03 Novembre 2025 - 17:57:12

di Vanni Biordi

Nel cuore dell’Italia, spesso messa alla prova da calamità naturali e emergenze complesse, nella sala ipogea di palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila si è celebrato un momento di profonda riflessione e coordinamento, come testimoniato dal programma di lavoro che illustra un impegno congiunto tra sanità, protezione civile, corpi dei vigili del fuoco e il prezioso mondo del volontariato.

L’immagine di un foglio programmatico, denso di interventi e relatori, è ben più di un semplice elenco di nomi: è la mappa di un patto per la sicurezza, un modello di resilienza che l’Italia è chiamata a perfezionare.

La prima sessione, dedicata a “Sanità, Protezione Civile e Corpo dei Vigili del Fuoco“, moderata dalla Dott.ssa Anna Rita Gabriele, Direttore MCAU del Presidio Ospedaliero sede di HUB di Teramo, e dal Dott. Aurelio Soldano, Responsabile della Centrale Operativa 118 ASI di Pescara, ha dipinto un quadro chiaro della complessità delle emergenze. Dalle 9:20, con le NOES: linee programmatiche del Prof. Franco Marinangeli, Referente Sanitario Regionale per le Emergenze, si è passati al Servizio Emergenza, Urgenza e Reti della “Assistenza Ospedaliera e Medicina Convenzionata” – Servizi Emergenza-urgenza e reti Regione Abruzzo e sfide del futuro, per arrivare alla Protezione Civile della Regione Abruzzo nelle maxi-emergenze in caso di maxi-emergenza, con i Vigili del Fuoco della Regione Abruzzo. La sessione ha incluso protocolli e procedure del sistema istituzionale, con interventi del Dott. Giampiero D’Ortenzio (L’Aquila), Dott. Giuseppe Di Peppe (Chieti), Dott.ssa Nadia Corbuglia (Teramo), Responsabili delle Centrali Operative 118 regionali, e della Dott.ssa Tiziana Ferrara, Direttore MCAU del Presidio Ospedaliero sede di HUB di Pescara. La discussione sui protocolli e procedure attuative in casi di maxi-emergenza sottolinea una verità ineludibile: la preparazione non è un’opzione, ma un imperativo categorico. Non si tratta più di settori stagni, ma di un ecosistema interconnesso dove la tempestività dell’intervento sanitario si fonde con la capacità operativa della Protezione Civile e l’eroismo dei Vigili del Fuoco.

Ma la sicurezza di un territorio non si esaurisce nell’azione delle istituzioni. È qui che entra in gioco la “Seconda Sessione – CNSAS, Croce Rossa Italiana“, moderata dal Dott. Emmanuele Tafuri, Direttore MCAU del Presidio Ospedaliero sede di HUB di Chieti, e dal Dott. Angelo Mucciconi, Direttore MCAU del Presidio Ospedaliero sede di HUB di L’Aquila.

Alle 11:10, Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo: competenze e potenzialità, con il Dott. Daniele Perilli, Rappresentante CNSAS/SASA.

Alle 11:30, CRI: organizzazione, logistica e progettualità in essere, con la Dott.ssa Maria Mucciante, Presidente Regionale Croce Rossa Italiana. Alle 11:50, La voce delle Associazioni del terzo settore: competenze e organizzazione delle associazioni di volontariato, con il Dott. Giovanni Baldini, Rappresentante della Conferenza Interregionale delle Misericordie, e il Dott. Stefano di Stefano, Presidente ANPAS Abruzzo.

Alle 12:10, ANCI: criticità e possibili soluzioni, con il Dott. Francesco D’Amore, Sindaco del Comune di Fagnano Alto e Consigliere nazionale ANCI. Alle 12:30, Sicurezza alimentare e medicina veterinaria nelle maxi-emergeze, con il Dott. Massimo Ciuffetelli, Responsabile igiene e sicurezza degli alimenti e prevenzione ambientale Regione Abruzzo. Dalle 12:30, Discussione e commento dei referenti istituzionali, con il Dott. Giampiero D’Ortenzio (L’Aquila), Dott. Giuseppe Di Peppe (Chieti), Dott.ssa Nadia Corbuglia (Teramo), Responsabili delle Centrali Operative 118 regionali, e la Dott.ssa Tiziana Ferrara, Direttore MCAU del Presidio Ospedaliero sede di HUB di Pescara. Alle 13:15, Discussione e conclusione dei lavori.
Questa seconda sessione ha messo in luce il ruolo insostituibile del volontariato.

Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), con la sua expertise in ambienti ostili, e la Croce Rossa Italiana, baluardo di umanità e assistenza, rappresentano la spina dorsale di un sistema che, senza l’apporto dei cittadini attivi, sarebbe destinato a crollare. Le competenze e l’organizzazione delle associazioni di volontariato, con la formazione e la logistica cruciali, sono state al centro, insieme alla riflessione sugli ANCI: criticità e possibili soluzioni, che evidenzia come il coordinamento tra il livello centrale e quello locale, incarnato dai Sindaci, sia la chiave di volta per un’efficace gestione delle emergenze.

L’elemento che forse più colpisce, leggendo tra le righe di questo programma, è la consapevolezza che la sicurezza è un’impresa collettiva. Non è un compito delegabile interamente allo Stato o a corpi specializzati. È un esercizio quotidiano di responsabilità, di formazione, di coordinamento e, soprattutto, di solidarietà. L’inclusione di temi come “sicurezza alimentare e medicina veterinaria nelle maxi-emergenze” dimostra una maturità nella comprensione delle emergenze, che va oltre l’intervento immediato per abbracciare la complessità delle esigenze post-catastrofe.

I commenti e i riferimenti istituzionali chiudono il cerchio, ribadendo l’importanza di una governance integrata. L’Italia, con le sue fragilità e la sua bellezza, ha imparato a proprie spese che la prevenzione e la gestione delle emergenze non possono ammettere improvvisazioni. L’immagine di quel programma, con le sue fitte agende e i suoi relatori impegnati, ci restituisce la fotografia di un paese che, nonostante tutto, continua a credere nella forza della collaborazione, nella preparazione e nel valore inestimabile di chi, in ogni momento, è pronto a mettere la propria vita al servizio della comunità. È questo patto per la sicurezza, silenzioso ma incrollabile, la vera forza della nostra resilienza.