14 Novembre 2025 - 08:55:39

di Redazione

In Abruzzo il 55,6% degli adolescenti legge libri al di fuori di quelli scolastici, un dato che supera di poco la media italiana del 53,8%, il 46,3% ha visitato mostre o musei (contro la media nazionale del 50,1%), il 28,2% siti archeologici (contro una media del 40,2%). Il 40% è andato a teatro e il 34,6% a un concerto, contro rispettivamente il 33,2% e il 33,3% del dato nazionale. Il 14,7% non fa alcun tipo di attività fisica (il 18,1% in Italia).

Sono alcuni dei dati contenuti nella XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, diffuso a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza – da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Quest’anno l’Atlante ha voluto indagare l’età dell’adolescenza, attraverso un’analisi dei dati e un viaggio in ascolto delle voci di ragazze e ragazzi. Il risultato è una fotografia ricca e complessa, di adolescenti onlife, da una parte consapevoli delle difficoltà della fase che attraversano e alla ricerca di nuove strade e spazi di condivisione, dall’altra a rischio di isolamento.

«L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children – Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro. È necessario colmare questi divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, viaggiare, fare sport, sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono a gran voce».

Demografia. Pochi e spesso figli unici. Gli adolescenti in Abruzzo sono il 6,5% della popolazione

Oggi in Italia i 13-19enni sono poco più di 4 milioni, il 6,86% della popolazione complessiva, pari a uno su 15, un numero piuttosto esiguo se pensiamo che gli over 65 sono uno su 4. Nel 1983 erano oltre 6 milioni e mezzo e rappresentavano l’11,6% della popolazione. Guardando al futuro la situazione è destinata a peggiorare ancora: nel 2050 la fascia degli adolescenti si restringerà a 3 milioni 760 mila nel 2030 e a meno di 3 milioni nel 2050 (2 milioni 947 mila). Dal punto di vista territoriale non si registrano divari molto ampi, anche se risultano particolarmente basse le quote di teen in Liguria, Molise e Sardegna (solo il 6,1%), mentre le più elevate sono quelle della Campania (7,6%) e della Provincia Autonoma di Bolzano (7,5%). In Abruzzo sono il 6,5%.

Cambiano anche le configurazioni delle famiglie: sempre più adolescenti sono figli unici in Italia (sono il 22% e le famiglie con adolescenti che hanno un solo figlio sono il 27,5%) e oggi quasi un adolescente su 4 vive con un solo genitore (il 4,4% delle famiglie con figli adolescenti sono composte da un padre monogenitore e il 18,5% da una madre sola). In Abruzzo le famiglie con adolescenti che hanno un solo figlio sono il 30,6%.

In media, in Italia, nel 2024, oltre un adolescente tra 11 e 15 anni su 4 (il 26,1%) è a rischio povertà o esclusione sociale, con ampi divari tra Nord (15,2%), Centro (24,1%) e Mezzogiorno (41,9%), e tra chi ha la cittadinanza italiana (24,2%) e chi non ce l’ha (38%).

Adolescenti e IA – l’indagine nazionale di Save the Children realizzata da CSA Research

Nell’edizione dell’Atlante di quest’anno, Save the Children ha voluto dedicare un approfondimento all’uso degli strumenti dell’Intelligenza Artificiale da parte degli adolescenti, con un sondaggio inedito realizzato da CSA Research, dal quale emerge che in Italia il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni intervistati afferma di essersi rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Una percentuale simile, oltre il 42%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Il 92,5% degli adolescenti ascoltati utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% – quasi un/a ragazzo/a su tre – tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, il solo il 7,5% non la utilizza mai. Nonostante si tratti di strumenti con impatti molto diversi, i chatbot (Chat GPT, Claude, Dixit) sono di gran lunga gli strumenti più utilizzati dagli adolescenti (68,3%), seguiti da strumenti di traduzione automatica (42,5%) e assistenti vocali (33,3%). Il 9,3% usa chatbot ‘relazionali’ come Character IA e Anima. Tra chi utilizza l’IA, i motivi principali sono la ricerca di informazioni (35,7%) e l’aiuto nello studio e nei compiti (35,2%), traduzioni (19,8%), scrittura di testi (18,7%), ma è rilevante la percentuale anche di chi la usa prevalentemente per scopo ludico (21,4%) o per consigli utili per la vita quotidiana (15%). Il 7,1% degli utilizzatori di IA lo fa per aumentare il proprio benessere e il 4,2% per trovare compagnia.

