06 Ottobre 2025 - 12:17:39
di Vanni Biordi
Il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari, ha partecipato alla cerimonia di intitolazione dell’Istituto Penale per i Minorenni dell’Aquila a San Francesco d’Assisi.
L’evento, tenutosi in via Giuseppe Mezzanotte, segna un momento significativo per la giustizia minorile italiana, unendo simbolismo religioso e impegno istituzionale per il recupero dei giovani detenuti.

La struttura, gravemente danneggiata dal terremoto del 2009 che colpì l’Abruzzo, era stata chiusa nel 2016 per decisione dell’allora ministro Orlando, nonostante fondi già stanziati per la ristrutturazione. Dal 2009, i minori abruzzesi hanno dovuto scontare pene in istituti lontani, con gravi ripercussioni sui legami familiari e sul processo di reinserimento sociale.

La riapertura, avvenuta lo scorso 4 agosto alla presenza di Ostellari e del collega sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, ha restituito al territorio un presidio essenziale, con 28 posti letto equipaggiati per detenzione, accoglienza e riabilitazione.
Alla cerimonia odierna hanno preso parte anche rappresentanti delle istituzioni locali.
L’intitolazione a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, non è casuale. Il santo di Assisi incarna valori di misericordia, rigore, dialogo e speranza, principi che Ostellari ha sottolineato come fondanti per la rieducazione dei minori.

«Vorremmo che questo istituto sia intitolato a San Francesco», aveva annunciato il sottosegretario durante la riapertura, enfatizzando come la struttura non sia solo un luogo di detenzione, ma un ambiente educativo per percorsi di rinascita. In un contesto di sovraffollamento carcerario (circa 600 detenuti su 500 posti in Abruzzo), l’IPM rappresenta un modello di bilanciamento tra sicurezza e umanità, con misure anti-scavalcamento e videosorveglianza, ma anche spazi per assistenza psicologica e formazione.
Il terremoto del 6 aprile 2009 non solo distrusse edifici, ma interruppe servizi vitali come l’IPM, ceduto parzialmente all’Università.
La chiusura del 2016, criticata da Ostellari e Delmastro come «pagina infausta», ha privato l’Abruzzo e il Molise di un riferimento locale per la giustizia minorile. Oggi, la riapertura si inserisce nelle politiche del Ministero della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, che prevede l’attivazione di altri due IPM entro fine anno.
Sul piano nazionale, la giustizia minorile in Italia enfatizza la rieducazione anziché la punizione, in linea con la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. Misure come il DL Caivano, citato da Delmastro, mirano a trasferire giovani adulti problematici in carceri per maggiorenni, proteggendo i minori da abusi.
L’intitolazione a San Francesco rafforza questo approccio: il santo, noto per la sua conversione e per il Cantico delle Creature, simboleggia redenzione e rispetto per il creato, ideale per giovani in difficoltà. In Abruzzo, protocolli regionali con l’amministrazione penitenziaria integrano politiche sociali e sanitarie, favorendo il recupero vicino alle famiglie.
Ostellari, senatore della Lega e avvocato, ha fatto della riforma penitenziaria un pilastro del suo mandato, promuovendo strutture che «partono dai minorenni per estendersi agli adulti».
L’evento dell’Aquila è un simbolo di resilienza post-sisma, con il sindaco Pierluigi Biondi che lo definisce «riparazione» per una chiusura immotivata.
In buona sostanza, questa intitolazione non è solo un omaggio religioso, ma un impegno concreto per una giustizia più umana. In un’Italia che affronta sfide come il disagio giovanile, l’IPM dell’Aquila intitolato a San Francesco offre speranza: un ponte tra passato traumatico e futuro di inclusione.
Avanzate pesanti perplessità dal Coordinamento di Polizia Penitenziaria
In questo quadro armonico e carico di buoni propositi si inserisce, però, l’intervento dei segretari nazionali del Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria Spp Giuseppe Merola e Mauro Nardella, i quali, pur non essendo stati invitati all’inaugurazione hanno preso parte all’evento, portando anche in questa occasione le istanze del personale di polizia penitenziale. Non potevano mancare ad un evento che potrebbe cambiare in maniera radicale la responsabilità del poliziotto penitenziario, spiegano i due, che inoltre non risparmiano dure critiche al progetto.
«L’istituto per minori dell’Aquila, così come sarebbe stato concepito e ristrutturato, non può e non deve essere aperto» dichiarano Merola e Nardella con tono laconico, denunciando la mancanza di alcuni accorgimenti che qualora non riattati in maniera adeguata non potranno offrire mai quella sicurezza che deve essere parte integrante di un carcere e conditio sine qua non si potrà aprire ai detenuti.
«Non possiamo, per motivi appunto di sicurezza, svelare le cose che non vanno ma stante quanto riferito dagli addetti ai lavori mancherebbero le cose più elementari e che se non messe al loro giusto posto relegherebbero l’istituto di l’Aquila a poco più di un colabrodo», chiariscono Merola e Nardella, i quali aggiungono menzionano invece le disfunzioni legate al trattamento dei detenuti: fra queste la mancanza di un buon campo sportivo, utile per la riabilitazione di detenuti under 18/25.
Il Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria Spp dice dunque “no” all’apertura della struttura e annuncia che nei prossimi giorni verrà inoltrata la richiesta di un’ispezione sindacale volta a dimostrare la sua reale efficacia.