22 Ottobre 2025 - 20:14:30

di Martina Colabianchi

Sono iniziate le procedure per la rimessa in libertà del 44enne Michele D’Angelo, il professore dell’Università dell’Aquila detenuto dallo scorso agosto in un carcere albanese.

A dare per primo l’annuncio è il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che dice di aver accolto «con profonda soddisfazione» la notizia.

«In questi mesi è stato fatto un lavoro silenzioso, concreto e determinato che ha visto impegnati, sin dal primo momento, l’ambasciata e il corpo consolare per il tramite della Farnesina e del viceministro Edmondo Cirielli e di tutto il suo staff a cui desidero rivolgere un sincero ringraziamento per la disponibilità, l’attenzione e la sensibilità dimostrate in ogni fase della complessa vicenda», ha dichiarato il primo cittadino.

«Fin dai primi giorni, quando fui contattato dalla compagna Vanessa, abbiamo seguito da vicino l’evolversi della situazione – spiega il sindaco -. È stato difficile e doloroso, ma oggi prevale un sentimento di riconoscenza: verso chi ha lavorato lontano dai riflettori e verso tutte le persone che, con rispetto e senso delle istituzioni, stanno contribuendo a riportare Michele a casa. Siamo certi che saranno chiariti tutti gli aspetti della vicenda e che potrà buttarsi alle spalle questa triste parentesi».

L’uomo, docente di biologia, era stato incarcerato dopo un incidente stradale avvenuto nei pressi di Tirana. Secondo quanto ricostruito D’Angelo, alla guida di una Lancia Ypsilon, sarebbe stato centrato da un altro veicolo alla cui guida c’era un albanese. Il professore, peraltro, stava viaggiando a non più di 40 chilometri orari, mentre l’altra vettura procedeva a velocità più elevata. Nonostante questo, il professore aquilano era stato accusato di violazione delle norme sulla circolazione e di abbandono di veicolo, poiché si sarebbe allontanato dall’auto subito dopo l’impatto. Un comportamento che i suoi difensori avevano considerato un gesto istintivo e non un tentativo di fuga.

«Siamo molto felici di apprendere che il prof. Michele D’Angelo, nostro stimato collega, potrà tornare presto in Italia», queste le parole del rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila Fabio Graziosi. «Come ateneo, fin dai giorni successivi ai fatti che hanno coinvolto il prof. D’Angelo, ci siamo mobilitati, rimanendo vicini a sua moglie e alla sua famiglia e seguendo sempre con attenzione e discrezione l’evolversi della situazione. Il compianto prof. Alesse e la professoressa Anna Maria Cimini, direttrice del dipartimento del prof. D’Angelo, hanno svolto un lavoro molto importante, agendo sempre di concerto con le altre istituzioni coinvolte, dal ministero degli Esteri al Comune dell’Aquila. Li ringrazio, insieme a tutti coloro che hanno lavorato per il raggiungimento di questo risultato. Ora il prof. D’Angelo potrà riabbracciare i suoi cari e siamo certi che potrà dimostrare nelle sedi deputate la sua innocenza. Come università non possiamo non sperare che possa tornare, quanto prima, anche a riprendere il suo lavoro, la sua attività di ricercatore e docente».