01 Novembre 2025 - 18:46:53
di Vanni Biordi
L’analisi meteo-climatica del Centro di eccellenza dell’Università dell’Aquila rivela un mese di ottobre più freddo e secco della norma.
L’anomalia termica, pur contenuta, colloca il mese tra i più rigidi della serie storica, mentre la scarsità di piogge solleva preoccupazioni per la risorsa idrica.
L’autunno in Abruzzo si è aperto con un ottobre dalle tinte insolitamente fresche e asciutte. Il report meteo-climatico mensile, redatto dal Centro di Eccellenza dell’Università degli Studi dell’Aquila, sulla base dei dati della Regione Abruzzo, ha infatti registrato un’anomalia negativa di temperatura media pari a 0.6 rispetto al riferimento climatologico 1991-2020. Un dato apparentemente modesto, ma che posiziona l’ottobre 2025 al 21° posto tra i mesi più freddi della serie storica iniziata nel lontano 1974.
A spiegare l’andamento climatico è il professor Gabriele Curci del Dipartimento di scienze fisiche e chimiche, che sottolinea l’influenza di un «flusso di masse d’aria di origine artica». Questa dinamica ha favorito una prevalente stabilità atmosferica, interrompendo l’andamento delle precipitazioni tipiche del periodo. La pioggia è arrivata a “ondate”, con due distinti episodi di freddo e temporali concentrati all’inizio e a metà mese. Questi eventi hanno interessato in modo disomogeneo il territorio, focalizzandosi in particolare sulla fascia costiera di chietino e pescarese. Il dato sulle precipitazioni è quello più allarmante: l’Abruzzo ha registrato una media di piogge inferiore del 35% rispetto alla norma 1991-2020. Anche su questo fronte, l’ottobre 2025 si classifica come il 14° più secco della serie storica. Questa marcata siccità locale si inserisce in un quadro più ampio che, per il mese di ottobre in Italia, ha visto un andamento climatico altalenante, a fasi di “ottobrata” con caldo anomalo, come previsto da diverse tendenze meteo per la parte centrale del mese, si sono alternate irruzioni di aria fredda. L’Abruzzo, in questo scenario nazionale, ha risentito in modo più netto delle discese artiche e della conseguente stabilità barica, risultando più fresco e secco in controtendenza con le regioni che hanno sperimentato un mite “assaggio di clima tardo-estivo”. L’anomalia di precipitazione assume un significato particolare in un periodo fondamentale per la ricarica delle falde acquifere e per il settore agricolo.
L’analisi del CETEMPS evidenzia un forte contrasto tra le diverse aree della regione. Per le temperature medie, l’anomalia negativa ha toccato il picco a Guardiagrele (Chieti) 1.1 sotto la media. Un’eccezione notevole è Campotosto (L’Aquila), che ha registrato un’anomalia positiva di 0.9. Ancora più netta la disparità per le precipitazioni con la città di Chieti che si è trovata in controtendenza, con un eccezionale 58% di piogge in più rispetto al suo riferimento climatologico. Questo dato conferma come gli episodi temporaleschi abbiano colpito in modo molto localizzato la fascia adriatica. All’opposto, nell’aquilano, Goriano Sicoli ha sofferto un deficit idrico impressionante, con una riduzione delle piogge pari a -73%. Questo squilibrio idrico tra zone costiere e aree interne, specialmente quelle montane e pedemontane, è importante. La grave penuria di piogge in località come Goriano Sicoli, unita alla generale scarsità regionale, solleva interrogativi sul futuro della risorsa idrica in Abruzzo, una regione storicamente importante per l’approvvigionamento idrico. Le riserve nevose, che si accumulano in quota, sono essenziali per il periodo estivo, e sebbene ottobre non sia il mese principale per l’accumulo, il deficit pluviometrico alimenta le preoccupazioni, specialmente per l’agricoltura.
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