28 Novembre 2025 - 12:02:56
di Redazione
«L’ordine del giorno, approvato nella giornata del 26 novembre u.s. durante il Consiglio Comunale
straordinario di Sulmona per affrontare e discutere l’iter di avvio della procedura di gara per l’affidamento
del Servizio di Igiene Urbana, ha confermato la volontà dell’Amministrazione Comunale di privatizzare il
servizio nonostante le dure contestazioni di lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini presenti in aula
contrari a tale incomprensibile e inammissibile decisione».
Lo scrivono in una nota Fp Cgil, Uil Trasporti, Fiadel, Ugl psa, Ugl L’Aquila Uil e Cgil.
Le forze sindacali hanno ribadito la propria contrarietà chiedendo la sospensione, anche temporanea, della delibera per aprire un tavolo di confronto finalizzato a trovare percorsi condivisi tali da garantire il mantenimento di un servizio pubblico e, contestualmente, la salvaguardia della società pubblica del Cogesa
«Dal nostro punto di vista, procedere con la gara, significherà determinare la chiusura del Cogesa anche soprattutto alla luce delle dichiarazioni del Sindaco di Sulmona in merito alla continuità aziendale, il che produrrà, inoltre, la perdita di posti di lavoro e l’aumento dei costi sostenuti dai contribuenti. Ribadiamo che, a tutt’oggi, nessun documento è stato mai sottoposto alle parti sociali e, paradossalmente, l’ordine del giorno approvato ha stabilito la costituzione di un tavolo tecnico anche per la verifica di una relazione tecnico/amministrativa ed economica che, a nostro avviso, doveva essere posta in visione prima di procedere all’avvio della gara. Inoltre, chiediamo al Sindaco di chiarire con quale formula utilizzerebbe la discarica, atteso che per il suo utilizzo non ha rappresentato nessuna criticità normativa quando, al contempo, avvia una gara per la raccolta e lo spazzamento dei rifiuti».
«Riteniamo, infatti, inutile la verifica della fattibilità del percorso intrapreso dal Comune di Sulmona
a scelte ormai assunte e confermate. Non si intravedono, perché finora non dimostrati e documentati, impedimenti normativi per l’affidamento “in house” del Servizio di igiene urbana ma è emersa una mera volontà politica dell’Amministrazione Comunale di procedere in tal senso. Il voto espresso, quindi, dalla maggioranza per l’approvazione dell’ordine del giorno, su cui ha relazionato esclusivamente il Sindaco, risulterà determinante per la scelta che in futuro faranno altre amministrazioni del territorio, di cui alcune alcune convenzioni sono in scadenza e/o scadute, rischiando così di produrre un effetto a catena e, nell’immediato, arrecherà pregiudizio – proprio a causa di tale scelta – alla continuità aziendale e alla tutela dei perimetri occupazionali come peraltro confermato dallo stesso amministratore unico del Cogesa».
«Il medesimo, in sede di audizione, ha chiesto più volte il perché di tale decisione anche in considerazione del fatto che entro il 2027 si dovrà procedere con l’accorpamento delle società pubbliche del futuro subambito provinciale constatando che, a seguito dell’espletamento della gara d’appalto, verrà “consegnata” a questa procedura una società fortemente indebolita quando, invece, sarebbe stato necessario e opportuno rafforzarla anche nei confronti di altre realtà societarie. Ci saremmo aspettati la presenza in Consiglio dei Sindaci soci del Cogesa che finora non hanno espresso pubblicamente le proprie posizioni in merito alla situazione aziendale ed al futuro della stessa azienda e, pertanto, nelle prossime ore chiederemo un incontro con tutti i soci dell’Azienda Pubblica per aprire un confronto sulla salvaguardia occupazionale e sulle prospettive della società. Inaccettabile e incomprensibile rimane, quindi, la scelta del Comune di Sulmona rispetto alla quale continueremo la nostra battaglia a tutela di un servizio pubblico essenziale, della salvaguardia del perimetro occupazionale e della tutela ambientale con ogni forma di mobilitazione delle lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini. Rivolgiamo infine un atto di accusa a questa consiliatura che passerà alla storia per aver determinato la privatizzazione di un servizio pubblico essenziale e la chiusura della propria società partecipata a totale capitale pubblico a danno di una intera comunità».
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