03 Dicembre 2025 - 17:19:43

di Martina Colabianchi

«Ho sottoposto al ministro Crosetto la richiesta di considerare l’Abruzzo e le sue caserme per un rafforzamento della presenza delle Forze armate all’interno della Regione, soprattutto in funzione di presidio e difesa delle aree interne».

Così il presidente di Regione Marco Marsilio che ha incontrato, a Roma, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Al centro del colloquio anche il riconoscimento della linea ferroviaria Roma–Pescara come infrastruttura strategica per la mobilità militare.

«È un elemento importante, perché consente di valorizzare questo investimento nazionale nell’ambito degli investimenti richiesti dalla Nato connessi alle spese per la difesa ed alla mobilità militare, a supporto di un’infrastruttura che è strategica sia per il Paese sia per l’Abruzzo», ha spiegato Marsilio.

Ma le parole di Marsilio sul rafforzamento delle forze armate nella Regione non sono piaciute al Partito democratico regionale, che parla di dichiarazioni «surreali e irresponsabili». «La destra parla di rafforzamento dell’esercito in una regione che ha tassato, dove la gente rinuncia a curarsi, dove lavoro e industria sono in difficoltà, i giovani se ne vanno e un numero crescente di imprese chiude – sottolinea il segretario Daniele Marinelli con il gruppo regionale, i giovani e le donne del Pd – . Le frasi di Marsilio sono incomprensibili. Non siamo alle porte di un conflitto ma nel pieno di una crisi sanitaria, economica, industriale e demografica, che richiederebbe serietà, investimenti, visione, competenza, non una furbizia mascherata da strategia».

«Se i temi sono quelli dello sviluppo, delle infrastrutture o dello spopolamento, siete totalmente fuori strada e siamo francamente molto preoccupati di scoprire che, in assenza di ogni altra idea e in assenza delle risorse che erano state promesse, la strategia della Regione è il binario delle spese militari. Se il tema è quello della sicurezza, invece, non serve la retorica militarista. Basta alzare il telefono, chiamare la presidente del Consiglio amica e chiedere, poiché i reati e la percezione di insicurezza da parte di cittadine e cittadini aumentano, di mettere mezzi e risorse a disposizione delle forze dell’ordine, per garantire maggiore sicurezza nelle nostre città e nell’entroterra. Peccato che anche su questo il tandem Meloni/Marsilio al di là degli slogan vuoti, non abbia fatto nulla. Il tempo della propaganda è finito», hanno concluso i dem.

Negli ultimi decenni, come richiamato dal presidente Marsilio, c’è stato un progressivo ridimensionamento della presenza militare in Abruzzo, con il passaggio da circa 7.000 a 1.700 unità complessive. Ma il governatore ha collegato il tema della difesa anche alla lotta allo spopolamento delle aree interne, «tema centrale non solo nel dibattito politico – ha dichiarato – ma anche in quello sociologico. Uno dei modi per contrastarlo è insediare in quei territori funzioni stabili, dove le persone vivono e lavorano. Rafforzare alcuni presidi militari nelle aree interne significa anche contribuire a tenere vivo il tessuto sociale ed economico».

«Se il viaggio a Bruxelles per inserire la velocizzazione della ferrovia fra le opere difensive militari era preoccupante, quello a Roma dal ministro della Difesa Crosetto per rafforzare la presenza dell’esercito in Abruzzo desta ancora più sconcerto. Non solo sul piano politico, ma prima ancora sul piano logico, storico e civile. Bisognerebbe ricordare a Marsilio che la ferrovia non è mai stata, salvo necessità non programmate, un corridoio bellico. È stata progresso, sviluppo, collegamento fra territori, tra persone, imprese e comunità. È il simbolo della modernizzazione dell’Abruzzo, il ponte che ha rotto l’isolamento delle aree interne. E tale deve continuare a essere», ha commentato anche il consigliere Antonio Di Marco.