06 Novembre 2025 - 09:18:39
di Martina Colabianchi
«La riforma del servizio idrico deve essere un’occasione di modernizzazione e adeguamento di una situazione che in diverse zone della nostra regione è in alcuni periodi dell’anno critica, una vera e propria zavorra per l’economia e la qualità della vita. L’Abruzzo è la seconda regione per perdite idriche, lasciamo per strada il 62,5% di acqua e questo non è accettabile. La riforma si concentri su come migliorare reti ed efficienza e non su interessi particolari. Si tenga presente l’importanza della partecipazione dei Comuni e dell’imprescindibilità degli approfondimenti e delle valutazioni tecniche».
Sono le parole di Alessandro Paglia, direttore di Ali Abruzzo.
È tutt’ora all’esame delle commissioni regionali un progetto di legge, a firma del presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri e della vicepresidente Marianna Scoccia, che mira alla riduzione dei gestori (ad oggi 6) attraverso la creazione di due sub-ambiti gestionali strategici: uno incentrato sul massiccio del Gran Sasso e l’altro sull’area Maiella-Morrone. Questa riorganizzazione è pensata per massimizzare l’efficienza e la capacità di approvvigionamento della risorsa idrica.
Il presidente Angelo Radica, in merito, sottolinea: «Il dibattito in Consiglio regionale sta per entrare nel vivo. La proposta della maggioranza è carente innanzitutto perché non è supportata da alcuno studio tecnico, così come allo stato dell’arte i sindaci di Ali Abruzzo sono scettici sulla possibilità di passare a un ambito unico. In ogni caso è opportuno ponderare ogni scelta attraverso i necessari approfondimenti, a cominciare da quello commissionato dall’Ersi, di cui va atteso l’esito prima di prendere qualsiasi decisione. Per Ali Abruzzo la priorità è che l’acqua sia pubblica, nella direzione della modalità della gestione ‘in house’. A tal fine chiediamo agli attuali gestori di prepararsi a questa soluzione predisponendo i necessari requisiti».

«Nel percorso di discussione della riforma – conclude Paglia – Ali Abruzzo mette a disposizione le testimonianze e l’esperienza sul campo dei sindaci, in primo luogo di quelli che si trovano in molti casi ad affrontare situazioni di emergenza. Crediamo che la riforma del servizio idrico abruzzese debba in primo luogo concentrarsi su questi aspetti: occorre capire in che modo si possa far sì che i cambiamenti di gestione, le semplificazioni che si profilano, incidano sul miglioramento della continuità dell’erogazione dell’acqua. Limitarsi a mettere in luce le modifiche di governance rischierebbe di essere quanto meno miope. Auspichiamo perciò che la partecipazione dei sindaci e degli stakeholder e i necessari approfondimenti tecnici consentano di individuare le migliori possibilità di intervento. Il faro deve essere l’interesse dei cittadini, ed è per questo ogni cambiamento di assetto e governance oltre a essere giustificato dal punto di vista funzionale deve essere accompagnato e approfondito attraverso la partecipazione e l’ascolto dei Comuni, dei sindaci e degli operatori, e l’accurato studio tecnico».
LAQTV Live