15 Novembre 2025 - 10:55:30

di Martina Colabianchi

Non è ancora finita per Michele D’Angelo, docente di Biologia dell’Università dell’Aquila, arrestato in Albania l’8 agosto scorso dopo un incidente sulla Levan-Fier costato la vita a un adolescente e che ha portato al ferimento di altre tre persone.

Il professore è stato infatti rinviato a giudizio. La procura di Fier ha annunciato che nei confronti di D’Angelo pendono due capi d’accusa, “violazione del codice stradale” e “fuga dal luogo dell’incidente”.

Il docente universitario, trattenuto in carcere per 75 giorni, è stato messo in libertà su cauzione, il 24 ottobre, e dovrebbe rispettare solo l’obbligo della firma, l’ultimo venerdì di ogni mese.

Secondo quanto ricostruito D’Angelo, alla guida di una Lancia Ypsilon, sarebbe stato centrato da un altro veicolo alla cui guida c’era un albanese. Il professore, peraltro, stava viaggiando a non più di 40 chilometri orari, mentre l’altra vettura procedeva a velocità più elevata. Nonostante questo, il professore aquilano era stato accusato di violazione delle norme sulla circolazione e di abbandono di veicolo, poiché si sarebbe allontanato dall’auto subito dopo l’impatto. Un comportamento che i suoi difensori avevano considerato un gesto istintivo e non un tentativo di fuga.

Grazie ad un intenso lavoro diplomatico, che ha visti coinvolti il Comune dell’Aquila, l’ambasciata e il corpo consolare per il tramite della Farnesina, e della compagna Vanessa che non si era mai arresa, D’Angelo era riuscito a rientrare nel capoluogo di Regione il mese scorso.