, rispettivamente il più popoloso e il più esteso tra i quattro, si sono dimostrati ottimi modelli di costruzione dello spazio urbano che va nella giusta direzione rispetto al benessere dei suoi abitanti.
Infatti, si legge nell’articolo, «un’analisi clinica delle comunità in questione evidenzia la presenza di associazioni e attività dedicate alla valorizzazione del territorio, creando così maggiori occasioni di condivisione e potenziali retisociali: in entrambi i territori la presenza di una numerosa popolazione giovanile alimenta la creazionedi reti sociali e spazi di condivisione».
Diversa è la situazione di Acciano e Calascio, «dove la popolazione è molto ridotta e lo spopolamento rende più evidenti le difficoltà legate alla vita quotidiana».
«La dispersione insediativa – spiega il professor Perilli – favorisce la percezione di assenza di supporto sociale. La mera presenza di abitanti, di per sé, non è sufficiente. Se questi non sono in rete tra loro, se non ci sono momenti di confronto, che passano attraverso la fruizione di servizi e spazi pubblici, il supporto sociale è assente, non viene sentito. Non basta la presenza fisica, questa va intrecciata all’interno di una rete sociale e relazionale, che è quella che dà identità e garantisce la sopravvivenza di un luogo».
«I modelli urbani – aggiunge Lorena Fiorini – sono caratterizzati da una serie di disfunzioni, di tipo ambientale, energetico ma anche sociale, come ad esempio isolamento sociale e marginalizzazione. Come studiose di urbanistica, quello che abbiamo fatto è stato correlare una serie di analisi di tipo territoriale legate alle caratteristiche morfologiche dell’abitato con i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca di psicologia dinamica del prof. Perilli rispetto alla percezione del supporto sociale. Normalmente negli studi urbani ci affidiamo a modelli statici che ci permettono di disegnare degli scenari partendo da una caratterizzazione spaziale. In questo caso abbiamo relazionato le analisi spaziali alle risultanti della percezione di supporto sociale, perché riteniamo che in un epoca in cui i fenomeni di marginalizzazione stanno aumentando e in cui anche nei contesti iperurbanizzati quello che manca sono le relazioni sociali, per andare verso gli obiettivi della sostenibilità, che sono legati anche ad aspetti di qualità della vita, non possiamo prescindere da una comprensione di tipo scientifico di questi fenomeni. Gli spazi pubblici, se vissuti in una condizione di benessere e sicurezza, fanno sì che le relazioni sociali crescano».
Lo studio, che ha anche correlato i risultati con casi internazionali, promette quindi di essere un contributo scientifico e un ottimo strumento operativo per affrontare la marginalizzazione delle aree interne e promuovere la sostenibilità e la qualità della vita, e non solo in Abruzzo.
Di seguito l’articolo completo.