18 Ottobre 2025 - 10:32:57

di Redazione

«Anche se la ricostruzione privata non sarà completata nei prossimi due anni come stimato dalla Usra, un’accelerazione è visibile nel centro storico di Paganica, in quanto almeno 10 gru sovrastano le abitazioni che si sono rivelate più fragili al terremoto del 6 aprile 2009».

E’ la nota dello scrittore Raffaele Alloggia che fa una riflessione sulla ricostruzione della frazione di Paganica.

«Con la tipologia di ricostruzione adottata, ‘dove era e come era’, il problema comune a tutti i centri storici è lo stesso: porterà ad una situazione in cui saranno poche le abitazioni riutilizzate dai proprietari, poiché sono prive di garage, non ci sono aree pubbliche per il parcheggio delle auto, le
vie sono strette e non c’è flessibilità alle esigenze di una moderna forma dell’abitare, avremo
quindi un centro storico vuoto di persone»
, aggiunge.

«Le antiche aie dei quattro Rioni utilizzate dalla civiltà contadina, che in qualche modo avrebbero potuto sopperire al parcheggio per le auto, sono state negli ultimi decenni del secolo scorso, riempite di baracche e baracchette. Ho vissuto per oltre 40 anni in questo luogo, prima e dopo il boom economico e industriale degli anni 60/70 e ho visto il centro storico svuotarsi di servizi e famiglie. Già all’epoca non più adeguato al cambiamento di vita dei cittadini», prosegue.

«Sul piccolo colle, manca ancora la gru della Chiesa di Santa Maria del Presepe detta del Castello,
per poter completare la ricostruzione del centro storico, i lavori sono già stati finanziati e la
progettazione è in stato avanzato
– aggiunge la nota –Essa fu edificata nel 1605 sulle rovine del Castello che il 16 giugno 1424, fu “gettato a terra” dalle milizie aquilane di Antonuccio Camponeschi, 14 giorni dopo le “Bone Novelle” del 2 giugno, a seguito della vittoria della Città dell’Aquila, su Braccio da Montone».

«Come un’Acropoli è posta su un colle al centro del paese e rappresenta l’emblema di Paganica, fu
fortemente voluta dal Vescovo dell’Aquila Giuseppe De Rubeis, natio di Paganica.
Per noi anziani, non è stata una novità il rinvenimento nel vasto pomerio del Castello. di antiche
gallerie di contromina scavate sotto il colle che a raggiera si dirigono verso vari punti del paese
utilizzate come vie di fuga, altre che collegano (le cosiddette catacombe) la parte bassa del paese
per poi continuare verso la basilica di San Giustino, diverse grotte scavate tra i 6 e gli 8 metri di
profondità utilizzate come cantine, stalle e rimesse di materiali vari, che si incrociano con altre
numerose cavità e percorsi sotterranei utilizzati per cavare brecce o materiali da costruzione.
Un centro storico di per sé fragile e attraversato dalla cosiddetta ‘faglia di Paganica’»
, conclude.