23 Settembre 2025 - 09:41:22

di Tommaso Cotellessa

Sotto una fitta pioggia battente la città dell’Aquila si è svegliata oggi all’insegna della memoria e del ricordo. Quella di oggi è infatti una giornata fitta di appuntamenti con il passato, un passato che inevitabilmente di allaccia al tempo presente.

A 82 anni dal loro drammatico Eccidio operato dalla dittatura nazi-fascista, la città dell’Aquila ricorda i suoi Nove Martiri: Anteo Alleva, Pio Bertolini, Francesco Colaiuda, Fernando Della Torre, Berardino Di Mario, Bruno D’Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti e Giorgio Scimia. La migliore gioventù di questo territorio.

Numerosi saranno i momenti previsti nell’arco della giornata per incontrare i volti e gli sguardi di quei nove giovinetti che decisero di salire in montagna per inseguire un ideale, per contrastare l’oppressore e perseguire il loro anelito di libertà.

Il programma delle commemorazioni si è aperto questa mattina, alle 8:30, con l’appuntamento al cimitero monumentale dell’Aquila, dove sono sepolti i Nove Martiri. Una delegazione del Comune dell’Aquila, assieme ad una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha deposto una corona alla loro memoria.

Alle 9:00 ha, invece, avuto luogo uno dei momenti più partecipati e sentiti della giornata. Il tradizionale appuntamento con le studentesse e gli studenti, coetanei di quei nove giovinetti. Ad organizzare la cerimonia è sempre dall’Istituto di istruzione superiore “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, che annovera fra i suoi studenti proprio uno dei Nove Martiri, Fernando Della Torre. Qui sono stati numerosi gli interventi del corpo docente, dell’ufficio scolastico regionale, del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e di una rappresentanza dell’l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea, presidio di straordinario valore per la memoria del territorio. Questo momento di confronto e partecipazione si presenta ogni anno come un’occasione per far camminare la storia di quel 23 settembre del ’43 sulle gambe dei giovani di oggi, come se le giovani generazioni potessero idealmente continuare a far crescere, attraverso le loro vite, la giovinezza stroncata di chi morì per la patria e la libertà.

Le commemorazioni sono proseguite poi con l’appuntamento alle 10:00 nella Caserma Pasquali – Campomizzi, dove è stato deposto un omaggio floreale di fronte al cippo commemorativo dei IX Martiri aquilani, situato nel luogo dove i giovinetti furono fucilati dal contingente tedesco.

Alle 11:00 le commemorazioni si sono spostate nel cuore della città, in Piazza IX Martiri dove ha avuto luogo il ricordo della cittadinanza con la deposizione di una corona di alloro.

L’ultimo appuntamento è quello delle 12:00, quando, alle pendici del sentiero dei IX Martiri, che ricorda il cammino che i giovinetti dovettero compiere prima di essere fucilati, avrà luogo la deposizione di un cuscino al cippo commemorativo.

Nove giovani vite oggi, almeno per un giorno, tornano ad essere protagoniste consegnandoci l’invito a riflettere. E proprio raccogliendo questo invito, vi proponiamo ancora una volta le più belle parole che siano mai state scritte in onore di quei ragazzi, quelle del professor Corrado Colacito:

«Nella sua tragica semplicità – scrive Colacito – l’episodio così commovente dei Nove Martiri illumina di vividi riflessi l’atmosfera ingloriosa di quel settembre ’43: è come una perla nel fango […] Possiamo considerarlo un momento di toccante umanità che vide consumare, in un attimo, il sacrificio di nove innocenti cuori giovanili ardenti di amore ideale. Non si ripeta , stolidamente, che quei “ragazzi” s’ingannarono o furono ingannati; non si dica che agirono per imprudenza e per sventatezza dovuta alla loro età, senza nemmeno rendersi conto di ciò che volevano […] soprattutto non si insulti alla loro memoria affermando che il loro sacrificio fu inutile e vano.
Il fremito di rivolta che agitò quelle anime pure e generose merita ogni rispetto, ogni ammirazione.

Non si mossero, quei “ragazzi”, perché volessero sfidare un immortale destino: essi volevano una cosa molto più semplice ed umana: volevano evitare la vergogna e l’umiliazione di essere schiavi dei nuovi dominatori che calpestavano il suolo della Patria. E non si batterono come “eroi” ma come “ragazzi”: però non ve n’erano molti di “ragazzi” come loro in tutta la penisola durante quel triste frangente. Andarono essi incontro alla Libertà e incontrarono invece la morte sul loro cammino.

I Nove Martiri aquilani sono e saranno, perciò, sempre degni di compianto e onore».