29 Ottobre 2025 - 19:11:58

di Vanni Biordi

A quasi diciassette anni dal sisma che ha lacerato il tessuto cittadino dell’Aquila, la storia del complesso monumentale che ospitava la Biblioteca “Salvatore Tommasi” in Piazza Palazzo si configura come un emblematico banco di prova, e purtroppo, un simbolo dei ritardi della ricostruzione pubblica a L’Aquila.

La Tommasi, descritta con vibrante nostalgia come un tempio laico e cuore pulsante di studio e vita collettiva, è oggi confinata in un capannone di Bazzano, frazione del Capoluogo di Regione, una sistemazione provvisoria che si è fatta con il tempo abitudine, e infine, rassegnazione. Una rassegnazione acuita dalla chiusura della sede decentrata da aprile 2025 per un guasto all’impianto antincendio, con la riapertura prossima indicata per ottobre 2025.

Lo denuncia Fabrizio Giustizieri di Sinistra Italiana AVS che infila il dito in una ferita profonda, la discrepanza tra le promesse e la realtà dei fatti. Già a fine luglio 2020, si prospettava di rivedere tornare alla luce il grande complesso monumentale che da piazza Palazzo arriva fino a corso Vittorio Emanuele e ingloba le sedi della biblioteca, della Camera di commercio e dell’ex bar Eden per l’inizio del 2023, con tempi più lunghi per il secondo stralcio relativo al Convitto nazionale. Oggi, a fine 2025, la riapertura della sede storica è ancora un miraggio, proiettando una frustrante tara alle promesse che alimenta stanchezza e sfiducia.

I problemi che hanno rallentato l’intervento, il cosiddetto “Quarto Cantone”, sono noti: le dimensioni imponenti, circa 16mila mq, la proprietà frazionata tra diversi enti, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Convitto, e, in particolare, i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato che hanno seguito l’assegnazione del progetto che coinvolse anche il prestigioso studio Gae Aulenti. Sebbene a fine 2020 si parlasse dell’avvio della progettazione esecutiva del secondo stralcio entro dicembre e si procedesse all’affidamento del primo stralcio che comprende Biblioteca, Camera di Commercio e Bar Eden con l’obiettivo di iniziare i lavori, l’iter complessivo ha accumulato ritardi significativi.
La vicenda della Tommasi non è solo una questione di mattoni e cemento. È l’emblema di come la ricostruzione pubblica fatichi a decollare con la stessa velocità e determinazione di quella privata. Il complesso monumentale, custode di un patrimonio librario inestimabile come incunaboli, corali miniati, opere di abruzzesistica, non è un semplice deposito di libri, ma come sottolineato, una «pietra angolare di una coscienza civica».

La sede di Bazzano, per quanto moderna, è difficilmente raggiungibile per molti studenti e cittadini non automuniti, interrompendo quella «condivisione osmotica di vita» che rendeva unica la biblioteca in centro. La recente chiusura ha acuito il disagio, evidenziando una vulnerabilità logistica.
Una città «senza biblioteca, con un deposito al posto della biblioteca, è una città che smette di raccontarsi», che rischia di diventare «un luogo di passaggio, anonimo ed insignificante». Il centro storico ricostruito, pur apprezzabile, mostra ancora un “vuoto” di funzioni essenziali che ne rallenta la piena rivitalizzazione sociale e culturale.

L’Aquila si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura 2026. Presentarsi all’appuntamento con la sua biblioteca storica ancora in esilio e la sede provvisoria con problemi strutturali è un paradosso che ne intacca la visione ambiziosa. È necessaria una visione alta, che riporti un luogo di pensiero e crescita collettiva nel cuore pulsante del capoluogo, a misura della sua intrinseca bellezza.
L’auspicio è che le aperture straordinarie, come la Sala Eden, e l’impegno per il restauro del patrimonio librario siano segnali di una reale accelerazione, e che il 2026 non sia solo una vetrina di eventi intermittenti, ma la data in cui il “Paradiso” di Umberto Eco ritorni finalmente in Piazza Palazzo.