25 Settembre 2025 - 09:26:46
di Tommaso Cotellessa
In Abruzzo cresce il numero dei giovani che non studiano e non lavorano. A testimoniarlo è stato il Rendiconto sociale 2024, presentato da Inps Abruzzo.
Secondo i dati diffusi dall’istituto previdenziale nella regione si contano 31.242 Neet, ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non risultano inseriti in percorsi occupazionali o formativi. Un dato preoccupante, che va in controtendenza rispetto alla media nazionale: mentre in Italia la quota dei Neet registra un calo del 5,9%, in Abruzzo aumenta del 12,3%.
Ad intervenire sul tema è stato il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, Ezio Rainaldi, intervenuto alla presentazione dei dati:
«Si tratta di numeri che richiedono una riflessione collettiva – ha dichiarato – coinvolgendo politica, associazioni di categoria e imprese per creare quel ponte tra scuola e aziende che trova nella formazione specialistica un elemento chiave. In questo senso gli Its, Istituti tecnici superiori, rappresentano un modello virtuoso su cui investire di più, anche in termini di orientamento scolastico».

Il fenomeno dei Neet si intreccia con altre fragilità strutturali. L’Abruzzo, come gran parte delle aree interne italiane, continua a fare i conti con un saldo naturale negativo della popolazione, più che raddoppiato nell’ultimo decennio. A questo si aggiunge il saldo migratorio: oltre la metà dei giovani tra i 18 e i 39 anni che lasciano la regione rappresenta il 57% delle emigrazioni complessive.
«È la cosiddetta fuga di cervelli – ha aggiunto Rainaldi – laureati e diplomati che non trovano opportunità sul territorio e cercano altrove prospettive migliori».
Il presidente di Confindustria ha inoltre evidenziato le criticità del tessuto produttivo abruzzese, composto per il 99,4% da micro e piccole imprese. Sono proprio queste realtà, spesso a conduzione familiare e con meno di dieci addetti, a soffrire maggiormente: nel 2024 hanno registrato un calo del 2,4%, a fronte di una crescita del 4,8% della grande industria.
«Parliamo di imprese che costituiscono un indotto fondamentale per la crescita economica – ha sottolineato Rainaldi – ma che restano escluse dalle ricadute dei grandi investimenti post sisma e del Pnrr. È necessario accompagnarle in un processo di crescita, rafforzando strumenti di sostegno e progettualità».
Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno si è detta pronta a collaborare con istituzioni e attori locali, attivando tavoli sinergici e di monitoraggio per valutare l’impatto delle politiche economiche e individuare i settori che necessitano di un sostegno mirato.
«Il rischio – ha concluso Rainaldi – è quello di trovarci con una generazione di giovani senza prospettive e con un tessuto produttivo sempre più fragile. È il momento di mettere in campo azioni concrete e condivise».