30 Ottobre 2025 - 15:20:54
di Martina Colabianchi
Il Partito democratico dell’Aquila esprime perplessità relativamente al mega appalto da 150 milioni di euro, in partenariato pubblico-privato, per l’avvio del progetto di efficientamento energetico e riqualificazione della rete di illuminazione pubblica cittadina, degli edifici di proprietà comunale e degli immobili facenti parte del progetto C.A.S.E.
Il contratto, con il raggruppamento di imprese costituito da Teckal (società del Gruppo Rekeep), Edison Next, Spee e Ve.Ba, avrà durata di 15 anni.
«Già alla fine del gennaio 2023, – scrive il Pd – avevamo convinto tutti ad un passo indietro rispetto alla volontà di approvare, in Prima commissione, la delibera sul mega appalto denunciando la leggerezza con cui il centrodestra aveva provato a liquidare un provvedimento così delicato. In particolare, il provvedimento portato all’attenzione dei commissari avrebbe dovuto individuare la proposta da porre a base di gara nella seconda fase della procedura di partenariato pubblico privato; in Commissione avevamo evidenziato come non si potesse ritenere una semplice fase preparatoria alla successiva la manifestazione d’interesse con cui erano state raccolte le proposte di 8 imprese, chiarendo che al contrario andava considerata parte integrale e sostanziale della seconda, se è vero che la ditta selezionata dal gruppo di valutazione – avevamo tenuto a sottolineare – avrebbe potuto far valere il diritto di prelazione a parità di offerte con altre concorrenti».
«Ebbene, – proseguono – due anni e mezzo dopo la storia ci ha dato ragione: delle 8 proposte progettuali pervenute nella prima fase, ne è stata selezionata 1 ritenuta la migliore che, successivamente, è stata messa a bando per la seconda fase, quella di individuazione effettiva della ditta. Il punto è proprio questo: considerato che chi si aggiudicava la prima fase acquisiva il diritto di prelazione, alla seconda fase ha partecipato un solo soggetto, il raggruppamento temporaneo di imprese individuato inizialmente con un’istruttoria che, vogliamo ribadirlo oggi con chiarezza come avevamo già messo in luce in Commissione, consideriamo assolutamente non adeguata al gigantesco importo previsto».
«In Commissione, l’amministrazione aveva provato a dire che la vera fase di affidamento sarebbe stata la seconda ma era evidente che, stante il diritto di prelazione acquisito nella prima, superficialissima fase di individuazione dell’offerta migliore, alla seconda non avrebbero partecipato le altre imprese che, vista la gestione sbrigativa della fase iniziale, già avevano intuito le volontà della Giunta comunale. È andata proprio come avevamo predetto».
«Ci chiediamo – continuano i dem -: è accettabile che il Comune dell’Aquila affidi un appalto così importante, il più grande appalto pubblico del post terremoto, con una procedura che di fatto non ha prodotto la competizione tra le imprese e dunque nessuna offerta migliorativa? È accettabile che il progetto da mettere a gara, con la prelazione assicurata a chi l’aveva presentato, sia stato individuato con procedure che appaiono poco chiare, e di certo con grande leggerezza?».
«Aggiungiamo che una delle imprese che aveva partecipato alla prima fase della procedura, aveva presentato ricorso denunciando come la loro offerta fosse decisamente più vantaggiosa per il Comune dell’Aquila prevedendo oltre 10 milioni in meno di canone per l’Ente e oltre 10 milioni in più di investimenti da parte dell’impresa rispetto alla proposta selezionata. Stranamente però la commissione di gara non ha tenuto debitamente conto. Sulla intera procedura chiederemo di fare piena chiarezza», concludono.
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