31 Ottobre 2025 - 12:52:06

di Tommaso Cotellessa

Torna ad accendersi il dibattito tra le associazioni ambientaliste attive in Abruzzo e la Regione sul tema della gestione faunistico-venatoria. Le organizzazioni Stazione Ornitologica Abruzzese, Salviamo l’Orso e LNDC Animal Protection hanno infatti deciso di impugnare davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell’Aquila le delibere della Giunta e del Consiglio regionale che prorogano dal 2025 al 2027 la validità del Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) — lo strumento di pianificazione che regola la gestione della fauna e che, per legge, ha validità quinquennale.

Secondo gli attivisti, la decisione di prorogare il piano “sic et simpliciter” per altri due anni è inopportuna e illegittima, poiché il documento dovrebbe essere aggiornato periodicamente in base ai mutamenti ambientali e alla dinamica delle popolazioni animali. Le associazioni ricordano, citando precedenti pronunce del Consiglio di Stato, che il Piano deve essere «uno strumento dinamico, capace di adattarsi alle variazioni ambientali e faunistiche».

Il Piano attualmente in vigore risale al 2020 ed è stato approvato a seguito di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Tuttavia, secondo le associazioni, la proroga avrebbe richiesto la ripetizione di tali valutazioni o almeno una nuova analisi da parte degli organismi competenti, come il Comitato VIA, per garantire che lo strumento fosse aggiornato e basato su dati recenti. La Regione, invece, non ha ritenuto necessario procedere in tal senso.

«I giudici valuteranno se queste violazioni siano tali da compromettere la validità della proroga”, spiegano gli avvocati Michele Pezone ed Herbert Simone, che assistono le associazioni. “Resta comunque evidente che il procedimento presenta lacune non solo formali ma anche sostanziali: in sole tre righe la Regione sostiene che, dopo cinque anni, non vi siano stati cambiamenti ambientali rilevanti. È vero il contrario: la decisione ignora dati scientifici aggiornati su specie fondamentali come l’orso bruno marsicano, il nibbio reale e l’aquila reale. Studi recenti documentano, ad esempio, una grave contaminazione da piombo di origine venatoria nelle popolazioni di aquila reale e grifone, che imporrebbe misure di controllo più rigorose sull’uso di munizioni atossiche».

Anche la presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, critica duramente la posizione della Regione:

«Dal 2020 al 2024 in Abruzzo sono stati cementificati oltre 1.300 ettari di suolo, l’equivalente di più di mille campi da calcio. Si tratta di habitat sottratti a numerose specie, con effetti diretti e indiretti su aree ancora più vaste. Come si può sostenere che non sia cambiato nulla e che si possa continuare come prima?»

Per Augusto De Sanctis, che ha curato la parte tecnica del ricorso per conto della Stazione Ornitologica Abruzzese, la proroga del Piano mette in luce “l’ennesima inadempienza della Regione” sul fronte del monitoraggio ambientale.

«Il Piano prevedeva la misurazione periodica di 40 indicatori relativi alla consistenza delle specie, alle attività anti-bracconaggio, alla riduzione dell’uso del piombo e alla formazione dei cacciatori. Tutti dati che dovevano essere pubblicati annualmente, come impone la legge. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Si continuano invece a prendere provvedimenti unilaterali a favore del mondo venatorio, dimenticando che la fauna è un patrimonio di tutti, non solo dei cacciatori».

Sulla stessa linea Stefano Orlandini, dell’associazione Salviamo l’Orso:

«La recente, seppur timida, espansione dell’orso bruno marsicano verso nuove aree merita grande attenzione. Ignorare questo fenomeno nel Piano Faunistico Regionale sarebbe un grave errore, proprio nel momento in cui la Regione ha deciso di destinare fondi importanti alla conservazione della specie».

In attesa della decisione del TAR, le associazioni ribadiscono la necessità di aggiornare gli strumenti di pianificazione faunistica sulla base di dati scientifici recenti e verificabili, affinché la tutela della biodiversità in Abruzzo sia realmente efficace e coerente con le trasformazioni ambientali in atto.