29 Ottobre 2025 - 16:51:11

di Tommaso Cotellessa

Una risposta tutta aquilana quella rivolta dai consiglieri di opposizione al sindaco Pierluigi Biondi, nel corso del duro botta e risposta in Consiglio comunale sulla vicenda del declassamento dell’Agenzia delle Dogane. Il confronto, già acceso, è diventato incandescente dopo l’ultimo scontro avvenuto durante la più recente seduta dell’assise civica.

Da aquilani veraci, gli esponenti delle opposizioni hanno definito l’intervento del sindaco come una «ripresa de ju lattaro», richiamandosi a una nota espressione dialettale ben conosciuta da chi frequenta abitualmente il territorio aquilano.

In una nota congiunta, i consiglieri Paolo Romano, Stefania Pezzopane, Stefano Albano, Stefano Palumbo, Lorenzo Rotellini, Simona Giannangeli, Alessandro Tomassoni, Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia, Gianni Padovani ed Enrico Verini replicano all’intervento di Biondi con l’intento di fare chiarezza sulla vicenda.

«Biondi non ha risolto un bel nulla – scrivono –. La propaganda è una cosa, la realtà un’altra. Non sapendo cosa rispondere in aula all’opposizione, che chiedeva di parlare alla città delle Dogane, il sindaco ha dovuto ricorrere agli insulti e alle provocazioni.»

Secondo i consiglieri, proprio nel giorno del Consiglio comunale sarebbe stata pubblicata una determina direttoriale dell’Agenzia delle Dogane, nella quale si confermava l’assegnazione all’Aquila del servizio antifrode: «Un contentino per compensare il declassamento degli uffici del capoluogo a favore di Pescara, comunque effettivo dal 1° novembre. Sarebbe stato difficile, anche per un prestigiatore come Biondi, potersene vantare in aula. Così, invece di affrontare il contraddittorio in Consiglio comunale, ha preferito buttarla in caciara e affidarsi a un comodo comunicato stampa propagandistico.»

Prosegue la nota: «Ora si parla dell’attivazione di una sede dell’Ufficio tecnico interregionale all’Aquila: sarebbe solo un’aggiunta al contentino di cui sopra, e non certo ciò che hanno mantenuto tutti gli altri capoluoghi di regione d’Italia, pur coinvolti nella riorganizzazione. Anche l’assegnazione dell’Ufficio tecnico – decisione talmente tardiva che lo stesso figurava già assegnato a Roma – è arrivata solo grazie alle pressioni dei lavoratori, allo stato di agitazione proclamato dai sindacati e alle battaglie dell’opposizione, portate avanti da mesi in ogni sede possibile. Il sindaco non ha saputo difendere le prerogative del capoluogo di regione e non ha nemmeno il garbo istituzionale di ringraziare i sindacati per il loro instancabile lavoro, che – vergognosamente – non cita mai. Purtroppo non si tratta, come sostiene Biondi, di un rafforzamento del capoluogo: il rafforzamento ci sarebbe stato se L’Aquila avesse mantenuto le stesse prerogative degli altri capoluoghi di regione, prerogative che invece saranno dirottate su Pescara».

Infine, i consiglieri sottolineano come «anche i numeri smentiscano le dichiarazioni del primo cittadino: i lavoratori attuali a L’Aquila sono 36, e gli uffici – quello antifrode e quello tecnico – difficilmente riusciranno a ricomprenderli tutti. Non solo: nonostante la presenza di queste due strutture in città, gli operatori economici del nostro territorio saranno comunque penalizzati, costretti a recarsi a Pescara anche per un semplice contrassegno. L’Aquila, pertanto, perderà un punto di riferimento economico conquistato dopo il sisma.»