07 Novembre 2025 - 09:16:33
di Redazione
«Pensavamo di aver sentito già tutto con il comunicato stampa dell’assessore Francesco De Santis, e con le sue dichiarazioni a Laqtv in merito a ‘chi, da italiano, costruisce strutture che agevolano l’immigrazione clandestina’, ma l’ultima dichiarazione del sindaco Pierluigi Biondi sulle persone migranti in città ha davvero dell’incredibile. In un breve testo diffuso nelle scorse ore il primo cittadino parla di ‘migranti depositati dai soliti sciacalli’, ‘squallidi personaggi che lucrano sulla disperazione’ e di persone che ‘minano la pacifica convivenza nella nostra comunità’».
Si riaccende il dibattito cittadino, dopo l’arrivo all’Aquila di altri 25 migranti “di terra”, come annunciato dal sindaco Pierluigi Biondi che ha parlato di «sciacalli che mercanteggiano esseri umani come fossero oggetti».
Ieri in serata, una riunione urgente in Prefettura, nella quale è stato stato stabilito anche un rafforzamento dei controlli nei punti di maggiore interesse per intercettare eventuali movimenti sospetti e prevenire possibili fenomeni di sfruttamento.
A intervenire sulla questione migranti, L’Aquila coraggiosa, che chiede chiarezza al sindaco, ma anche il Pd cittadino che lo invita a «denunciare in Procura».
«Questa volta è davvero troppo – si legge nella nota di L’Aquila Coraggiosa – Siamo stufi di queste dichiarazioni spot di Biondi e della sua Giunta che a nulla servono se non a distogliere l’attenzione dal problema reale e a confondere le idee delle cittadine e dei cittadini. Se ci sono “sciacalli” o “squallidi personaggi” che – stando a quanto dicono Biondi e De Santis – starebbero commettendo gravi illegalità nel nostro territorio, dovrebbe essere proprio lui, nel suo ruolo di sindaco, a spiegarlo chiaramente alla comunità tutta, con carte, prove e fatti concreti alla mano. Ma è evidente che tutto questo non sta accadendo, e resta pura propaganda fatta sulla pelle di persone in difficoltà. Bisognerebbe invece analizzare con cura il fenomeno, e spiegare alla cittadinanza perché ci sono persone che aspettano per strada».
«Differentemente dalle persone migranti che arrivano dalla rotta mediterranea, quelle che arrivano via terra, attraverso la rotta balcanica, non vengono accolte in hotspot o centri straordinari, ma raggiungono varie città in base anche alle conoscenze generiche che possono avere di uno specifico territorio – aggiunge – Una volta arrivati, richiedono un appuntamento per fare domanda di richiesta d’asilo, ma la questura dell’Aquila dà appuntamenti a lungo termine e la prefettura non ha posti nei centri accoglienza, perché le commissioni ritardano i decreti di protezione. Dunque, a meno che non si abbiano prove di strani traffici illeciti, le persone che dormono fuori la prefettura non sono state “depositate” da nessuno, ma sono vittime di un sistema che va a rilento e presenta diversi problemi strutturali. Semplicemente non sanno dove andare, e restano lì in attesa. Alcuni di loro vengono poi portati verso altre destinazioni, come è successo la scorsa settimana».
«Pierluigi Biondi e la maggioranza locale dovrebbero capire che su determinate questioni c’è poco da scherzare, che determinati temi non dovrebbero essere oggetto di campagna elettorale, urlati sui social per ottenere consensi – prosegue la nota – Dovrebbero capire che essendo amministratori di un territorio a volte, o meglio sempre, bisognerebbe piuttosto esprimersi con toni consoni e chiari rispetto al ruolo che si ricopre, mettendo in chiaro le difficoltà strutturali che ci sono nella gestione dell’accoglienza, e non cercando capri espiatori».
«Noi continuiamo e continueremo sempre a chiedere chiarezza, poiché siamo stanchi di essere presi in giro da chi amministra questa città. Abbiamo diritto a conoscere cosa sta accadendo nel dettaglio, senza doverci limitare a leggere poche righe da campagna elettorale, soprattutto se la situazione è così grave come è stata descritta», conclude.
Pd: «Accuse di Biondi gravissime, denunci in Procura»
«Leggiamo con costernazione, e con crescente preoccupazione, le affermazioni del sindaco Biondi e di alcuni assessori della sua Giunta rispetto a presunti ‘mercanteggiamenti’ di esseri umani ‘come fossero oggetti’, in riferimento ai migranti che, in questi giorni, stanno arrivando in città per attivare le procedure di accoglienza».
Lo scrive in una nota il Partito Democratico cittadino.
«Se l’assessore De Santis ha parlato di ‘promesse di permessi di soggiorno facili’, di “associazioni che vorrebbero nascondere immigrati irregolari’, che ‘continuano a far arrivare di nascosto in città decine di disperati’, Biondi in queste ore ha evocato la presenza di ‘squallidi personaggi che lucrano sulla disperazione delle persone’, che fanno ‘affari sulla pelle di donne e uomini in difficoltà’, di ‘sciacalli’ che avrebbero ‘depositato’ i migranti sotto la Prefettura – aggiunge il Pd – Si tratta di affermazioni gravissime, di parole pesanti come macigni. La città dell’Aquila, affermano esponenti della destra cittadina, sarebbe ‘sotto attacco mirato, con una regia ben precisa’», aggiunge il Pd.