«Dalle voci degli adolescenti raccolte con l’Atlante emergono richieste concrete alle quali dare risposta: è necessario promuovere il benessere psicologico e potenziare la rete dei servizi per la salute mentale per l’età evolutiva su tutto il territorio nazionale – ha aggiunto Milano – È necessario anche che la scuola assuma tra le sue funzioni costituenti quella di assicurare il benessere psicologico e di educare alle relazioni, all’affettività e alla sessualità. Allo stesso tempo, le istituzioni nazionali e gli enti locali sono chiamati a rispondere concretamente alla fame di spazi autogestiti da ragazzi e ragazze per l’incontro, la produzione artistica e culturale, lo sport. Come risulta dal nostro sondaggio, l’Intelligenza Artificiale è ormai entrata nella quotidianità degli adolescenti – in anticipo sugli adulti – svolgendo in alcuni casi un preoccupante ruolo di conforto emotivo. È urgente un dialogo intergenerazionale per comprendere a fondo rischi e opportunità di questo cambiamento e per ridisegnare i percorsi educativi, le responsabilità e definire adeguate politiche regolatorie».

Ma come stanno gli adolescenti italiani? Meno della metà afferma di essere stato/a bene psicologicamente. Il gap che penalizza le ragazze.

In Italia il 60% degli adolescenti è soddisfatto o molto soddisfatto di sé con percentuali più elevate tra i ragazzi (71%) rispetto alle ragazze (50%); al 9% è capitato di isolarsi volontariamente anche per brevi periodi per problemi di natura psicologica; quasi uno su 8 ha usato psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, con una percentuale più alta tra le ragazze (16,3%). Un gap di genere che si riscontra anche quando li si interroga sul proprio benessere psicologico: poco più di una ragazza su tre mostra di avere un buon equilibrio psicologico (34%), contro il 66% dei ragazzi, la più ampia differenza di genere rilevata tra tutti i Paesi europei (oltre 30 punti percentuali). In totale, meno della metà dei ragazzi e delle ragazze (49,6%) mostra un buon livello di benessere psicologico.

Il sistema di cura. Pochi posti e con ampi divari regionali. In Abruzzo non ci sono posti disponibili in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA).

In Italia nel 2023gli accessi di 0-17enni in Pronto Soccorso categorizzati come “accessi per disturbi mentali” sono stati 64.319, in aumento rispetto al calo registrato durante il Covid, ma in linea con i dati pre-pandemia. Secondo diversi esperti, si tratta di dati sottostimati, dai quali emerge comunque un aumento degli accessi delle ragazze e di quelli con maggiore gravità e urgenza.

Eppure, tra il 2019 e il 2023, i posti letto disponibili in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) sono rimasti poco più di 400, con ampi divari sia tra le Regioni che tra la città, e il conseguente rischio che i ragazzi siano ricoverati in strutture non appropriate o in reparti per adulti. In Abruzzo non ci sono posti letto disponibili. La Lombardia è la Regione con il più alto numero di posti letto disponibili negli NPIA (97), seguita dal Lazio (50 posti, tutti nella città di Roma), Toscana (48), Sicilia (31), Puglia (28), Emilia-Romagna e Piemonte (26), Liguria (20), Marche (18), Veneto e Sardegna (15), Campania (14), P.A. di Bolzano (12), Basilicata (6), Friuli-Venezia Giulia (4), P.A. di Trento (3). Oltre all’Abruzzo, anche Valle d’Aosta, Umbria, Molise e Calabria sono prive di posti letto negli NPIA.

