UNCEM saldo migratorio in montagna cresce nel 2024 | Presentati i nuovi dati del Rapporto Montagne Italia
30 Settembre 2025 - 08:25:39
“entrate” a vivere nelle montagne italiane nel 2024, che si uniscono a
100mila donne e uomini che hanno spostato la residenza tra 2019 e 2023,
da un comune non montano a un Comune montano italiano.
È il principale dato illustrato stamani a Reggio Emilia da Giampiero
Lupatelli, economista territoriale, e da Marco Bussone, Presidente
nazionale Uncem, con molti Sindaci dei Comuni montani, con Assessori
della Città e della Provincia, ricercatori e giornalisti. I nuovi
numeri del 2024 aggiornano i quindici anni 2009-2023 presi in esame nel
Rapporto Montagne Italia 2025, elaborato nell’ambito del Progetto
Italiae, presentato il 24 giugno scorso a Roma e del quale sono seguite
66 presentazioni in tutt’Italia. Oggi si prosegue a Milano, domani
Prascorsano poi in settimana Pescasseroli, Prato, Trento. I numeri 2024,
nuova analisi compiuta da Lupatelli, con CAIRE, sono conferma dei
precedenti. La montagna attrae.
Il saldo positivo dei movimenti migratori, con quasi 35.000 unità è
largamente superiore (del 40%) alla media del quinquennio precedente,
con un incremento imputabile in larga misura alla ripresa di flussi in
ingresso da parte della popolazione straniera. Il saldo di questi flussi
ammonta infatti a circa 22.000 unità, cifra che triplica il valore
medio del quinquennio precedente. Quanto alla popolazione di
cittadinanza italiana, il saldo è di 12.000 unità ed è perfettamente
allineato a quello medio del quinquennio precedente. Il dato più
recente conferma anche le forti differenze nella diffusione dei fenomeni
confermando la antinomia tra l’attrattività delle montagne del Nord (ma
anche del Centro) e il permanere dell’esodo dalle montagne meridionali,
solo in parte compensato dalla ripresa di intensità dell’afflusso di
popolazione straniera. Delle 387 Comunità Territoriali (aggregazioni di
Comuni, in quanto il Rapporto Uncem non analizza singole municipalità),
quelle con saldo positivo totale sono ora 285 (erano 247 nel quinquennio
precedente) mentre restano sostanzialmente immutato in numero delle
Comunità Territoriali che hanno un saldo positivo per la componente
italiana: sono infatti 224 contro le 228 del quinquennio precedente.
Entro questa cornice interpretativa che conferma la faglia che separa
l’attrattività delle montagne del nord e del centro dall’esodo che
segna le montagne meridionali, un esercizio di sicura utilità è quello
di soffermare lo sguardo sulle Comunità Territoriali che esprimono con
maggiore intensità ed energia i propri caratteri di attrattività.
Tanto più utile, nella visione di un neo-popolamento governato
piuttosto dai fattori di attrazione (pull) della dei luoghi di
destinazione (la Montagna) piuttosto che da quelli di spinta (push)
dalle regioni più critiche che guidano le migrazioni di lungo raggio.
Le Comunità territoriali nelle quali il saldo migratorio della sola
popolazione di cittadinanza italiana è stato in media superiore all’1%
annuo, commisurato alla popolazione, sono state 10 nell’intervallo
2019-2023. Cinque di queste erano in Emilia Romagna, due in Liguria e
una ciascuna in Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige.
Con riferimento al solo 2024 le Comunità territoriali con questi
caratteri di forte attrattività quasi raddoppiano e diventano
diciannove: sempre cinque in Emilia Romagna, quattro in Piemonte, tre in
Liguria, due in Lombardia e nel Lazio, una ciascuna in Veneto, in
Toscana e in Umbria. Solo tre di queste diciannove erano nella top ten
del quinquennio precedente, a testimoniare di una certa volatilità del
fenomeno che accompagna una sua estensione quantitativa che è anche
diffusione territoriale.
Degno di nota è anche il fatto che il valore medio del saldo migratorio
(degli italiani) in ciascuna Comunità territoriale pasa dal valore di
1.383 persone all’anno nel periodo 2019 2023 alle 2.780 al 2024
(+63,9%).