«Non possiamo credere si tratti di parole prive di riscontro oggettivo. Se davvero la situazione è quella evocata dal sindaco e dalla sua giunta, ci chiediamo: Biondi, De Santis e gli altri esponenti della destra hanno denunciato alle autorità competenti ciò che evidentemente sanno, o si sono limitati a pubblicare post sui social? Trattandosi di fattispecie di reato gravissime, è un loro dovere farlo, e farlo immediatamente. Se all’Aquila operano degli sciacalli, dei trafficanti di essere umani, vanno denunciati, facendo nomi e cognomi – proseguono i Dem – Se è davvero così, noi siamo pronti ad andare in Procura, insieme al sindaco e ai suoi assessori, per presentare esposti e far perseguire penalmente chi sta sfruttando la vita di esseri umani in difficoltà. Ci dica, Biondi: chi sono questi sciacalli? Chi sta attaccando la città, con una regia ben precisa?»
«Non possiamo credere si tratti di insinuazioni, di accuse prive di riscontro, di strali lanciati per parlare alla pancia della cittadinanza e nascondere, così, responsabilità politiche precise: è evidente come le parole del sindaco suonino come una bocciatura clamorosa dell’operato del governo guidato dal suo stesso partito, che dovrebbe garantire la sicurezza e gestire i flussi migratori e che di questi temi ha fatto una priorità della sua perenne campagna elettorale – aggiunge la nota –Troppo facile fare propaganda sulla pelle delle persone più fragili. Fosse così, saremmo dinanzi ad un atto di procurato allarme, pericolosissimo per la tenuta dell’ordine pubblico; trattandosi delle parole di un sindaco, una denuncia così pesante, priva di riscontri, assumerebbe tratti davvero gravissimi: chi rappresenta la città al massimo livello istituzionale non lancia accuse, ma denuncia con fermezza».
«Ci chiediamo: il sindaco, prima di lanciare accuse su Facebook, si è rivolto al Questore e al Prefetto? Questura e Prefettura sono a conoscenza di eventuali fattispecie di reato, sono informati dei fatti denunciati dal sindaco, hanno interessato il Ministero degli Interni? Lo ripetiamo: la sicurezza e la gestione dei flussi migratori sono competenza diretta del Governo centrale che la esercita, sul territorio, attraverso il Prefetto e il Questore e tutto il sistema della sicurezza: le parole del sindaco suonano come accuse precise anche a loro. Come si intende agire? Da parte nostra, chiederemo formalmente in queste ore un incontro urgente al Prefetto, ed interesseremo, tramite i nostri parlamentari, il Ministero dell’Interno e il Governo centrale: se L’Aquila è sotto attacco, siamo pronti a difenderla in ogni modo. Se le parole del sindaco non avessero riscontri oggettivi, però, saremmo pronti a chiederne conto in ogni sede», conclude il Pd.
La nota di Si e Avs
«Un sindaco, in fondo, dovrebbe affrontare i problemi, non abbaiare alla luna. Certo, un sindaco», affermano Fabrizio Giustizieri, segretario provinciale Sinistra Italiana L’Aquila, Pierluigi Iannarelli, segretario comunale Sinistra Italiana L’Aquila e Lorenzo Rotellini, capogruppo AVS/Alleanza Verdi e Sinistra Comune dell’Aquila-
«Apprendiamo che il sindaco Biondi, di fronte all’arrivo di circa 30 migranti a L’Aquila, parla di manovre oscure, di qualcuno che li chiama, di complotti da scoprire. Bene, allora lo prendiamo in parola: proponiamo ufficialmente al sindaco di recarci insieme in Questura a sporgere denuncia contro chi starebbe lucrando o manovrando su queste persone disperate. Ci dica chi è che noi siamo pronti ad aiutarlo. erché se davvero qualcuno li manda, come sostiene Biondi, “usciamo” i nomi e cognomi: non bastano allusioni e sospetti. Servono fatti, non fumo. Già che ci siamo, proponiamo al sindaco di proseguire la giornata con un piccolo tour nella città reale — non quella raccontata nei video con musichette accattivanti che girano sui social. Dopo la Questura potremmo passare per il Progetto CASE, dove il degrado avanza e spesso è proprio il degrado a chiamare i disperati. Bisogna dare un senso, lì dove è possibile, a tutto quel patrimonio edilizio e smantellare ciò che non può essere riqualificato e, quindi, usato. Poi, una tappa all’ASM, che naviga tra le acque torbide di una gestione sull’orlo del fallimento e all’Agenzia delle Dogane, declassata e simbolo di una città che perde pezzi e funzioni pubbliche. Ecco, forse, lì troveremo alcuni dei veri problemi dell’Aquila».
«Intanto – concludono – non possiamo che ironizzare sull’assurdità della situazione: nell’Italia della “sicurezza” a chiacchiere di Meloni e Piantedosi, 30 persone riescono a entrare nel Paese, attraversarlo da nord a sud, arrivare fino all’Aquila senza che nessuno, in tutto questo tragitto, le fermi, le identifichi o semplicemente se ne accorga. Un paradosso che dice molto più di mille proclami. Fortuna che sono 30 poveri cristi in cerca di una possibilità. Ci chiediamo: chi può avere un vantaggio a portarli qui, in una città dove le strutture di accoglienza sono già sature e dove ogni giorno la solidarietà si regge sul volontariato? Forse, oltre a cercare “chi li chiama”, il sindaco dovrebbe chiedersi chi non fa il proprio dovere, dovrebbe interrogarsi su un sistema che non funziona e, non funzionando, produce danni».
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