02 Ottobre 2025 - 09:47:48

di Redazione

«Non è vero che è stato evitato che la produzione dei bracci oscillanti andasse in India».

La Fiom Cgil dell’Aquila e le Rsu Fim-Fiom-Uilm dello stabilimento di Sulmona fanno il punto sul Consiglio comunale di Sulmona dello scorso 22 settembre sulla crisi della Marelli, in attesa della convocazione dell’annunciato tavolo di aggiornamento presso il Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT).

«E’ necessario fare chiarezza su alcune inesattezze che sono emerse in occasione del Consiglio Comunale straordinario di Sulmona sulla crisi della Marelli, che stanno generando confusione e equivoci – aggiungono – Sui bracci per il Ducato ex Sevel, Marelli ha ribadito in tutte le sedi che sarà spostata in India, dove verranno realizzati in lamiera e non più in ghisa. L’unica concessione che Stellantis avrebbe fatto a Marelli riguardo allo stabilimento di Sulmona è quella di aver messo “on hold” (ossia “in attesa”) il progetto di spostare in India anche la produzione dei bracci per il Ducato Messico. Su questo punto Marelli avrebbe ottenuto da Stellantis che la produzione dei bracci per il Ducato Messico continui ad essere realizzata in ghisa e a Sulmona».

«I bracci in ghisa per il Ducato Messico sono già oggi prodotti a Sulmona, quindi non si tratta di una produzione nuova. Va detto che non sarebbe nuova neppure la produzione dei bracci in lamiera, per cui Sulmona potrebbe senz’altro soddisfare anche le necessità per il Ducato ex Sevel; dica l’azienda se non è così. Riguardo ai bracci per il Ducato Messico ci sono almeno 2 nodi da sciogliere: “on hold” significa che quella di continuare a produrre in ghisa e a Sulmona è una decisione temporanea? Di quali volumi si parla? Dei volumi attuali (irrisori) o di un incremento? Va sottolineato che a queste domande l’azienda in sede locale ha scelto di non rispondere, rimandando ogni approfondimento al tavolo Mimit»

«Ma perché, se il tema attiene solo allo stabilimento di Sulmona? Riguardo poi agli strumenti europei e nazionali sia economici che normativi che sarebbero o saranno a disposizione dalle aziende del settore automotive del nostro Paese, non sembrerebbe che al momento da parte di queste aziende ci sia interesse a volerne cogliere l’opportunità – proseguono i sindacati – Il principale soggetto responsabile dello sconquasso del settore nel nostro Paese, ossia Stellantis, sta evidentemente mettendo in atto una dopo l’altra tutte azioni che vanno nella direzione di ridimensionare massicciamente la sua presenza nel nostro Paese, come testimoniato dal progressivo calo di occupati, di produzione e di investimenti (vedi recente indagine a cura del Centro studi della FIOM nazionale), e questo mette in crisi tutti i fornitori, compresa Marelli. Fatti questi doverosi chiarimenti, auspichiamo che d’ora in poi ci sia meno approssimazione nell’analizzare lo stato e le prospettive della Marelli di Sulmona, perché al momento ancora nessuna soluzione è alle viste, mentre è concreto il rischio di un progressivo smantellamento dello stabilimento».