25 Novembre 2025 - 11:34:15

di Redazione

Un potenziamento della rete antiviolenza cittadina, un miglior coordinamento con il Centro antiviolenza, e misure concrete per facilitare l’accesso delle donne in fuoriuscita dalla violenza agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma anche sostenere e farsi promotori con il Governo dell’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, chiedendo inoltre alla Regione l’approvazione della proposta di legge in discussione che va nella stessa direzione.

Sono le richieste contenute nell’ordine del giorno delle consigliere comunali Stefania Pezzopane e Simona Giannangeli, che è stato approvato, con l’astensione della maggioranza, nel corso del Consiglio comunale straordinario di questa mattina, convocato nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Tuttavia non si tratta del solo documento approvato dall’assise civica. Al documento promosso dalle consigliere di opposizione si aggiunge infatti il documento promosso dalle consigliere di maggioranza Maura Castellani e Gloria Nardecchia, che ha avuto parere positivo con l’astensione delle opposizione, con il quale è stata richiestala ferma condanna di ogni forma di violenza contro le donne ed il forte sostegno alla protezione, all’autonomia e al pieno sviluppo umano, sociale, economico e culturale di ogni donna. Il documento, inoltre, chiede di sostenere con forza le campagne internazionali e nazionali per l’eliminazione delle pratiche dannose contro donne e ragazze, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati e per prevenire la violenza sessuale in situazioni di conflitto e di emergenza e di implementare le iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sul tema della violenza di genere e, in particolare, sugli abusi perpetrati durante le guerre e sul ruolo strategico delle donne nella promozione del dialogo per la pace e di prospettive diverse sul significato di pace e sicurezza, in particolare nella prevenzione e risoluzione dei conflitti nonché nella ricostruzione postbellica.

I due documenti nascono per rispondere alla lunga scia di sangue che percorre le rilevazioni dell‘Istat con focus sulle donne morte ammazzate nei casi di femminicidio, spesso con segni di grande accanimento sui loro corpi, e il rischio di finire vittima della violenza di genere che cresce specie nella fascia delle donne anziane.

I dati riferiti al 2024 mettono in evidenza che il 91,4% delle uccisioni di donne sono riconducibili ad omicidi di genere, a perdere la vita nei femminicidi sono state 106 vittime nel 2024, su un totale di 116 morte ammazzate, e a uccidere le donne italiane sono uomini italiani che rientrano nella cerchia delle loro più strette relazioni, e più esposte al rischio di essere uccise sono le donne anziane nella fascia di età tra i 75 e gli 85 anni. L’incidenza dei femminicidi sul totale delle donne uccise oscilla dall’ 82,1%, del 2023 al 91,4% del 2024, valore analogo a quello del 2020.

Nel 2024, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.

L’accanimento sul corpo della vittima (ad es. strangolamento, soffocamento, coltellate, percosse) riguarda 61 donne vittime di femminicidio dove l’autore del reato è da ricercare all’interno della coppia o della parentela (54,5%), e la totalità dei casi in cui il femminicidio è avvenuto da parte di altri autori. 

Nel corso del consiglio ha preso la parola Silvia Frezza, presidente dell’associazione Donatella Tellini entro cui opera il centro antiviolenza dell’Aquila. La Frezza ha parlato di «massacro delle donne».

«Se gli strumenti giudiziari e punitivi sono stati rafforzati, perché la violenza diventa sempre più feroce? La risposta è che la cultura non è cambiata abbastanza, la cultura patriarcale è ancora viva – ha detto – E’ nelle parole che sminuiscono, nelle banalizzazioni, nelle battutine, nei giudizi che colpevolizzano e nel silenzio che protegge l’aggressore. Se non si passa attraverso l’educazione non cambierà mai nulla. L’ educazione sessuo-affettiva nelle scuole è necessaria. Vogliamo costruire percorsi didattici declinati per tematiche di genere in grado di offrire conoscenza, di stimolare il pensiero critico, in grado di sviluppare relazioni positive? Due anni fa abbiamo firmato il protocollo con il Comune e abbiamo avuto una casa protetta e un finanziamento strutturale e grazie a questo la nostra attività continua. Sono stati due passi fondamentale, ma ne mancano ancora altri due: una soluzione abitativa per tutte le donne, costrette loro e non l’uomo violento, a lasciare la propria abitazione, e una rete cittadina interistituzionale. Avevamo iniziato questo percorso con il precedente prefetto e ora non sappiamo quale soglia dobbiamo varcare per continuare».

«Chiediamo ad assessori e consiglieri di riprendere il discorso costantemente e quotidianamente così a novembre del prossimo anno possiamo raccontarci un’altra storia. Ulteriori ritardi non sono più possibili la violenza non aspetta. Una lotta da condurre insieme, dell’intero Paese e nel nostro caso di tutta la città», ha concluso la Frezza.

L’avvocato Carla Lettere, presidente della Camera minorile ha messo in evidenza l’aumento di violenza tra i ragazzi e la difficoltà delle famiglie di affrontare la problematica di figli violenti.

«Ci occupiamo di famiglie e minori – ha detto – La violenza ha mille declinazioni e la troviamo nell’uomo adulto, ma anche nei ragazzi. Ho avuto proprio ieri un confronto su questo con l’Usm dell’Aquila presso il tribunale dei minorenni, dal 2009 avevamo tasso zero di violenze sessuali e siamo arrivati a un numero importante per la regione. Non parliamo solo di violenza sessuale ma anche di reati contro la persona per cui non solo la violenza sessuale, ma anche stalking e una modalità di amore tossico. Vediamo famiglie che soffrono perché non sono in grado di affrontare questi problemi. Raccogliamo nei nostri studi, la sofferenza di madri e padri disperati, perché non sanno come intervenire, perché a tutto questo sottende un uso di droga importante. Iniziamo, infatti, a parlare di di piazze di spaccio nella città, per cui abbiamo situazioni da valutare e interventi da effettuare. Dobbiamo molte volte convincere le donne a non tornare indietro e continuare a denunciare anche i figli che usano violenza contro le madri che devono fare delle scelte pesantissime per amore».

Per Pezzopane e Giannageli L’Aquila deve assumere «un ruolo guida nel contrasto alla violenza».

Nell’ordine del giorno, le consigliere richiamano l’attenzione sul numero inaccettabile di femminicidi che continua a colpire il Paese. Un passaggio centrale del documento è dedicato, inoltre, all’importante modifica approvata dalla Camera dei deputati, che introduce per la prima volta in modo esplicito il concetto di “consenso libero e attuale” all’articolo 609-bis del codice penale. 

«È un passo avanti che aspettavamo da anni – hanno spiegato – perché centra finalmente il discrimine fondamentale tra rapporto e stupro. Non sarà più la donna a dover dimostrare di essersi difesa, ma l’uomo a dover provare l’esistenza del consenso». L’ordine del giorno impegna inoltre il Comune a esercitare pressione sul Governo nazionale per una riforma organica sulla normativa in materia di violenza sessuale, a sostenere l’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, e a chiedere alla Regione l’approvazione della proposta di legge in discussione che va nella stessa direzione.  «L’Aquila può essere una città che si schiera, che costruisce cambiamento, che non si volta dall’altra parte. È il momento di farlo insieme».