26 Novembre 2025 - 17:23:22

di Marco Giancarli

Una giornata di studi dedicata al compianto Raffaele Colapietra, storico aquilano che con le sue opere, da Leonida Bissolati a Benedetto Croce e la politica italiana passando per opere più prettamente abruzzesi come “L’Aquila e Foggia. Transumanza e religiosità nella società pastorale” e “Una lunga storia d’Amore: pagine scelte di storia Aquilana” ha analizzato i cambiamenti della sua terra in modo sempre preciso e appassionato.

L’idea è stata dell’associazione culturale il Pungolo che nel centro culturale di Tempera ha voluto ricordarlo presentando due libri scritti da Edoardo Puglielli e Riccardo Lolli rispettivamente “La Brigata Maiella” e “Emilio Lopardi ed il movimento socialista nella provincia aquilana”.

A moderare la giornata dedicata al professore, Alfonso De Amicis.

«Mi piace ricordare Raffaele Colapietra proprio in questa sede perché uno degli ultimi interventi lo ho fatto proprio qui, ricostruendo l’assetto urbanistico, le strade, i quartieri così come erano venuti costruendosi nel tempo – ha dichiarato De Amicis -. Secondo me, c’è un aspetto negativo, cioè che la parte istituzionale della città ha un po’ dimenticato questo personaggio che, tra l’altro, ha dato moltissimo all’Aquila e non solo, ma anche all’Abruzzo e a tutto il meridione. Lui è stato un antesignano, perché tutta la storia del meridione, la Puglia, la sua Puglia perché il padre era originario di questa regione, il Molise, la Calabria, la Campania e, naturalmente, l’Abruzzo sono state oggetti dei suoi studi. Vorrei ricordare l’abnegazione con cui faceva queste cose: quando veniva in archivio, dove io ho lavorato una vita, io non so quanti notai avrà letto, forse cinquemila, e ogni notaio di solito ha 1000 pagine. Quindi, immaginate quanta ricerca ha fatto su questa città. Tra l’altro lui sapeva benissimo, ad esempio come erano predisposte le finestre e i balconi di palazzi in cui non era neanche mai entrato».

«Una figura a cui, secondo me, andrebbe istituito qualcosa per ricordarlo. Lui era un personaggio un po’ scomodo, severo non solo con gli altri, ma anche con se stesso e questa severità l’ha sempre riversata sugli studi. Lo ha fatto sempre, però, con lo scopo di mettere a disposizione della ricerca degli altri studiosi e un migliorare civile di tutti. Questa è l’aspetto fondamentale di questa figura», ha concluso.