28 Ottobre 2025 - 14:07:53

di Redazione

«Ho trovato il mio cliente più che provato, sembra un pulcino sperduto che si guarda intorno e dice ‘dove sta la mamma?’ A vederlo da vicino sembra molto più piccolo, sembra un minorenne».

Queste le parole all’uscita del carcere di Sulmona dell’avvocato Alessandro Scelli, difensore del 18enne arrestato venerdì scorso insieme a un 14enne e a un 17enne per il caso di abusi, minacce, produzione e diffusione di video su WhatsApp delle violenze sessuali ai danni di una ragazzina di 12 anni a Sulmona.

Dopo gli interrogatori di garanzia di ieri dei due minorenni, stamane è stato sentito dal gip anche il 18enne. «Il mio cliente respinge le accuse – ha detto Scelli -. Ha risposto alle domande del gip. Il giudice, per tre volte, gli ha chiesto se avesse partecipato ad atti sessuali: lui lo ha escluso e ha negato di aver avuto rapporti con la ragazza, meno che mai di natura sessuale o di contatto fisico. Dice di non aver partecipato alle violenze, mentre la ragazza lo accusa invece di averlo fatto più volte».

«Ha detto di aver realizzato personalmente un solo video – specifica il legale -, in cui il suo amico è vestito e la ragazza è seminuda, ma non in atteggiamenti intimi”. Avrebbe fatto quelle riprese perché “glielo avrebbe chiesto il suo amico, non potendo usare il proprio telefono perché il padre glielo aveva tolto. Questa è la sua versione».

«Il 14enne e il 18enne – sottolinea l’avvocato – vivevano insieme a luglio. Il giovane amico gli avrebbe chiesto la cortesia di riprenderlo mentre stava con la sua fidanzata. Il mio assistito dice di aver fatto solo quel video e che poi l’amico lo avrebbe passato sul proprio telefono; successivamente il 18enne lo avrebbe cancellato su richiesta della ragazza».

«Il maggiorenne riferisce – conclude il legale – che la ragazzina gli sarebbe stata presentata come la fidanzata del suo amico, che a luglio viveva in casa con lui in quanto i genitori erano amici».