Anche il sistema di presa in carico “post ricovero” degli adolescenti nei centri diurni, nelle comunità terapeutiche semiresidenziali e residenziali è in sofferenza: i posti disponibili non sono aumentati dal 2019 e le strutture residenziali sono solo 99, quelle semiresidenziali 94, per un totale di 2.438 posti, pari al 6,6% di quelli delle strutture dedicate all’assistenza psichiatrica over 18 e allo 0,7% dei posti totali di tutte le strutture residenziali o semiresidenziali del SSN. Forti anche in questo caso i divari territoriali: in Abruzzo non esistono strutture residenziali. La regione con il maggior numero di posti è la Lombardia, con circa un terzo del totale nazionale (399), seguita dal Piemonte, con 246 posti. Come in Abruzzo, nella Provincia Autonoma di Trento, in Friuli-Venezia Giulia, nelle Marche, in Molise, Calabria e Sicilia non è presente alcuna struttura residenziale pubblica o accreditata (cioè gratuita).

Scuola e divari. In Abruzzo il tasso di dispersione implicita si attesta al 9%

La scuola è una parte fondamentale nella vita delle e degli adolescenti, una ‘casa’ in cui imparano, crescono e condividono emozioni con i loro coetanei. Ma spesso è anche il luogo in cui si manifestano i primi divari, territoriali e sociali. Il tasso di dispersione implicita alla fine delle superiori è dell’8,7% (risultando maggiore tra i ragazzi, al 10,7%, +4 punti percentuali rispetto alle ragazze), con differenze molto ampie sia tra le regioni del Paese (dal 2,3 e 2,4% di Friuli-Venezia Giulia e Trentino al 17,6% della Campania e 15,9% della Sardegna), che tra i diversi indirizzi, dal 3,9% nei Licei, al 10,8% negli istituti tecnici fino al 22,8% negli istituti professionali. In Abruzzo il tasso di dispersione implicita si attesta al 9%.

Gli early school leavers (18-24enni che hanno abbandonato la scuola o la formazione professionale) sono il 9,8%, in netto miglioramento dal 2020, quando erano il 14,3%, ma con percentuali ben maggiori tra i ragazzi (12,2% nel 2024, erano il 16,9% nel 2020) e molto più contenute tra le ragazze (7,1% nel 2024, erano l’11,3% nel 2020). Anche qui, le differenze regionali sono molto ampie: si va dal 15,2% della Sicilia al 4,8% del Molise. In Abruzzo sono il 7,9%, un valore inferiore al dato nazionale.

Ma le differenze non sono solo territoriali o socio-economiche. Nell’anno scolastico 2023-24 il 12,2% degli alunni che frequentano le scuole italiane sono di origine straniera, circa uno su 8. Nella scuola secondaria di secondo grado, la percentuale scende all’8,6%a livello nazionale, e al 6,9% in Abruzzo La presenza di studenti con cittadinanza non italiana si fa ancor più rarefatta se osserviamo i diplomati negli indirizzi di Liceo, dove lo è soltanto il 4,1% a livello nazionale e valori simili si registrano in % in Abruzzo (4,4%).

Relazioni onlife. In Italia cyberbullismo in aumento. 8 su 10 soddisfatti del rapporto con amici/amiche. Il 30% ha fatto ghosting

La vita dei nativi digitali si svolge in una dimensione onlife, in cui non ci sono più barriere tra mondo fisico e virtuale. Il 38% dei 15­-19enni afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’­– e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su 8 è iperconnesso, cioè risponde ad indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet (13%) e il 47,1% è stato/a vittima di cyberbullismo, un dato in aumento dal 2018, quando le vittime erano il 31,1%. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15-19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5 % nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze.

Sul fronte delle relazioni, gli amici restano per i ragazzi e le ragazze un punto fermo nelle acque incerte dell’adolescenza: più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non sono per nulla soddisfatti. Positiva anche la relazione con i genitori, il 78% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.