01 Ottobre 2025 - 11:05:57
di Redazione
Un nuovo endoscopio è stato donato questa mattina dalla ets L’Aquila per la vita onlus al reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila diretto dal dottor Giampiero Di Marco un endoscopio.
L’otoscopio di ultima generazione consente l’esplorazione diretta e dettagliata delle cavità interne del corpo umano, ed è costituito da un sottile tubo flessibile o rigido, dotato di telecamera ad alta definizione e fonte luminosa, capace di trasmettere immagini chiare e ingrandite su monitor esterni.
Nel reparto di Otorinolaringoiatria, l’endoscopio rappresenta un ausilio diagnostico e terapeutico fondamentale: permette, infatti, la valutazione accurata di naso, seni paranasali, gola e laringe; consente una diagnosi precoce e precisa di patologie otorinolaringoiatriche; favorisce procedure minimamente invasive, riducendo i disagi per il paziente; supporta attività di ricerca e formazione grazie alla possibilità di documentare le indagini.
«I pazienti sono il nostro punto di arrivo – ha detto Giorgio Paravano, presidente dell’Aquila per la vita –Per un punto di arrivo c’è anche un punto di partenza che è stato il dottor Di Marco, il primario di questo reparto che è un’eccellenza, che ci ha spronato a comprare questo endoscopio elettromedicale che consente di avere un approccio sicuramente tecnologicamente più avanti rispetto al quello che c’era prima».
«Vorrei ringraziare l’associazione L’aquila per la vita nella persona del presidente Giorgio Paravano e di tutti i presenti per la sensibilità che da sempre viene dimostrata nei confronti sia dei pazienti ma anche dei medici permettendo loro di raggiungere dei livelli di assistenza sempre più elevati e di adeguarsi a degli standard diagnostico terapeutici, sempre più moderni», ha commentato Di Marco.
«In otorinolaringoiatria – ha poi spiegato – da sempre c’è stata la necessità di esplorare cavità piccole o oscure come il naso, i seni nasali, la laringe l’orecchio e bisogna dire che laddove si riesce ad arrivare direttamente con con l’occhio, con la visione oculare diretta o indiretta, sia ha un potere di risoluzione ineguagliabile e una resa policromatica praticamente infinita. Tutte queste cose non le otteniamo con nessun altra tecnica: né con la tc, né con risonanza, né con l’ecografia che peraltro ci sono molto utili proprio lì dove non riusciamo arrivare direttamente con gli occhi. Proprio per questo gli otorinolaringoiatri si sono industriati prima con la luce delle candele, poi con le luci incandescenza convogliate da specchi concavi oppure angolati, per convogliare la luce all’interno di queste cavità. Nel corso dei secoli successivi sono arrivati alla luce fredda e infine alle telecamere ad alta risoluzione e ai monitor che permettono di ingrandire queste immagini di questi distretti così difficili da esplorare altrimenti».
«Tutto questo ha comportato dei vantaggi enormi – ha aggiunto – Il primo vantaggio è che si ha una capacità diagnostica enormemente più grande, si riesce cioè a vedere con risoluzioni maggiori, si riescono a vedere particolari che prima passavano inosservati e ad arrivare in distretti che prima erano irraggiungibili; il secondo vantaggio è quello di poter archiviare le immagini per confrontarle con immagini successive e questo ha un ruolo importante nel follow-up dei pazienti oncologici; il terzo è che queste immagini possono essere condivise non solo con i colleghi, come nei gruppi interdisciplinari oncologici, ma anche con gli studenti che hanno capacità di apprendere in modo molto più diretto e molto più rapido e infine l’ultimo, ma forse anche il più importante, è che questi sistemi e queste fibre ottiche permettono di arrivare in distretti ritenuti fino a 10 anni fa raggiungibili, permettendo degli interventi molto più conservativi e meno invasivi e raggiungendo dei distretti che erano impensabili».
