19 Novembre 2025 - 18:48:00
di Vanni Biordi
Un appuntamento di notevole spessore culturale e politico ha animato in maniera schietta e sincera, come un bel pomeriggio aquilano di novembre, richiamando l’attenzione sulla critica radicale al sistema economico dominante.
Nella prestigiosa cornice della Fondazione Giorgio De Marchis Bonanni D’Ocre Onlus, nel cuore del centro storico del Capoluogo di Regione, lo storico e saggista Angelo D’Orsi ha presentato il suo ultimo lavoro, “Catastrofe Neoliberista. Il regime che ha devastato le nostre vite“, per L.A.D. Edizioni. L’evento, organizzato dall’associazione Multipolare L’Aquila, è stato configurato come un momento di riflessione critica ed è stato inserito in un contesto storico-cittadino, quello dell’Aquila, che ben conosce il significato di crisi e ricostruzione.
Angelo D’Orsi, allievo di Norberto Bobbio, già Ordinario di Storia del pensiero politico all’Università degli Studi di Torino e massimo esperto gramsciano in vita, è noto per il suo rigore accademico unito a un chiaro posizionamento ideologico. Il suo saggio, come suggerisce il titolo stesso, non è un’analisi tiepida o puramente descrittiva, ma un vero e proprio atto d’accusa contro il neoliberismo, dipinto come un “regime” globale e totalitario, imposto dagli anni ’70 in avanti e culminato nel post-1989-91, quando il “naufragio della nuova Grande Illusione”, citando l’analisi post-Fukuyama, ha lasciato il campo libero all’espansione incontrastata di un modello basato sulla deregolamentazione, la finanziarizzazione e l’aumento esponenziale delle disuguaglianze.
Il libro, insignito del Premio Pier Paolo Pasolini, si pone come un vademecum della storia recente, mirando a fornire gli strumenti concettuali, di ispirazione chiaramente e volutamente gramsciana, per decifrare il presente e costruire un futuro diverso. La copertina del volume, che campeggia nell’immagine promozionale della locandina, è emblematica, una bandiera americana con una sagoma umana in posizione di protesta o resistenza, un’iconografia che marca immediatamente la matrice geopolitica e culturale del modello criticato.
La scelta dell’Aquila e della sede della Fondazione De Marchis Bonanni, in Corso Vittorio Emanuele II, non è casuale. L’evento assume un significato particolare in una città che è essa stessa un simbolo di ferite socio-economiche e di complessi processi di ricostruzione che hanno incrociato le dinamiche del capitale e dell’intervento pubblico in modo spesso controverso. Il dibattito sul neoliberismo e le sue conseguenze trova, in una città come L’Aquila, un terreno fertile per l’analisi dei meccanismi di gestione della crisi, delle disuguaglianze e del destino dei territori interni.
L’associazione Multipolare L’Aquila, che ha promosso l’incontro, si identifica come un polo di aggregazione culturale e politico che mira a un’analisi multipolare degli equilibri mondiali, appunto, spesso in netta controtendenza rispetto al pensiero dominante. Questo incontro aquilano si carica anche di una valenza di solidarietà intellettuale. La presentazione del volume avviene pochi giorni dopo l’annullamento di un’analoga conferenza che Angelo D’Orsi avrebbe dovuto tenere a Torino il 12 novembre, un episodio che l’Associazione Multipolare ha voluto rimarcare come un attacco alla libertà d’espressione e di palese censura.
In questo senso, l’evento di L’Aquila è diventato non solo un’occasione di approfondimento tematico, ma anche una tribuna culturale per riaffermare il valore del libero confronto pubblico, specialmente su temi così controversi e divisivi. A L’Aquila si può parlare, discutere e ci si può confrontare. Il saggio di Angelo D’Orsi, dunque, non è solo un’opera storiografica, ma un contributo militante al dibattito contemporaneo, che sfida apertamente i capisaldi del sistema attuale. La discussione si è incentrata sulla capacità del neoliberismo di «camuffarsi abilmente da paladina della libertà e della democrazia», come si legge nella sinossi, sottolineando la sua natura pervasiva che travalica l’economia per diventare un fenomeno sociale e culturale onnipervasivo.
La presenza di Angelo D’Orsi a L’Aquila testimonia la vitalità di un circuito culturale che intende alimentare la critica al potere costituito e al pensiero unico. Il messaggio di D’Orsi è chiaro. È necessaria una comprensione profonda dell’avversario per poter immaginare alternative. La nutrita presenza di pubblico sottolinea la sete di analisi e di dibattito su questioni fondamentali per il futuro, ben oltre le cronache. La discussione è stata viva e partecipata e il libro di Angelo D’Orsi si è confermato come un punto di riferimento per chi cerca una lettura non convenzionale dei nostri tempi.
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