30 Settembre 2025 - 19:24:58
di Martina Colabianchi
Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato a maggioranza due risoluzioni sul conflitto israelo-palestinese, uno presentato dalla maggioranza di centrodestra e uno dalla forza di opposizione Azione.
«Sono soddisfatto per l’approvazione in Consiglio regionale della risoluzione che ho presentato sul piano di pace per Gaza – dichiara il capogruppo di Azione Enio Pavone, dopo aver annunciato la propria astensione sulle altre risoluzioni discusse in Aula, presentate dal Pd, dal M5S e dalla maggioranza -. È indispensabile che la tragedia umanitaria in atto trovi una fine nel più breve tempo possibile. Ciò che è accaduto a partire dal 7 ottobre 2023 rappresenta un pezzo di storia che pensavamo di non dover più rivivere dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Tutte le istituzioni italiane devono sostenere con forza il Piano di pace presentato dal Presidente Trump, in quanto è un piano sensato ed equilibrato, ed è l’unico in grado di raccogliere le aspettative di tutte le parti in causa e di portare realmente alla pace. Rammarica constatare che non ci sia stata l’unanimità del Consiglio su un tema che dovrebbe vederci tutti schierati dalla stessa parte».
Pavone ha inoltre sottolineato, nella propria risoluzione, come «il piano presentato il 29 settembre e già accettato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, nonché sostenuto da Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Indonesia e Pakistan, oltre che dai principali Paesi europei e dalle istituzioni dell’Unione Europea, rappresenti una svolta potenzialmente decisiva, seppur tardiva, per mettere fine a quasi due anni di guerra, morte e distruzione a Gaza».
Il documento richiama i punti cardine del piano: internazionalizzazione del governo di Gaza per la ricostruzione e i servizi essenziali, garanzie di sicurezza per Israele attraverso la smilitarizzazione della Striscia, liberazione degli ostaggi israeliani in cambio dell’esilio dei miliziani di Hamas che deporranno le armi e della scarcerazione di prigionieri palestinesi.
«È di particolare importanza – aggiunge Pavone – che l’accordo escluda esplicitamente l’annessione di Gaza da parte di Israele e preveda, nel medio periodo, il passaggio sotto una riformata Autorità nazionale palestinese, ponendo le basi per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la nascita dello Stato di Palestina».
«La pace non è mai un traguardo semplice, ma oggi le istituzioni italiane hanno il dovere di trovare un unanime sostegno ad un processo che può fermare una tragedia umanitaria senza precedenti – conclude Pavone –. Perseguire questo obiettivo significa riaffermare con chiarezza il principio di due popoli e due Stati, nel rispetto reciproco di uguali condizioni di libertà e sicurezza».
Soddisfazione è stata espressa anche dai capigruppo di maggioranza in Consiglio regionale Abruzzo, Massimo Verrecchia, Emiliano Di Matteo, Vincenzo D’Incecco, Marianna Scoccia, Luciano Marinucci per la risoluzione presentata dal centrodestra.
«È un atto di responsabilità istituzionale – dichiarano – che riafferma la vocazione dell’Abruzzo a promuovere la pace, il dialogo e il rispetto dei diritti umani. La Regione Abruzzo condanna con fermezza ogni forma di violenza e ritiene che la crisi in Medio Oriente debba essere affrontata con equilibrio, serietà e rispetto per tutte le popolazioni coinvolte. Il governo italiano ha dimostrato fin da subito attenzione e impegno, sia sul piano diplomatico che su quello umanitario, fornendo assistenza alla popolazione di Gaza e accogliendo rifugiati in fuga dal conflitto. La mozione annunciata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che prevede il riconoscimento della Palestina subordinato al rilascio degli ostaggi e all’esclusione di Hamas da ogni forma di governo, rappresenta un passo concreto verso una soluzione duratura e condivisa. Riteniamo profondamente sbagliato strumentalizzare il conflitto per fini politici interni, alimentando tensioni e promuovendo manifestazioni che rischiano di compromettere la coesione sociale. Le istituzioni devono essere un presidio di equilibrio e responsabilità, capaci di costruire ponti e non di alzare muri. Con questo documento, il Consiglio regionale dell’Abruzzo intende dare un contributo concreto al percorso di pace, nel pieno rispetto della legalità internazionale e della diplomazia. Il nostro compito è quello di mettere al centro la vita, la dignità e la sicurezza delle persone, senza ambiguità e con senso delle istituzioni».
Critiche le opposizioni, che avevano presentato una risoluzione per la sospensione immediata di ogni rapporto economico, istituzionale e amministrativo con Israele, la cui bocciatura, per Erika Alessandrini del M5S, rappresenta una «pagina nera per il Consiglio regionale d’Abruzzo. Oggi la destra ha scelto l’ipocrisia e la propaganda al posto della verità e della giustizia».
Il documento, presentato assieme al capogruppo Francesco Taglieri, chiedeva a Regione Abruzzo di sospendere ogni forma di cooperazione con Israele fino alla cessazione delle violenze e al rispetto del diritto internazionale; di istituire un monitoraggio sugli appalti e sui bandi regionali per escludere aziende coinvolte nella filiera delle armi e dell’occupazione; di sollecitare il Governo italiano al riconoscimento immediato e incondizionato dello Stato di Palestina.
Alessandrini ha anche smontato la risoluzione alternativa presentata dalla maggioranza: «Quel testo è un foglio di ipocrisia. Ricorda solo l’attacco del 7 ottobre, tace sul massacro quotidiano di civili, vincola il riconoscimento della Palestina a condizioni indipendenti dai civili ammazzati e addirittura accusa le manifestazioni pacifiche del 22 settembre di destabilizzare l’Italia. È il rovesciamento della realtà. Chi protesta contro il genocidio non destabilizza, ma difende la coscienza del nostro Paese».
«L’Europa è rimasta immobile, incapace di assumere decisioni forti. L’Italia continua a mantenere legami economici e militari con Israele. La destra abruzzese oggi si è allineata a questa vergogna. Ma noi continueremo a denunciare ogni ipocrisia e ogni complicità. Non possiamo tacere mentre un popolo viene annientato. Perché la storia ci chiederà se abbiamo avuto il coraggio di dire la verità. Io voglio poter rispondere: sì, l’ho fatto», conclude Alessandrini.